L’ultimo viaggio della Concordia

Tra poco più di una settimana la nave della Costa semiaffondata davanti all'isola del Giglio arriverà nel porto di Genova per essere svuotata e smantellata
Operazioni di rigalleggiamento della Costa Concordia al Giglio

Manca poco più di una settimana, e la Concordia sarà nuovamente a Genova, per l’ultima volta. Per essere completamente svuotata e in seguito smantellata. E in città le voci si accavallano. C’è chi guarda l’operazione come una grande occasione dal punto di vista turistico: arriveranno curiosi, ci sarà un movimento di persone che vorranno assistere alle varie operazioni di demolizioni. E soprattutto, ci saranno i tantissimi che vogliono assistere all’arrivo in porto di questa carcassa.

Tante volte aveva attraccato al molo della stazione marittima, elegante, signorile. Aveva scaricato e caricato i signori della crociera e poi altrettanto elegantemente s’era allontana per altre città lungo il Mediterraneo. Ora basta, si fermerà qui per sempre. Sotto ripa è lo spazio dove si raccolgono i camalli di un tempo, gli ex operai dei cantieri navali, e tantissime persone che sulle navi da crociera hanno fatto la fortuna e se ne sentono di tutti i colori. Tutti però concludono i loro racconti con un solo ritornello: questo della demolizione della Concordia sarà un affare.

Una opportunità, per la nostra città e per l’economia della regione. La pensa così pure il presidente del Municipio Ponente,  Mauro Avvenente. Dopo anni che ha visto disoccupati tanti tra questi lavoratori, lasciati a casa proprio dai cantieri navali, venire a domandare lavoro nel suo studio, ora crede che finalmente una risposta ci sia…

«Chiediamo che vengano assunti, per lavorare allo smaltimento della nave, i tanti disoccupati dei nostri quartieri, dove insiste il 65 per cento dell'edilizia residenziale pubblica genovese e dunque una popolazione in sofferenza. Sappiamo che arriverà personale specializzato, ma per lavori di manovalanza, anche temporanei, si pensi ai più deboli, magari su segnalazione dei servizi sociali». Questo il succo di una lettera che Avvenete ha inviato al sindaco Marco Doria, all'assessore alle Politiche socio sanitarie, e al presidente dell'Autorità portuale.

Si stima che il costo dell’intera operazione di smantellamento, tutto compreso, superi i cento milioni di euro e possa coinvolgere oltre un migliaio di addetti impegnati nelle varie operazioni. E poi c’è un altro fattore di non poco conto: per la demolizione il porto di Genova si è attrezzato al meglio, poiché con questa commessa e con la struttura d’avanguardia allestita per la demolizione la città avrà le carte in regola per entrare nel business delle  demolizioni navali.

Ormai è davvero tutto pronto e la Concordia può arrivare. A dirigere le operazioni sarà l'alleanza fra San Giorgio del Porto e Saipem. «L'esperienza e il know how che le nostre maestranze sono in grado di mettere in campo in un lavoro che non ha precedenti nel nostro paese –  spiegano -, posiziona Genova quale punto di riferimento nazionale per questa tipologia di intervento».

Smettiamola però di parlare di grande business, legato a una tragedia difficile da accettare, con oltre trenta morti altrettanto difficili da dimenticare. Di colpe e non colpe addossate a destra e a manca in un gioco di responsabilità che nessuno vuole assumersi. Parliamo invece di opportunità di lavoro che un ammasso di ferro marcio offre a chi il lavoro l’ha perso da tempo. E che attorno a questa tragica opportunità magari può guadagnarsi uno stipendio e mantenere per un po’ di mesi la propria famiglia.

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