Lotta alla pedofilia

Il 5 maggio la giornata nazionale. Studenti, docenti, istituzioni e mondo della cultura. Firmato un protocollo di intesa tra il Ministero dell’istruzione e il Garante per l’infanzia

Come faccio a scappare da una persona che mi vuole fare del male? A fare questa domanda, straziante nella sua semplicità, è Deborah, 15 anni. I suoi interlocutori sono la ministra dell’istruzione Valeria Fedeli, la Garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano, la direttrice della polizia postale Nunzia Ciardi. Di fronte a lei anche Luca Barbareschi, noto attore e regista, ma anche – come lui stesso ha più volte dichiarato – vittima, da bambino, di abusi sessuali. È suo il merito dell’iniziativa parlamentare che ha portato alla legge 41/2009, quella che istituisce proprio la Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia che ricorre ogni anno il 5 maggio. Siamo nella cornice del Teatro Eliseo a Roma, che si vuole sempre più aperta ai giovani, e la platea è quella di oltre 600 ragazzi delle scuole superiori.

Sensibilizzazione, informazione e prevenzione sono armi fondamentali da fornire loro per difendersi da questa piaga. Il dossier sulla Pedofilia –Telefono Azzurro – 2016 parla di un’esplosione della pedofilia e pornografia con protagonisti bambini e adolescenti soprattutto sul web, ma il dramma non è solo virtuale. Sono in aumento le denunce (1193 in un anno, secondo i dati Istat più recenti), ma Telefono Azzurro da anni denuncia un fenomeno sommerso, in assenza di un monitoraggio sistematico da parte di organi istituzionali, che consenta di avere un quadro aggiornato, complessivo ed esaustivo della portata del fenomeno dell’abuso sessuale nei confronti di bambini e adolescenti.

Parla di alleanza tra le agenzie educative Valeria Fedeli, invitando chi fa formazione a “fornire gli strumenti per vivere al meglio la propria scelta di vita in libertà”, mentre allerta i ragazzi a “riconoscere quando anche da contesti familiari e vicini arrivano segnali che non sono di amore, affetto, amicizia”. “Nessuno può sfiorare il vostro corpo se non lo volete”, “Non è mai giustificato: questa si chiama violenza”, ha affermato la ministra. “Quando sentite anche solo un disagio che non sapete esprimere, parlatene. Nessuno vi giudica: giudichiamo chi fa violenza su di voi, non voi”.

Mentre Francesco Giorgino, conduttore Tg1 e moderatore dell’evento, cita la campagna in corso in questi giorni #RingraziaUnDocente, la ministra ricorda – in questa generale crisi di autorevolezza del mondo adulto accanto alle nuove generazioni – quanto sia importante comunque individuare figure adulte di riferimento, dentro e fuori dal contesto familiare.

“Vi sconsiglio di passare la vita a chattare in modo anonimo”, risponde Barbareschi a un ragazzo che chiede come distinguere un adulto da un ragazzo in chat. “Creati piuttosto degli amici nella tua classe, nella tua comunità. Condividete passioni, lo sport, la musica, i sogni, il futuro, perché non si finisce mai di scoprire l’altro. E non illudetevi: i 5mila amici di Facebook non esistono”.

E tra le domande dei ragazzi, che non volevano finire più, la Ministra e il Garante siglano il protocollo di intesa tra i due enti. Obiettivo: favorire scuole aperte alle diversità, dove far crescere cittadini responsabili e critici, attivi nel contrasto alla discriminazione e alla violenza, e promuovere nelle scuole la conoscenza dei contenuti della convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, uno dei documenti più condivisi a livello internazionale.

Guarda anche il video di sensibilizzazione “I Super3”

https://drive.google.com/file/d/0B_BSVMGf-St2TG41S19HRE81UG8/view

 

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