Lo spettro della guerra civile?

A Bouaké si sono registrati ammutinamenti nell’esercito per questioni finanziarie. L’instabilità del Paese, che nel 2011-2012 aveva conosciuto una grave guerra civile, è sempre presente
costa d'avorio

Violenti incidenti hanno avuto luogo nella mattinata di domenica 14 maggio a Bouaké, la seconda città del Paese. La località è diventata, da venerdì scorso, l’epicentro di un nuovo ammutinamento di soldati che reclamano il versamento dei premi dovuti da tempo. Verso le 6.30, sulla piazza della stazione degli autobus di Bouaké, alcuni abitanti – stanchi della piega che stanno prendendo gli avvenimenti – si sono riuniti per organizzare una marcia di protesta contro gli ammutinati. Rapidamente dei pick up sono arrivati e dei soldati hanno sparato per aria per far disperdere la folla. Secondo dei testimoni, hanno pure sparato ad altezza d’uomo.

Bouaké, città del centro della Costa d’Avorio, capitale della ribellione del 2011-1012, vive sempre nella sospensione, e tre persone da quel momento sono state ferite. Nella notte tra giovedì e venerdì, l’ammutinamento dei soldati si è esteso anche ad altre città, come Abidjan, la capitale. E la questione non sembra calmarsi ancora, soprattutto a Bouaké.

«Vogliamo il nostro denaro», gridavano gli ammutinati sabato in piazza a Bouaké. Cosa succede? I soldati non vogliono rinunciare al premio che era stato loro promesso. Secondo i militari, avendo contribuito nel 2011 alla salita al potere di Alassane Ouattara. Gli ammutinati in gennaio avevano desistito dalle loro pretese dopo aver ricevuto l’assicurazione di ricevere ognuno 12 milioni di franchi CFA (18 mila euro circa). 5 di questi milioni sarebbero già stati versati, mentre i militari sarebbero in attesa degli ultimi 7. Il governo ha confermato di aver pagato dei “danni”, ma senza precisare di che entità.

Lo stato maggiore dell’esercito minaccia pesanti sanzioni contro gli ammutinati, ma ciò non sembra aver calmato gli animi. I fatti di Bouaké hanno creato non poco sconcerto nel presidente (che vuol dare un’immagine pacificata del suo Paese) e nella popolazione (che a mala pena riesce a ricevere parte dei frutti della crescita che il Paese ufficialmente spone). Da gennaio questi ammutinamenti locali stanno bloccando le attività in gran parte del Paese. Finora si contano 4 morti a Yamoussoukro.

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