L’Italia s’è desta

Dal laboratorio di Loppiano una prospettiva per il Paese: ridare idealità, concretezza, unitarietà al nostro cammino di nazione, ingaggiando tutti, laici e credenti e perchè non anche i carismi?
Tavola rotonda convegno Loppiano

Una spinta di idealità e di concretezza da dare all’Italia tutti insieme. LoppianoLab in questi quattro giorni di laboratori,dibattiti, incontri con testimoni ha provato ieri sera a mettere su le impalcature di un cantiere dove operai sono semplici cittadini, imprenditori, economisti, filosofi ed esperti del pensiero di comunione, che nel carisma di Chiara Lubich ha le sue radici.

 

Ieri sera l’inaugurazione dei lavori con il convegno nazionale Quale Paese, quale unità?, che in due momenti dedicati all’economia e all’emergenza culturale ha ingaggiato gli oltre 1.200 presenti nella grande opera di dare alla nostra nazione una prospettiva di speranza e di unità. Prospettiva che può essere attinta anche "dal Vangelo di Gesù, capace di fare storia oggi", ha suggerito Maria Voce, presidente del movimento dei focolari, nel suo messaggio augurale. In questo percorso di studio e di ricerca vanno anche eliminate quelle divisioni tra laici e credenti che il teologo Piero Coda, intervenuto nel dibattito, ha definito "anacronistiche, superate". Considerazioni confermate dal filosofo Massimo Donà, che ha più volte invitato a lasciarsi interrogare dall’alterità, senza paura.

 

La necessità di innovare, di aprire nuove piste è riconosciuta universalmente sia da economisti come Nicolò Bellanca, che da politici come Lucia Fronza, che da imprenditori come Johnny Dotti. La sfida non è dare solo sbirciatine oltre il muro del presente, ma guardare, anzi vedere e tirar fuori dalle nostre città, «non tanto l’Italia che vorremmo, ma le potenzialità presenti e non espresse, le relazioni sottaciute, la cittadinanza attiva ancora da conquistare e da coltivare con più passione». Così si è espressa la Fronza che in questo "vedere" traccia il profilo dell’essere comunità prima che aggragato di problemi, disagi, immondizie

 

"C’è un bene che va socializzato e non privatizzato", bisogna ridare dignità alle istituzioni e riportare in attivo la logica del dono che non appartiene ad un settore terzo, ma alla storia e all’anima dell’Italia. Johnny Gotti da imprenditore e Luigi Bruni, da docente di economia politica, con accenti diversi, hanno puntato alla gratuità come vocazione. E in questo «i carismi come quello della Lubich hanno molto da dire perché ad una spiritualità hanno saputo accompagnare, eccellenza, innovazione anche fuori dall’ambito prettamente religioso», ha specificato ancora Bruni.

 

Paolo Loriga, caporedattore di Città nuova a conclusione del pomeriggio ha voluto sottolineare che da questo momento, le celebrazioni del 150 dell’unità d’Italia, diventano un cammino dove l’uno non va avanti senza l’altro, dove l’ossigeno dell’idealità deve essere respirato a pieni polmoni da tutti e dove il cantiere-laboratorio riparte con più lena, con novità di progetti, come un grande mosaico da cui nessuno può dichiarasi escluso. Buon lavoro a tutti!

 

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