Lettera aperta da Aprilia

Tutta la comunità tunisina residente ad Aprilia è sotto shock dopo il caso di Anis Amri, il terrorista tunisino ospitato nelle campagne locali. Pubblichiamo la lettera di un'imprenditrice tunisina che abita nel comune laziale
 Oggi, attraverso questa lettera aperta alle redazioni, mi sento di esprimere il mio amore e il mio ringraziamento verso tutti gli Apriliani che credono in noi e che ci vogliono bene, a differenza di quella piccola minoranza, perché stiamo parlando fortunatamente di una minoranza, che ci punta il dito contro e utilizza una disgrazia mondiale per fare “politica”.
A nome di tutta la comunità tunisina e nord africana presente ad Aprilia, sento il dovere di esprimere le mie opinioni su un argomento così scioccante, senza però rispondere alle basse provocazioni di chi è contrario all’immigrazione. Ci dispiace ovviamente per quello che è successo in Germania, ma non vogliamo essere accusati come tunisini, dopo tutto il lavoro fatto. Ci puntano il dito contro solo perché siamo tunisini e questo non è giusto. Non vogliamo che venga sollecitata una guerra tra popoli. Fortunatamente, a puntarci il dito contro, è solo l’1% di Aprilia. Gli Apriliani ci hanno sempre accolto bene e con amore, essendo una città “giovane”, basata ella stessa sull’immigrazione. Chi meglio di chi a sua volta è stato immigrato e ha lasciato la sua terra di origine può accogliere un altro immigrato?
Proprio per questo mi sembra giusto ricordare a chi utilizza questo episodio per “ottenere un voto” che il 99% di Aprilia vota PRO-immigrazione per il semplice motivo che gli Apriliani sanno cosa significa migrare fuori. Dietro di noi non c’è una politica di distruggere il mondo, essere umano contro essere umano. Sono sempre stata la prima a battermi contro il terrorismo e sulla mia rubrica fissa “quindicinale”, come l’hanno chiamata, ho sempre ribadito la parola “pace”. Nel mio piccolo ho sempre cercato di fare un percorso leale e di vera integrazione. Oltre che di costruire un percorso pacifico, rispettando chi è diverso da noi.
Parlo a nome di tutta la mia comunità: cercate di non creare una guerra psicologica e non attaccate chi ha sudato davvero tanto il discorso integrazione. Non facciamo una propaganda basata sull’odio.
Non voglio fare il nome di chi ci punta il dito contro perché rappresenta solo l’1% della popolazione apriliana, voglio però dare loro un consiglio. Se davvero volete fare politica, cercate prima la vostra pace interiore e solo allora potrete diventare un buon politico e fare qualcosa di utile per la comunità.
In tutti questi anni di lavoro duro, trasparente e, soprattutto e orgogliosamente, di volontariato, siamo stati sempre capaci di essere un esempio positivo verso l’integrazione, contro ogni forma di terrorismo e violenza. Vorrei ringraziare sia le istituzioni locali e sia soprattutto l’Italia e gli italiani che credono in noi: so che siete in tanti a non condividere ed incitare la violenza, come chi in questo momento attraverso un video di astio utilizza una disgrazia mondiale per farsi una propaganda basata sull’odio.

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