Leptospirosi malattia subdola

Spesso sottovalutata, può condurre a morte sia il cane che l’uomo se non diagnosticata in tempo. Il vaccino semestrale è l’arma di prevenzione
cane

La rabbia incute decisamente più paura e spesso in ambulatorio i clienti si preoccupano che il loro cane sia vaccinato prima di tutto contro questa malattia (ormai scomparsa dal nostro Paese), mentre poco sappiano della leptospirosi, malattia presente nel mondo e nella nostra Italia. Eppure ritengo che essa sia particolarmente importante da conoscere. Sottaciuta talora anche dai colleghi veterinari, è una grave malattia che colpisce sia il cane che l'uomo (zoonosi) ed è capace di condurre a morte sia l'uno che l'altro se non diagnosticata in tempo.

 

È causata da un batterio (la leptospira) presente in natura sotto forma di diversi tipi in grado di sostenere forme diverse di malattia. Queste ultime sono caratterizzate da sintomatologia varia e aspecifica, motivo per cui la malattia è notevolmente sottostimata e talora scarsamente diagnosticata e trattata con la dovuta precocità. 

 

La trasmissione può avvenire per contatto diretto: con urina o sangue infetti, in primis, di cane o ratto, ma anche di gatti, maiali e bovini o scoiattoli, nutrie e volpi, che costituiscono i serbatoi della malattia, o attraverso la placenta, o mediante il contatto venereo, oppure infine per via indiretta mediante contatto con lettiere, acque, terreni e cibi contaminati.

 

Il batterio non resiste molto al di fuori dell'organismo animale e alle temperature al di sotto dello 0° C, ma il clima tipico della tarda estate e dell'autunno, insieme ad ambienti umidi con zone acquitrinose caratterizzate da acqua calda e stagnante costituiscono l'habitat ideale per tale patogeno rendendolo pericoloso per la contrazione della malattia. Per questo le zone tropicali e subtropicali, soprattutto durante la stagione delle piogge, sono quelle a maggiore incidenza della malattia, che può instaurarsi anche per semplice passaggio del batterio attraverso abrasioni o ferite cutanee.

 

Per tale motivo, in caso di sospetto l'animale va maneggiato con guanti di lattice sia dal medico sia dagli stessi proprietari, soprattutto quando si viene in contatto con le sue urine. Il sovraffollamento, poi, e l'eliminazione intermittente del batterio con le urine, per diversi mesi o anni, anche da parte di animali guariti (portatori sani), aumenta il rischio di diffusione della malattia.

 

Gli organi bersaglio di tale batterio sono il rene ed il fegato. La sintomatologia espressa dagli animali è diversa a seconda dell'età e dallo stato del sistema immunitario, della carica batterica e del tipo di batterio. Si passa infatti, dalla morte improvvisa in caso di letospirosi iperacuta, a febbre alta, tremori, dolori muscolari, abbattimento, anoressia, vomito, disidratazione, emorragie ed ittero nelle forme acute. In queste ultime il cane muore prima che possano instaurarsi le insufficienze renale ed epatica tipiche, invece, delle forme subacute.

 

Tra le persone le categorie professionali con il più alto rischio di contrazione della malattia sono gli allevatori, i veterinari, gli addetti ai macelli e ai depuratori, gli operatori fognari, i raccoglitori di riso, i militari, gli speleologi. Tuttavia nel mondo occidentale l'anamnesi di diversi soggetti colpiti porta a ritenere che anche alcune attività sportive o ricreative, quali pesca, caccia, nuoto in acque dolci, canoa, possono essere alla base di un possibile contagio.

 

Nell'uomo non sempre l'infezione evolve in malattia, anzi, fortunatamente nella maggior parte dei casi si tratta di forme autolimitanti. Solo in pochi casi la malattia può manifestare sintomi gravi e condurre addirittura a morte in caso di mancata o ritardata diagnosi, ma non è possibile prevedere l'andamento della malattia e quindi, la sua evoluzione verso l'una o l'altra forma. La fase iniziale, infatti, è analoga in entrambe le forme.

 

L'evoluzione dipende dal tipo di batterio interessato, dall'età e dallo stato di salute e di nutrizione del soggetto, dalla tempestività della diagnosi e dell'instaurarsi della terapia. Contratta in gravidanza la malattia può determinare aborto spontaneo o leptospirosi congenita. I sintomi più frequentemente osservati nell'uomo sono: febbre elevata, cefalea, dolori muscolari, anche tosse, mal di gola, dolore toracico e arrossamento delle congiuntive, fino, nei casi estremi ad ittero, emorragie, patologie digestive o anche insufficienza renale ed epatica fulminante (sindrome di Weil o forma ittero-emorragica).

 

Poichè, come si diceva, i primi sintomi della malattia sono piuttosto aspecifici ed il contagio possibile prima ancora che l'animale manifesti la malattia è sempre opportuno vaccinare i cani (per i gatti la leptospira non produce malattia), la prevenzione, infatti, risulta ancora una volta l'unica arma disponibile. Il vaccino ha valenza semestrale, per cui va praticato due volte nell'anno soprattutto in quei cani che vengono utilizzati per la caccia, la pastorizia o la ricerca dei tartufi.

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