Leonardo a Perugia

Dall’Ermitage di San Pietroburgo la Madonna Benois si trova ora alla Galleria Nazionale dell’Umbria. Fino al 4 agosto

È un evento. La Madonna Benois, piccola tavola di cm 48×37, è arrivata dall’Ermitage di San Pietroburgo, prima a Fabriano e ora alla Galleria Nazionale dell’Umbria. Solo fino al 4 agosto.

Hanno creato un piccolo ambiente scuro, riservato, dentro cui riluce la tavoletta. Un gioiello. Nessuna foto riesce a rendere la delicatezza del colore: l’azzurro celestino del manto e delle vesti di Maria, il cielo aperto sotto la bifora, il corpo tornito del Bambino e il sorriso della ragazzina-madre che gioca con il piccolo dandogli un rametto di “crucifera”, la pianta che allude alla croce. Si sa che le Madonne col Bambino sono sempre un po’ meste, pensando al futuro martirio del figlio. Ma qui Leonardo esplora l’umanità di Maria, sincera, felice di aver avuto un bambino, il primo figlio. In Leonardo la tenerezza affettuosa della madre è anche segno dell’amore divino incarnato nel piccolo Gesù pensieroso.

Una pittura ricca di dettagli, con pennellate finissime e quel paesaggio che non c’è, perché il pittore, al solito, ha lasciato l’opera incompiuta. Peccato che ora sia sottoposta al flagello delle foto dei visitatori che nemmeno si fermano un istante ad ammirarne la bellezza affascinante, nel clima di amore che avvolge di ombre dolci i corpi e fa risplendere la luce sui volti.

In quest’opera – tra il 1478 e il 1480 – il giovane Leonardo si va allontanando dal maestro Verrocchio e punta alla ricerca del sentimento, degli affetti. Così la cornice lignea decorata sembra un sipario che si apre sulla scena dello scambio affettuoso tra madre e figlio. Il sorriso così fresco e naturale di Maria apre le porte agli altri sorrisi leonardeschi, dalla Vergine delle rocce, alla S. Anna Metterza e alla Gioconda. Mai più però sarà spontaneo come questo. Raffaello lo imparerà. Davanti a un quadro tanto tenero ci si commuove e nello stesso tempo si resta sospesi, perché l’aura di mistero permane. Ma non del tutto. Rimane il sorriso di Maria, di una purezza rara in tutta la storia dell’arte. Come fosse il sorriso dell’amore più libero, divino e umano. Da non perdere.

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