L’eleganza del cibo

Abito di Armani in bambù

Ancora una volta la moda incontra il mondo della gastronomia per la mostra “L’eleganza del cibo – Tales about food & fashion”, esposta nella bellissima location de i Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali, fino al 1 novembre. Un’idea di Stefano Dominella e Bonizza Giornadi Aragno che hanno voluto dedicare questo evento così originale al tema dell’Expo: il cibo.

Un viaggio tra 160 abiti unici e inediti dei più grandi stilisti di sempre, affiancati dalle giovani novità a cui il mondo dello stile si sta aprendo sempre di più. Si entra ed è subito magia, ad inserirci nel mondo del lusso sono infatti i 500 metri di tulle che scendono dal soffitto, creando un gioco di forme morbide e che sembrano fluttuare, frutto del genio di Italo Marseglia. Ed è proprio il tulle che dall’alto ci guida per tutta la mostra divisa in quattro grandi temi: Acqua, Aria, Terra e Fuoco.

Da Armani che nella sua ultima collezione Privè si è ispirato al bambù, una pianta sempre più in voga nell’industria ecosostenibile, alle stampe di Etro che si colorano di pasta e crostacei, tantissimi i colori usati dalla Maison, le sue stampe si trasformano in caleidoscopi di cibo. Ma non si finisce qui, Gattinoni mette in mostra il suo bread dress, un bustino realizzato con vere spighe di grano e pantaloni in juta ricamati con biscotti e salatini, anche Salvatore Ferragamo ha partecipato all’evento con alcune delle sue opere più belle realizzate con materiali poveri: sughero, rafia e canapa i suoi preferiti.

Non poteva mancare Ken Scott, il giardiniere della moda, il primo ad aver avvicinato cibo e moda con stampe di asparagi, carciofi, mele e piselli, un vero e proprio “orto” da indossare, ma ad aver affascinato i più è l’originale opera del giovane Tiziano Guardini che per realizzare il suo abito ha intrecciato vere radici di liquirizia. Dal tessuto al ricamo, abiti ma anche accessori come gli orecchini a forma di forchetta di Gianni de Benedittis. «Da una parte c’è la cura del corpo, dall’altra il tam tam mediatico e pubblicitario del cibo – spiega Stefano Dominella – e la moda riesce ad assorbire perfettamente queste sollecitazioni», da questa riflessione nasce l’idea di mettere in mostra questa nuova coppia, reinterpretando in maniera ironica il rapporto tra cibo e arte.

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