Le “sfide” della maturità

“Dodici giorni di benedizioni”: è il titolo che i carismatici hanno voluto dare al convegno di Castelgandolfo. Ma anche “di festa”, dirompente e profonda, “che nasce dal ritrovarsi insieme tra fratelli”. È stata questa la frase più ricorrente di tanti, a commento dell’intervento di due “ospiti speciali”, Chiara Lubich e Andrea Riccardi. Il fondatore di Sant’Egidio ha parlato della “santità a servizio del povero”, secondo il proprio carisma. Chiara Lubich ha invece trattato un argomento particolarmente caro ai carismatici, la “nascosta presenza dello Spirito Santo ” agli inizi del Movimento dei focolari, degli effetti della sua azione, simili a quelli della prima Pentecoste. Commenta Charles Whitehead, membro dell’Iccrs (International Catholic Charismatic Renewal Services), l’organismo internazionale di collegamento dei carismatici: “Chiara ha espresso in modo limpido come lo Spirito Santo ha ispirato la vita del focolare. Penso che sia un meraviglioso esempio di come, pur riconoscendo che abbiamo diversi modi di vivere questa vita dello Spirito, pur sottolineandone differenti aspetti, l’unità nello Spirito è cristallina e concreta”. E di come questo cammino d’unità, di comunione sia sempre più reale reale e vissuto, ne ho una forte impressione dal mio incontro con l’australiano Allan Panozza, attuale presidente dell’Iccrs, che incrocio nella hall del centro di convegni, durante una pausa dei lavori. Lo conoscevo, avendolo intervistato durante il convegno di Rimini del 2000. Ma non mi sarei mai aspettata che mi avrebbe riconosciuto, dopo tre anni. Il saluto cordiale, che mi rivolge nel ricordarmi il nostro primo incontro, mi fa percepire, prima e ad di là di ogni parola, che questo cammino di comunione è una realtà che oltrepassa i limiti del tempo e dello spazio. “Accade sempre qualcosa di speciale quando i movimenti si incontrano”, mi aveva detto allora, a conclusione dell’intervista. Sì, qualcosa di speciale, che nessuna parola umana di cronista potrebbe pretendere di saper descrivere in modo adeguato. In realtà, non risulta facile parlare dell'”evento” speciale e molto atteso dai carismatici cattolici, che si è svolto dal 18 al 25 settembre scorso, a Castelgandolfo. I responsabili di questo vasto e composito movimento si sono radunati da ogni parte del mondo, per riflettere e pregare, condividere le esperienze e guardare avanti insieme. Né potrebbe essere altrimenti, per un raggruppamento che, come è noto, non si identifica in un preciso fondatore, e che si configura piuttosto come un insieme profondamente variegato di individui, gruppi ed attività, spesso del tutto indipendenti gli uni dagli altri. Ma che, tuttavia, condividono la stessa esperienza fondamentale. È appunto L’Iccrs – uno statuto approvato dalla chiesa e un ufficio nel palazzo della Cancelleria in Vaticano – l’organismo che rappresenta al massimo livello questa complessa realtà. Molti leader carismatici preferiscono infatti parlare di “corrente spirituale”, che tocca cattolici dei più vari ambienti, laici e religiosi. “Una “corrente” che – come spiega Matteo Calisi, vicepresidente dell’Iccrs – si è innescata quasi in sordina nel 1967, allorché ad un gruppo di studenti di una sconosciuta università della Pennsylvania, riuniti in ritiro spirituale, è stato dato di sperimentare una rinnovata effusione dello Spirito, e che da allora ha fatto il giro del mondo, raggiungendo 120 milioni di persone”. “Non a caso viene messo l’accento sulla parola “servizio” – spiega Salvatore Martinez, coordinatore nazionale del Rinnovamento nello Spirito -. L’Iccrs, come del resto tutti gli altri organismi del movimento, sia a livello nazionale che locale, non ha funzioni di governo, ma di servizio. Ha il compito di discernere, consigliare, sostenere, e tenere tutti vitalmente collegati “. Una struttura snella, composta da un presidente, un vicepresidente e dodici consiglieri rappresentativi delle varie regioni del mondo. Tre momenti hanno contraddistinto l’appuntamento: una “consultazione” tra i duecento leader, un ritiro spirituale per un migliaio di dirigenti e un pellegrinaggio ad alcuni importanti luoghi di fede dell’Italia. Tra i conduttori, oltre ad Allan Panozza, l’inglese Charles Whitehead, imprenditore della carta, assai noto nel movimento carismatico, e padre Raniero Cantalamessa, predicatore della casa pontificia, che ha guidato gli esercizi spirituali sul tema della “santità, sfida per il terzo millennio”. E sulle “sfide” di un mondo che sempre più va perdendo punti di riferimento si sono consultati a lungo, mettendo a confronto le esperienze fiorite nei più disparati contesti sociali, religiosi, culturali. In primo luogo quella della “maturità” ecclesiale, nel timore diffuso che una certa istituzionalizzazione del movimento faccia spegnere o ridimensionare il carisma originario. Risponde in proposito Oreste Pesare, direttore dell’Iccrs e presidente della Comunità Magnificat: “Ricordo le parole che Giovanni Paolo II ha rivolto nel 2000 in un messaggio al Rinnovamento: “La chiesa si aspetta da voi frutti maturi di comunione e di impegno”. Che le strutture e l’istituzionalizzazione siano frutti necessari della crescita di un movimento, questo è logico; ma non devono certamente andare a scapito di quella che è la chiamata principale di un movimento o, come nel caso nostro, di una corrente di grazia. Il Rinnovamento infatti, a differenza di altri movimenti, non è prettamente un qualcosa di uniforme. Come ci diceva il card. Suenens, e, oggi, padre Cantalamessa, esso è una grazia per tutta la chiesa. È un’opera dello Spirito Santo che poi si concretizza – e direi anche s’istituzionalizza – in diverse associazioni, organizzazioni e comunità, che però di per sé non definiscono completamente quella che è la grazia del Rinnovamento “. Comunione ed impegno, dunque, le sfide e i frutti della “maturità”. Senza dubbio, è emerso uno slancio rinnovato sul fronte della “nuova evangelizzazione”, il grande orizzonte che Giovanni Paolo II ha spalancato ai cristiani del Terzo millennio. Un impegno che ogni movimento e associazione persegue secondo lo stile che gli è proprio, ispirandosi ai vecchi e nuovi carismi che lo Spirito ha disseminato nel corso della storia. Ma che sempre di più trova forme di testimonianza comune, come nelle grandi manifestazioni dei giovani e delle famiglie, e nei congressi mariani che lungo quest’anno sono stati organizzati in molte parti del mondo, col contributo di tanti movimenti “amici”. Una testimonianza che rende più credibile il messaggio evangelico che si vuole portare, perché sostenuto dall’amore scambievole, concreto, tra vari movimenti ecclesiali.

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