Le Farc si trasformano in partito politico

Questa settimana hanno completato la consegna delle armi, mentre inizia il processo per integrarsi nella vita politica della nazione
Il Presidente della Colombia Juan Manuel Santos e il comandante delle Farc Timoleón Jiménez

La pace in Colombia avanza. Avanza nonostante i tanti ostacoli, i ritardi, una certa disorganizzazione nella sua applicazione e nonostante la polarizzazione attizzata ad arte da alcuni settori politici che fanno ancora calcolo sulle divisioni interne del Paese. Martedì scorso il processo ha raggiunto un nuovo ed atteso obiettivo: la guerriglia delle Farc ha completato la consegna, alla missione dell’Onu, delle armi individuali che erano in possesso dei circa 7 milia effettivi concentrati in 26 zone del Paese.

Nelle settimane precedenti erano state consegnate le prime due partite di armi conservate in contenitori e inventariate dagli ispettori delle Nazioni Unite. Il completamento della consegna è stato celebrato con la presenza del presidente della repubblica, Juan Manuel Santos, e del leader della Farc, Timoleón Jiménez, detto Timochenko, nell’accampamento Mariana Páez, sito nel municipio di Mesetas, uno dei luoghi dove lo scontro armato tra lo stato e la guerriglia ha assunto i toni più drammatici. Durante la cerimonia, una coppia di guerriglieri ha simbolicamente consegnato il loro neonato ai due leader politici, come simbolo di una nuova epoca per la Colombia.

«Lasciate le armi, vivete in pace. Siamo un unico popolo», ha detto con enfasi il presidente Santos, davanti a centinaia di guerrigleri che vestivano una maglietta bianca con lo slogan: “Uniti per la pace”. «Vi prendo in parola, la Colombia intera vi prende in parola e ne è testimone la comunità internazionale. La parola sarà la vostra unica arma», ha affermato Santos riproducendo nell’ultima frase quanto affermato dalle Farc in uno dei suoi comunicati piú recenti.

Timoleón Jiménez, si é invece riferito alla integrazione alla vita politica: «Ieri eravamo un esercito del popolo, oggi siamo la speranza del popolo. Oggi non finisce l’esistenza delle Farc, ma mettiamo fine ai 53 anni di ribellione». Jiménez ha poi chiesto che cessi ogni tipo di persecuzione politica: «Speriamo che la democrazia colombiana apra generosamente le sue braccia».

In cambio delle armi, ai circa 7 mila guerriglieri viene consegnato un certificato che fa fede dell’impegno ad inserirsi nella vita sociale abbandonando definitivamente la violenza. D’altra parte, le Farc hanno aperto la dicussione interna per trasformarsi in un gruppo politico. Nel frattempo, fino ad agosto si procederà alla consegna all’ONU di una novantina di arsenali con esplosivo ed armi più pesanti distribuiti in zone di difficile accesso.

Sono molteplici le iniziative per ottenere l’inserimento alla vita civile degli (adesso) ex guerriglieri. Alcuni Paesi hanno offerto borse di studio, altri stanno contribuendo con la finanziazione di iniziative economiche e progetti di sviluppo, lo stato ha destinado fondi specifici a tale scopo. C’è tanto da fare, tanto ancora da pacificare (sono in corso negoziati di pace con la guerriglia dell’Eln). La foto del bambinello tra le braccia di Timoshenko e di Santos, due leaders agli antipodi ideologici, dice piú di ogni parola che qualcosa di nuovo sta nascendo in Colombia.

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