L’Arlecchino umano di Valerio Binasco

Alcuni appuntamenti di teatro e danza della seconda settimana di ottobre

L’Arlecchino umano di Valerio Binasco

Il regista sceglie di resistere alla «pura, impressionante forza teatrale» del meccanismo della commedia di Goldoni, con il proposito di dare al testo un sapore moderno, e di restituire realismo e credibilità ai personaggi. Un “Arlecchino” che guarda più alla commedia all’italiana che alla Commedia dell’Arte, con un forte, sentito richiamo all’umanità vecchio stampo, di sapore paesano e umilmente arcaico. L’Arlecchino “contemporaneo” di Binasco è un poveraccio che sugli equivoci costruisce una specie di misero riscatto sociale. La “commedia della stravaganza” diventa così un gioioso viaggio nel tempo, alle origini del teatro italiano e della sua grande tradizione comica. Personaggio dalle molteplici contraddizioni: meschino e anarchico, irriguardoso e servile, Arlecchino riesce a portare scompiglio nell’ottusa società borghese, con una carica che suo malgrado si può perfino dire “sovversiva”. “Arlecchino servitore di due padroni” di Carlo Goldoni, regia Valerio Binasco, con Natalino Balasso, Michele Di Mauro, Fabrizio Contri, Elena Gigliotti, Denis Fasolo, Elisabetta Mazzullo, Gianmaria Martini, Ivan Zerbinati, Lucio De Francesco, Marta Cortellazzo Wiel; scene Guido Fiorato, costumi Sandra Cardini, luci di Pasquale Mari musiche Arturo Annecchino. A Torino, Teatro Carignano, dall’8 al 28/10. In tournée fino al 16/12/2018.

A Romaeuropa la nuova produzione di Deflorian e Tagliarini

La coppia artistica Daria Deflorian e Antonio Tagliarini di nuovo in scena con una nuova produzione ispirata a Il deserto rosso di Michelangelo Antonioni. Il deserto di cui parla Antonioni non è solo un paesaggio ma una condizione. Quasi niente si riferisce alle figure presenti in scena, fragili, instabili, incapaci di stare comode dentro la vita. In una società ingorda ed efficiente, essere, sentirsi ‘quasi niente’ diventa una forma di resistenza ‘in sottrazione’. In scena tre donne e due uomini lavorano attorno alla figura di Giuliana, moglie e madre, interpretata nel film da una giovane Monica Vitti. È lei, ‘selvatica vestita elegante’, a farsi carico di quella marginalità che da sempre attrae i due artisti, chiave di lettura del mondo intero. Perché Quasi niente ci parla non solo del disagio, della fragilità, delle crepe del reale, ma anche della fanciullezza di una donna che il mondo non sembra più interessato ad ascoltare. Sullo sfondo una società malata, priva di margini d’immaginazione e schiacciata da quel ‘realismo capitalista’ che ha soppresso ogni passato e ipotecato ogni futuro. “Quasi niente”, progetto Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, liberamente ispirato al film “Il deserto rosso” di Michelangelo Antonioni, con Francesca Cuttica, Daria Deflorian, Monica Piseddu, Benno Steinegger, Antonio Tagliarini; collaborazione alla drammaturgia, aiuto regia Francesco Alberici,  luce, spazio Gianni Staropoli, suono Leonardo Cabiddu, Francesca Cuttica, costumi Metella Raboni. Coproduzione théâtre Garonne, scène européenne Toulouse, Romaeuropa Festival, Festival d’Automne à Paris / Théâtre de la Bastille – Paris, LuganoInscena LAC, Théâtre de Grütli – Genève, La Filature, Scène nationale – Mulhouse. A Roma, teatro Argentina per Romaeuropa Festival, dal 9 al 14/10. In tournèe.

Dialogo tra corpo e marionetta

L’incontro tra due mondi e due visioni. In scena insieme, Mimmo Cuticchio e Virgilio Sieni instaurano forme di dialogo tra corpo e marionetta sugli elementi fondamentali dello stare al mondo: camminare, sedersi, cadere, voltarsi, toccare. La relazione tra Danza e Opera dei Pupi rappresenta un elemento inedito e un primo modello che guarda alla trasfigurazione dell’uomo e alla natura del gesto. Danzatore e pupo, ascolto e risonanza, tattilità e sospensione, corpo articolare e gravità, orizzontalità e verticalità, sono gli elementi di questo viaggio: una rappresentazione di come l’umano affiori in ogni fragilità del corpo e del pupo messi in profonda connessione tra loro. I due maestri hanno lavorato sull’anatomia della marionetta e sulle possibilità che il corpo del danzatore ha di appropriarsi di tecniche e azioni considerate superficialmente ‘non umane’. Le storie narrate cercano, nei meandri dell’incontro tra i due artisti, il gioco della trasmissione che si nutre della loro maestria. Nudità di e con Mimmo Cuticchio e Virgilio Sieni, luci Mattia Bagnoli, produzione Compagnia Virgilio Sieni, Associazione Figli d’Arte Cuticchio, con la collaborazione di Fondazione RomaEuropa Festival. Teatro Niccolini, dall’11 al 13/10; al teatro India per festival Romaeuropa dal 13 al 15/11.

La settimana di danza di MilanOltre

Intensa di appuntamenti la settimana del festival MilanOltre. Dopo la riflessione sulla precarietà dell’umano esistere di Manfredi Perego con Labile Pangea, la Compagnia Zappalà Danza debutta con La Nona, premio Danza&Danza 2015, creata sulla trascrizione di Liszt da Beethoven per due pianoforti e soprano dal vivo (il 9). Una danza energica e rigorosa che prende forma anche in Corpo a Corpo1° meditazione su Caino e Abele (il 10), nella quale il pugilato diventa metafora del primo fratricidio tra lotta, abbracci, distacchi e pioggie purificatrici. La collaborazione con Susanna Beltrami/ DanceHauspiù punta quest’anno sul neonato trio femminile Dueditre con Protogonos (l’11), per Vetrina Italia Domani/Under35 in scena. Il 12  la nuova creazione di Diego Tortelli Lorca sono Tutti, profonda immersione nella vita del grande artista. Il focus dedicato a Simona Bertozzi prosegue il 13, And it Burns Burns Burns, tappa finale del progetto dedicato al mito di Prometeo nel quale la danza diventa il territorio in cui far deflagrare le improvvise rivelazioni. Il 14 la coreografa è anche interprete di Anatomia, incontro tra un corpo biologico e uno sonoro e coreografia in cui le leggi gravitazionali sono disattese. La chiusura del festival (il 14) è affidata all’interpretazione delle celebri Variazioni Goldberg di Bach della Compagnia Adriana Borriello insieme al pianoforte dal vivo di Gilda Buttà, un’incandescente comunione tra musica e danza.

Un Amleto dal sottosuolo

Simone Perinelli interpella York per raccontarci un altro punto di osservazione dell’Amleto. Atto V scena I. Un cimitero qualsiasi in Danimarca. Scavando la fossa per Ofelia viene ritrovato il teschio che un tempo fu Yorick, il buffone di corte di re Amleto. Svegliato dal “lungo sonno”, interpellato dal dramma, Yorick assiste dal sottosuolo allo spettacolo che si sta svolgendo proprio sopra di lui e intanto ci racconta il sottosuolo, il non visibile, ciò che si nasconde alla ragione umana, ciò che di solito riemerge nei sogni. Il sottosuolo di Yorick è uno spazio abitato dall’immaginazione, da un pensiero che è obliquo più che retto, da quei poeti definiti pazzi dall’altra versione dei fatti. Il sottosuolo si nutre dello scorrere eterno del dramma in superficie. Non è più il luogo della morte, ma quello della follia, dello sguardo sull’abisso. “Yorick – un Amleto dal sottosuolo”, drammaturgia, regia e interpretazione Simone Perinelli, aiuto regia Isabella Rotolo, musiche originali Massimiliano Setti e al violoncello Luca Tilli, disegno luci e scene Fabio Giommarelli, costumi Labàrt Design di Laura Bartelloni. Produzione Fondazione Teatro della Toscana, Leviedelfool. A Pontedera, Teatro Era, il 13 e 14/10.

Il volo degli stormi nella danza di Daniele Albanese

La danza e la natura s’incontrano nella performance site-specific di Daniele Albanese, Birds Flocking 2° Studio, nelle sale espositive di Palazzo dei Diamanti, per poi concludersi, con un’azione nella corte interna dello storico edificio. L’azione performativa esplora, coerentemente con la ricerca artistica di Albanese, la connessione tra mente e corpo nello spazio attraverso la danza, e trova ispirazione nell’elemento naturale. È infatti dall’osservazione delle straordinarie combinazioni geometriche descritte dagli stormi in volo all’imbrunire, che nasce il progetto Birds Flocking 2° Studio. Le evoluzioni aeree degli stormi, che appaiono al contempo casuali e organizzate secondo logiche matematiche complesse, si fanno metafora dell’interazione tra il singolo e la moltitudine, e della ricerca di un accordo tra libertà individuale e responsabilità collettiva. Birds Flocking 2° Studio” Compagnia Stalker_Daniele Albanese. Produzione Nanou Associazione Culturale in collaborazione con Fondazione Teatro Comunale di Ferrara. A Ferrara il 
15/10, dalle ore 16.00, e dalle 19,00 alle 19,30.

 

 

 

 

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