Lampedusa, non solo migranti

Dopo lo sbarco della scorsa notta dalla Sea Watch, gli interrogativi sugli sviluppi della vicenda politica e giudiziaria. Il sindaco Martello: «Nell’ultimo mese sono approdate 26 barche, con 500 persone». I problemi di un’isola che chiede attenzione: sanità e trasporti i nodi cruciali

Lampedusa si è svegliata come sempre. All’apparenza tutto tranquillo nell’isola delle Pelagie in questi giorni affollata di turisti.

Ma non è un giorno come gli altri. Sono sbarcati nella notte i 40 migranti a bordo della Sea Watch. La comandante della nave della Ong tedesca, battente bandiera olandese, è stata arrestata. La nave ha forzato il blocco. A bordo, insieme alla comandante e al suo equipaggio, ai 40 migranti ridotti ormai allo stremo, c’erano anche i parlamentari arrivati giovedì a Lampedusa.

I migranti sono stati portati nel centro di contrada Imbriacola. Presto saliranno sugli aliscafi che li trasporteranno ad Agrigento. Quel centro, dove fino a qualche anno fa venivano ammassati centinaia di migranti, spesso al centro di tante polemiche, dopo l’incendio del 2011, non ospita più i migranti. Restano lì solo una notte o due.

Ma i 40 sbarcati ieri non sono gli unici. Nell’isola continuano ad arrivare molte imbarcazioni di fortuna, con un piccolo numero di migranti a bordo. Gli abitanti lo sanno e per questo la rabbia è maggiore: perché vedono con i loro occhi una realtà diversa da quella che viene raccontata. «Nell’ultimo mese – spiega il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello – sono arrivate quasi 26 barche e più di 500 persone». Non c’è polemica nelle parole del primo cittadino, solo una dura constatazione. Una notizia che tanti conoscono: accade da mesi a Lampedusa, così come in Calabria, in Puglia o in Sicilia. Ma che raramente filtra… Gli sbarchi non si sono mai fermati, anche se quasi nessuno ne parla. Mentre 40 persone restavano in mezzo al mare, centinaia sono sbarcati in modo autonomo, con i cosidetti «barchini». Per loro, non c’era nessun “blocco”. Sono arrivati indisturbati. Del loro approdo resta solo la testimonianza delle barche ammassate al Molo Favaloro, poco distante dal luogo dove papa Francesco celebrò la messa 6 anni fa, nel giorno della sua visita a Lampedusa, la prima del suo pontificato. Lo chiamano il «cimitero delle barche».

Gli abitanti dell’isola (6000 in tutto, distribuiti tra Lampedusa e Linosa) vivono con insofferenza tutto questo. Guardano la realtà con gli occhi di chi è costretto a vivere, tutti i giorni, con i problemi della distanza geografica e dell’isolamento. A Lampedusa e Linosa, niente è come altrove. Nell’arcipelago più meridionale d’Italia, più vicino all’Africa che alla Sicilia, c’è rabbia e insofferenza. «Qui i problemi sono altri – aggiunge il sindaco, Salvatore Martello –, la gente è stanca di vedere tanta attenzione e la presenza di tanti esponenti politici quando arrivano i migranti. Quando scriviamo per segnalare i nostri problemi, nessuno ci dà ascolto!».

Ci sono i problemi sanitari. Nell’isola c’è solo un Pte. «Da qualche mese è stata eliminata la seconda Guardia Medica – spiega Martello –, hanno detto che non serviva più perché non c’erano più gli sbarchi. Quando l’unico medico è fuori per i soccorsi, gli abitanti trovano la porta chiusa». E da queste parti non si può certo correre nel comune vicino! A Lampedusa non nascono i bambini. Le mamme in attesa sono costrette a trasferirsi in Sicilia, con largo anticipo. I bambini vengono alla luce a Palermo o ad Agrigento. E in caso di necessità, o per un parto prematuro, scatta l’emergenza.

Poi c’è il problema dei trasporti. La nave Sansovino, che collegava le isole a Porto Empedocle, è stata destinata alla rotta Napoli-Lipari. A Lampedusa è stata destinata la Pietro Novelli. «È una nave troppo piccola, non basta per i passeggeri, ha solo 15 cabine, né per i mezzi che trasportano le merci. Per Lampedusa sono merci di prima necessità». Anche la Pietro Novelli, nel frattempo, è andata in avaria. Al suo posto arriva la Paolo Veronesi. Il sindaco è categorico.«La Siremar deve garantire i servizi nell’isola. Se lunedì non arriverà la Sansovino, bloccheremo noi il porto».

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