La tenacia di chi arriva da lontano

Il racconto di Abdou, primo avvocato di origine africana del Foro di Milano

Esco lentamente da casa di amici e a malincuore chiudo il cancello dietro di me. Vorrei restare ancora… Ma guardo avanti, animata da coraggio e speranza. Ho appena ascoltato una storia vera, quella di Abdou. È una di quelle storie che, una volta udite, riaccendono la consapevolezza e la voglia di affrontare il futuro. Una storia indelebile, luminosa, proprio come le scintille degli accendini variopinti che il papà di Abdou cercava di vendere ai passanti.

Nel primo di una serie di incontri dedicati ad “accoglienza, integrazione, diversità e dialogo con l’altro”, sabato 13 ottobre Abdoulaye Mbodj ha presentato a Milano il libro Il sogno di un venditore di accendini (scritto da F. Fialdini per Città Nuova), che racconta di un momento delicato e tenace nella storia della sua famiglia.

«Mio padre Alí ha lasciato il Senegal nel 1988 – ci spiega Abdou –. Ha lasciato me, mia sorella e mia madre ed è arrivato in Italia per cercare una vita nuova, per dare a noi un futuro».

Come? Alì fa il ‘vu cumprà’. È un lavoro umile, incerto. Alì lo fa con sacrificio e senza garanzie, ma non abbandona l’ottimismo né la fiducia. Ben presto gli sforzi lo ripagano. Riesce a far studiare i figli e permette loro di realizzare il proprio sogno: Abdou diviene il primo avvocato di origine africana del Foro di Milano. Sua sorella è un ingegnere civile. Il terzogenito invece studia come perito agrario.

«Non bisogna mai smettere di lottare per ciò in cui si crede e non bisogna smettere di osare». Ascoltare Abdou è stimolante. Parla con ironia e schiettezza, con un racconto trascinante in cui si intrecciano vite e ricordi: dai primi giorni di scuola elementare a Casalpusterlengo sino alla professione di avvocato. Il suo è un percorso fatto di quotidianità e sagacia, ancorato ad alcuni capisaldi. La forza d’animo, che fende le difficoltà e sprona a non mollare. La famiglia, che lo ha sempre sostenuto e attraverso cui ha potuto mantenere viva l’identità culturale del proprio paese. La solidarietà, quella che Abdou ha trovato all’oratorio, ma anche quella che più semplicemente si instaura tra chi, ogni giorno, è capace di non fermarsi alle differenze e ai luoghi comuni.

Attraverso i racconti di Abdou e le parole del libro, possiamo ripercorrere le tappe di coraggio, di dignità mai sottaciuta, di capacità di reinventarsi e persistere che hanno costellato la vita di Alì prima e poi quella di suo figlio. Perché «a ciascuno è data una possibilità di realizzazione. Spetta a noi iniziare a costruirla, con perseveranza».

 

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