La straordinaria magia della vita

Graziella, la mia bambina di 4 anni e mezzo, l’altro giorno ha chiesto alla nonna come nascono i bambini. La nonna ha risposto a suo modo, aggiungendo perfino la cicogna… Mi chiedo cosa penserà la piccola. E poi come bisogna rispondere a questo tipo di domande?. Loredana La nonna ha risposto come poteva e forse con le stesse parole che ha ascoltato quando era piccola. Sappiamo che oggi non si fa così. Infatti molti anni sono trascorsi da quando le fiabe, le leggende e i miti venivano utilizzati per fornire spiegazioni ai bambini di fenomeni reali, ma nello stesso tempo misteriosi. Gli adulti, a poco a poco, si sono convinti che non era possibile continuare trattare i propri figli come ingenui e incapaci a comprendere certe realtà ed hanno quindi cercato giustamente di trovare spiegazioni sempre più credibili e accettabili da loro. Non sempre però è facile aver pronte le parole più adatte. Talvolta ci vengono spontanee risposte con termini troppo tecnici o scientifici, creando così confusione nel bambino che ci sta ascoltando. E allora come fare? È importante rispondere con semplicità e verità. Le parole cerchiamole dentro di noi, mettendoci nei panni del bambino e comunicandogli quello che in quel momento viene spontaneo, evitando possibilmente espressioni che lui non è in grado di comprendere subito. Un aspetto importante da comunicare è come una nascita sia frutto dell’amore reciproco fra il papà e la mamma e come questo loro amore abbia generato il desiderio di avere un figlio. Si può ad esempio cominciare dicendo che i bambini crescono nella pancia della mamma… e poi pian piano procedere a ritroso fino al concepimento. In questo modo la nascita non è per il bambino un evento a sé stante, ma è frutto dell’amore, espressione concreta di esso, e quindi, come l’amore, contiene anche aspetti misteriosi e affascinanti. E poi, è inutile nascondercelo, i bambini con le loro domande spesso imbarazzanti, ci obbligano a chiarire a noi stessi il significato dei grandi temi della vita, come l’amore, la sofferenza, la morte, Dio. Dalle nostre risposte, e soprattutto dal nostro esempio, il bambino imparerà a rapportarsi con sé stesso e con gli altri in modo sereno, aperto e costruttivo. Inoltre occorre ricordare che bisogna sempre rispondere alle domande dei bambini e mai rimandare dicendo: Quando sarai più grande te lo spiegherò. Le risposte dovrebbero essere possibilmente brevi, fino a quando il bambino è disposto ad ascoltare. Da evitare infine l’interrogatorio successivo, tipo: Hai capito? Ripetimi quello che ti ho detto…. Se qualcosa non gli è chiaro, ce lo chiederà spontaneamente; altrimenti significa che andava bene così. Non dimentichiamoci mai della dimensione del sacro e del mistero, perché nel bambino è presente una fortissima sensibilità verso questi temi e verso il religioso. Guai a non condividere con loro, fin da piccoli, la nostra visione della vita. Sarebbe un errore grave. E allora, con tutta la passione, la libertà, lo stupore, il fascino possibile, comunichiamogli che la nascita è prima di tutto un dono di Dio, di un Dio che ci ama immensamente. acetiezio@iol.it HANNO DETTO A proposito dell’apprendimento del sacro, ecco cosa ha detto un grande psichiatra,Vittorino Andreoli: Per il bambino tutto il mondo è un mistero e ogni insegnamento può assumere le caratteristiche di un messaggio sacro. L’apprendimento e la discussione della dimensione religiosa lo aiuterà a elaborare una visione di sé in rapporto col mondo esterno più complessa e strutturata. Oltre a proporre una relazione più significativa con la natura, infatti, la religione mette l’uomo alle dipendenze di un Padre, che è poi il padre di tutti i padri, e questo aiuta il bambino a porre un limite al suo io e stimola in lui la sensazione di appartenere ad un’unica famiglia.

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