Per la sicurezza essenziale la protezione degli spazi pubblici

Alcune priorità oltre lo scambio di informazioni, la privazione dei mezzi d'azione dei terroristi, il rafforzamento delle frontiere esterne e il contrasto alla radicalizzazione del terrorismo

 

Quando oggi si parla di sicurezza, il primo pensiero va ai più recenti attentati terroristici che hanno dimostrato le difficoltà nel proteggere gli spazi pubblici in Europa. Per questo la Commissione europea, nell’ambito della strategia per una Unione della sicurezza, ha presentato un piano piano d’azione per rafforzare il sostegno agli sforzi degli Stati membri dell’Unione europea (Ue) per proteggere gli spazi pubblici e ridurne la vulnerabilità. Oltre a offrire un sostegno finanziario di 18,5 milioni di euro con il Fondo sicurezza interna, al fine di realizzare dei progetti transnazionali riguardanti la protezione degli spazi pubblici, nel 2018 arriveranno altri 100 milioni di euro a quelle città che investiranno in azioni urbane innovative che affrontino il tema della sicurezza.

Inoltre, la Commissione europea intende pubblicare del materiale orientativo per aiutare gli Stati membri a sensibilizzare i cittadini e a meglio proteggere gli spazi pubblici fin dalla loro progettazione, un approccio che effettivamente dovremo adottare in ogni città. Utile anche la prossima istituzione di un Forum dei professionisti del settore della sicurezza degli spazi pubblici e l’attivazione di una piattaforma di formazione comune. Infatti, migliorare la cooperazione fra le istituzioni e il settore privato, sia a livello locale che a livello europeo, nonché lo scambio di informazioni, è un elemento fondamentale nel contrastare gli attuali fenomeni terroristici che superano le frontiere.

La Commissione europea intende anche rafforzare, a livello dell’Ue, la preparazione e la risposta contro possibili attentati compiuti con sostanze chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (Cbrn), seppure si tratti di remote. Inoltre, la Commissione europea prevede la creazione di una rete dell’Ue per la sicurezza Cbrn e di un polo di conoscenze Cbrn presso il Centro europeo antiterrorismo di Europol.

Ovviamente, per impedire il compimento di altri attentati, è essenziale privare i terroristi dei loro mezzi d’azione. Per questo, la Commissione europea ha presentato una serie di misure per limitare l’accesso alle sostanze utilizzabili per la fabbricazione di esplosivi artigianali, per aiutare le autorità giudiziarie e di contrasto nelle indagini penali in cui si riscontrano informazioni criptate, per contrastare il finanziamento del terrorismo valutando gli ostacoli all’accesso ai dati delle operazioni finanziarie in altri Stati membri, per consolidare l’azione esterna dell’Ue relativa alla lotta contro il terrorismo, rafforzando la cooperazione di Europol con i Paesi esterni all’Ue.

Ancora, sono in corso iniziative volte a istituire un sistema europeo di informazione e autorizzazione per i viaggi (Etias) che permetterà di effettuare controlli di sicurezza sui passeggeri che viaggiano in Europa in regime di esenzione del visto prima di arrivare alle nostre frontiere.

Infine, la Commissione europea ha proposto delle misure per contrastare la radicalizzazione di potenziali terroristi sia online che offline ed intende anche istituire una Unità di intelligence europea, come annunciato dal Presidente Juncker, quale parte della sua visione dell’Ue da qui al 2025.

Julian King, Commissario per l’Unione della sicurezza, ha dichiarato: «Purtroppo il rischio terrorismo non potrà mai essere pari a zero. Noi continuiamo però a tagliare i margini di manovra dei terroristi per la preparazione e l’esecuzione dei loro crimini. Poiché le tattiche dei terroristi cambiano, intensifichiamo il sostegno fornito agli Stati membri per far fronte alle minacce: li aiutiamo a proteggere gli spazi pubblici di incontro dei cittadini, impedendo al tempo stesso l’accesso dei terroristi alle sostanze pericolose utilizzabili per la fabbricazione di ordigni e alle fonti di finanziamento».

Le proposte della Commissione europea possono sicuramente essere utili ad affrontare il problema del terrorismo, della criminalità organizzata e delle risorse che li sostengono, nonché a rafforzare le nostre difese e la risposta ad atti terroristici, ma è essenziale che gli Stati membri si decidano a collaborare seriamente, condividendo informazioni sensibili, uomini e mezzi. Il presupposto di tutto questo è la fiducia tra i vari Stati membri che, in questo momento storico, certamente non è al massimo. Però, come spesso accaduto nel corso del processo di integrazione europea, proprio la necessità di affrontare i problemi che stanno a cuore ai cittadini potrebbe spingere gli Stati membri ad agire superando le loro riluttanze.

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