La posta del direttore

CATTOLICI E PLURALISMO POLITICO Ho letto la vostra rivista da moltissimi anni, interrompendo volutamente nel periodo in cui le vostre incomprensibili e inaccettabili posizioni politiche dichiaratamente a sinistra mi fecero dubitare della vostra sincerità e chiarezza di idee. Pur conoscendo la validità e profondità di fede del Movimento dei focolari mi sentii tradita. Nessun cattolico potrebbe mai e poi mai essere politicamente a sinistra. Mi sembra di capire che oggi le vostre posizioni si sono ammorbidite e leggermente cambiate, e mi fa molto piacere, come fa piacere anche ad amici e conoscenti che hanno ripreso, come me, a leggere Città nuova. È vero che questa mia polemica arriva in ritardo, ma l’amarezza e la delusione non mi permettevano di scrivervi con animo sereno. L’occasione, invece, di questa mia email è quella di farvi i complimenti per la buona qualità degli articoli e per la ottima cura delle pagine della cultura. Pagine attese e lette con estremo piacere. Non è facile oggi leggere di arte e letteratura, con tale efficacia e capacità di sintesi, di non facile riscontro neppure su riviste specializzate e che rivela anche la vasta preparazione culturale dei giornalisti. Raffaella Socci – Grosseto Gentile signora, grazie per i suoi apprezzamenti per gli articoli culturali. Per quanto riguarda poi le nostre incomprensibili e inaccettabili posizioni politiche, lo sforzo di Città nuova è proprio quello di cercare di comprendere, insieme ai nostri lettori, la ragioni profonde delle diverse scelte politiche. In Italia, ci sono cattolici autentici e coerenti in entrambe le coalizioni; autenticità e coerenza non sono facili da conservare in un terreno pieno di insidie qual è la politica, ma abbiamo costatato che, soprattutto attraverso il dialogo sincero e convinto tra cattolici di diverso orientamento, essi possono aiutarsi reciprocamente a vivere i valori che li ispirano. Il pluralismo politico dei cattolici è un fatto; non possiamo pensare che chi sta da una parte sbagli, e chi sta dall’altra sia nel giusto: in entrambi gli schieramenti i cattolici incontrano delle difficoltà, perché nessuna delle coalizioni ha un programma e dei comportamenti completamente coerenti con la dottrina cattolica. Ma proprio per questo è molto importante la presenza dei cattolici in entrambe: per aiutare a scoprire tutta la profondità dei valori presenti nelle diverse parti, e per far sì che ogni parte li viva sempre meglio. La politica, poi, ha il compito di riunire le parti nel tutto del bene comune. Noi guardiamo con grandissima attenzione alla riflessione e all’azione del Movimento politico per l’unità, espressione del Movimento dei focolari, che è impegnato proprio su questo fronte, senza limitarsi ai cattolici, ma aprendosi anche a tutti coloro che, pur non avendo una fede religiosa, operano per il bene. GLI AMERICANI E IL CODICE DAVINCI Ho letto con molto interesse l’articolo sul libro di Dan Brown e non ho potuto fare a meno di condividere il vostro sdegno nel costatare la popolarità che esso ha avuto. Mi ha fatto capire quanto può essere facile influenzare l’opinione pubblica, se si riesce a confezionare un prodotto esteticamente attraente, con un contenuto intrigante e, per alcuni, anche rivelatore di presunte verità. Ho passato dieci anni della mia vita a Chicago, mi sono sposato lì, e lì sono nati i nostri due figli; dieci anni che mi hanno dato modo di capire e apprezzare il mondo e il popolo statunitense, ma anche di vedere come questo ambiente sia esposto a tante diverse correnti di pensiero, che spingono poi gli individui a voler andare in cerca ognuno della propria verità. Infatti, nella mia ultima visita, ho potuto vedere l’eccezionale successo che questo libro ha avuto, non solo come vendita, ma anche, purtroppo, nell’ottenere consenso tra la gente, che ora è convinta che Gesù avesse una moglie, che avesse fratelli, che la Madonna avrebbe avuto altri figli… dando quindi molta più credibilità ad un lavoro fatto solo per avere soldi e fama che non a 2000 anni di studi seri sui Vangeli. Ezio De Ascentiis – Nereto NICOLA CALIPARI E GLI ALTRI VERI EROI Un vero eroe Nicola Calipari morto nello svolgimento del suo lavoro e con un atto che va molto al di là del solo lavoro. Ha protetto la giornalista col proprio corpo! Que- sti sono gli uomini che fanno grande l’Italia e di cui abbiamo tanto bisogno. Persone che agiscono senza telecamere, fanno lavori pericolosi e importanti; in silenzio, senza pubblicità. Da queste persone imparino quanti non perdono occasione per mettersi in mostra per ottenere consensi per mantenere le loro poltrone e i loro begli stipendi, parlando di pace e libertà, democrazia e sicurezza. Tacciano questi signori, per favore, e vadano a scuola da chi la libertà, la pace, la democrazia, le difende con i fatti e a prezzo della propria vita, non con le chiacchiere, come insegnano: Calipari, Falcone, Borsellino, e tanti altri sconosciuti, caduti per difendere le leggi dello stato, per altruismo e generosità. Giuseppe Comunanza (A.P.) Sono assolutamente d’accordo sulla grandezza d’animo di Nicola Calipari e degli altri eroi che lei cita, veri servitori dello stato, e che fanno grande l’Italia. Purtroppo c’è del vero anche nelle altre sue considerazioni su chi strumentalizza e spesso distorce i fatti. Ma sono proprio i fatti che continueranno a parlare, onorando la verità a dispetto delle esibizioni mediatiche oggi così voracemente appetite. I nostri vecchi dicevano che il tempo è galantuomo. Ciò non significa ovviamente che non si debbano denunciare e combattere i mali che sappiamo riconoscere. Pacificamente. IL SILENZIO DEL PAPA Il sole, prima di tramontare, sembra attardarsi un momento sulla linea dell’orizzonte. Ciò accade perché la consapevolezza di una cosa aumenta allorché stiamo per perderla. Così, quando per un uomo incalzano i segnali inequivocabili della fase conclusiva del declino, agli occhi degli altri, si compone l’affresco della sua vita. Perché alla fine, oltre ogni aspirazione, una persona è solo la sua storia effettiva. Chi è veramente il pontefice dalla mano tremula, l’uomo che, avendo a disposizione l’etere, vorrebbe riversare sul mondo fiumi di parole, ma invano? Ora egli articola i suoni sempre più a fatica, fino al silenzio. Indicando a tutti che c’è un tempo per parlare ed uno per tacere, che esiste, per ogni vivente, l’ora dell’azione e quella dell’impotenza. Che ciò vale per tutti, ed è giusto anche per lui. Mentre scende la sera del suo giorno terreno, ognuno comprende che egli evoca un altro, di cui è ritenuto vicario. Un altro rimasto nascosto, per trent’anni, che per tre anni ha agito e predicato. E che, infine, per tre ore ha taciuto, soffrendo ed offrendo.Ma tutti sanno che il silenzio delle ultime ore di quell’uomo è racchiuso in un segno che nessuna parola può esprimere. Perché non si comunica solo a parole e ci sono situazioni in cui l’esserci è ancora più eloquente. Giovanni Paolo. Appena ieri brandiva la croce quale arma di pace, sorrideva alle folle, discendeva nevosi declini, sorvolava infaticabile il mondo… Gli amici lo apprezzavano per la capacità di fondere azione e contemplazione. Gli avversari gli riconoscevano la tenacia di perseguire un progetto. Con idealità razionale ed entusiasmo realistico. Esigente ed equilibrato, ad un tempo, giovanile e maturo, determinato e dolce. Emblema dell’eroe vincente, ha modellato, senza esaltarsi né illudersi, le ultime ore di un secolo da lui definito terribile ed affascinante. Per l’ultima generazione, il papa è lui, non avendone conosciuto altri. Per questi giovani sarà normale aspettarsi dai successori di Wojtyla la stessa gestualità, il viaggio come stile ordinario di presenza fra gli uomini, le giornate della gioventù, le folle oceaniche riservate solo a divi e capi carismatici… Eppure, mai come ora che da eroe si è trasformato in vittima, questo papa è entrato nel cuore della gente. Solo adesso, egli appare, agli occhi di tutti, semplicemente uomo, espressione della universale condizione umana. Lui, l’individuo che da giovane aveva lavorato in fabbrica e miniera e che da papa aveva mosso ignote potenze ad attentare alla sua vita, ora è associato alla quotidiana decadenza di ogni anziano. Ora rischia di morire di un male tipico della vecchiaia e delle complicazioni di un’influenza. Ma è proprio questo declinare progressivo, ordinario ed inglorioso, comune ad ogni uomo, questo cotidie morior, che lo rende vicino, credibile. La parte segreta del messaggio di Fatima rappresentava un vescovo vestito di bianco il quale, insieme ad altri, saliva barcollando il fianco di una collina, cadendo alla fine sotto il fuoco di misteriosi nemici. Hanno osservato che, essendo stato vanificato, per intervento divino, tale delittuoso progetto, il segreto può considerarsi annullato. Pochi considerano che quella profezia appartiene al presente. Che il martirio più angosciante è quello quotidiano ed incruento. Luciano Verdone – Teramo Non possiamo che rallegrarci per il rientro del papa in Vaticano dopo questa seconda sofferta degenza al Gemelli dove gli è stata praticata la tracheotomia e restituita una pur debole voce. Ciò però non toglie senso ai pensieri condensati in questo scritto che sottolinea il senso più profondo di ciò che Giovanni Paolo II sta vivendo in questa fase della sua vita.

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