La mia piccola amica Maria

Al tavolino di un bar con una coca e un hamburger Francesco ci racconta come un semplice viaggio in America Latina l’abbia reso protagonista di una bellissima avventura di solidarietà che, oltre alla sua famiglia, ha coinvolto tante persone della Liguria e tantissime altre dall’Italia e anche oltre

Vent’anni compiuti da poco: studente di Storia all’Università di Genova, Francesco è un ragazzo dal viso pulito, sorridente, ricco di tanti valori e di una semplicità disarmante. Abita nell’entroterra di Genova con due sorelle, papà Cristino e mamma Eugenia. «Il liceo l’ho frequentato a Ovada dalle Madri Pie Franzoniane, la loro congregazione ha case nei continenti. Una volta sono venute alcune suore dal Perù e ci hanno raccontato la vita nelle missioni. Il lavoro che svolgono, l’impegno per l’evangelizzazione e la promozione umana verso i più poveri». Alcuni studenti si entusiasmano al sentire raccontare tanti fatti di là. Tra gli entusiasti c’è Francesco che decide di trascorrere un mese in Perù. «Ho deciso di partire dopo qualche settimana di riflessione, però man mano che s’avvicinava la data della partenza sorgevano vari interrogativi. Avevo compiuto da poco 19 anni, non conoscevo nemmeno una parola di spagnolo. Poi ero solo, soprattutto cosa avrei fatto in mezzo alle suore?». Ma il biglietto ormai era pronto, e Francesco parte da Linate destinazione Lima, è il 21 giugno. «Arrivo e mi si allarga subito il cuore, ci sono le suore ad aspettarmi, non le stesse venute a parlare nel mio liceo ma hanno gli stessi occhi luminosi e felici. Una festa bellissima.

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Partiamo alla volta di Callao dove hanno una loro casa di missione. Dopo alcuni giorni, mi metto a disposizione, anzi, vengo coinvolto dalle suore, per diverse mansioni. Lavoretti più o meno importanti che mi fanno sentire utile e soprattutto comincio a stabilire “per forza” contatti con persone che non parlano la mia lingua, il che fa diventare ancora più bella questa mia esperienza. Tra queste persone conosco Maria, una bimba di 7 anni, con problemi notevoli alla vista. Giochiamo insieme, lei vivacissima non la smette un minuto di parlare. Io capisco ben poco, però di fatto c’è stata subito una grande complicità tanto che non si è più staccata da me fino alla mia partenza per l’Italia».

Sull’aereo che lo riporta verso casa assieme alle valigie, c’è un ricordo speciale di cui Francesco fa fatica a staccarsi, è Maria con la sua vivacità, la sua voglia di giocare, di correre e sbizzarrirsi, di poter vedere il mondo che le sta attorno. Una volta a casa, Francesco ha molto da raccontare, tanto che papa mamma e sorelle decidono di attuare il suo sogno. Sono tutti d’accordo che Maria possa trascorrere un periodo a casa loro. Ma la cosa non è poi così semplice: Maria è ospitata dalle suore, ha solo il papà. È minorenne, è non vedente. Ma anche se la burocrazia è tanta, pian piano si supera. E poi in casa bisogna fargli posto e Francesco naturalmente cede la sua camera. Dal Perù a Genova il viaggio si concretizza. Ora è tutta la famiglia a mettersi in gioco da mamma Eugenia e papà Cristino alle due sorelle Luisa-Aurelia ed Angelica.

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Accade di tutto in un susseguirsi di vicende che danno il sapore a questa storia di qualcosa veramente straordinario e coinvolgente. «Appena saputo che Maria poteva venire, ho raccontato l’avventura che stavamo vivendo a tanti amici e alle persone del mio paesetto. In poco tempo si sono verificati fatti bellissimi che davano la certezza che fare qualcosa per gli altri arricchisce e apre il cuore. Sono arrivati soldi per il biglietto aereo, tanto che abbiamo superato il problema del costo. Francesco, Luisa Aurelia ed Angelica erano stupiti dal fatto che tante persone volessero condividere con noi questa avventura».
Maria è arrivata al 18 dicembre, e fin dall’arrivo è stata una festa, naturalmente il primo abbraccio è stato per Francesco e nonostante il fuso orario non ha smesso di parlare fino all’arrivo a casa. «Si è subito inserita in famiglia come se ci avesse sempre conosciuto e in casa è iniziata un’esperienza straordinaria e nello stesso tempo normalissima, fatta di vita quotidiana e di giornate bellissime, non prive di difficoltà ma che terminano sempre con le preghiere recitate tutti insieme seduti nel letto di Maria. Fin dai primi giorni dall’arrivo di Maria le persone coinvolte aumentano perché Maria con la sua gioia contagiosa ha preso il cuore di tanti.
Grazie a Roberta, una nostra amica infermiera, si è aperta la strada per le cure mediche, un bravo oculista si è reso disponibile per una visita approfondita. «Questo specialista, in maniera sorprendente, ci ha fatto conoscere altri medici e professori universitari di fama nazionale e specialisti per il glaucoma – dice papà Cristino –. Siamo stati all’ospedale di Carrara, poi a quello di Pisa e a Parma e l’avventura continuerà perché dovremo allungare la permanenza di Maria che dovrà essere sottoposta a un intervento chirurgico». Ogni giorno è una sorpresa, conclude felice Francesco, «perché si cambiano continuamente i programmi, ma soprattutto ci rende una famiglia davvero unita».

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