La lotta contro i tumori: bilancio di un anno

È tradizione che ogni anno si celebri in Italia la settimana della lotta contro i tumori, per raccogliere fondi e informare la popolazione. Ricordiamo che l’uomo è colpito da circa cento tipi di neoplasie, la cui frequenza è in continuo incremento nei paesi ricchi, parallelamente all’aumento della vita media. Molti passi sono stati fatti, come dimostra il grafico riportato, altri debbono essere compiuti. Se la diagnosi è fatta precocemente alcuni tumori sono ben curabili (sottolineo curabili, non soggetti a guarigione definitiva), come quello del seno, altri poco, come quello del polmone. Uno dei problemi dunque è che si arrivi ad una diagnosi precoce e ciò non sempre si verifica, nonostante la disponibilità d’uomini, mezzi e risorse in genere. I bilanci governativi dei paesi industrializzati sono gravati da spese notevoli per la sanità, senza un corrispettivo beneficio da parte della popolazione. Il problema è, evidentemente, anche di tipo culturale. Manca un’adeguata informazione e formazione; il linguaggio degli scienziati è lontano anni luce da quello dei cittadini. Molti, anziché sottoporsi ai necessari controlli periodici, attendono la magia di una scoperta che risolva tutto in fretta e per bene. Di qui le notizie di cure miracolose, le attese messianiche, seguite da dolorose delusioni. Ciò avviene anche perché l’inizio di queste malattie è subdolo. Si tratta di un difetto di comunicazione che si verifica tra i vari tipi di cellule: un messaggio sbagliato tra i miliardi di cellule che formano l’organismo umano. Questi messaggi partono dal genoma umano, ma non è sufficiente sapere soltanto il numero dei geni che lo formano, bisogna conoscere, uno per uno, quali funzioni svolgono e perché. Un’impresa già iniziata che, secondo gli esperti, chiederà altri 10- 15 anni di lavoro. Solo allora sarà possibile individuare e bloccare, con farmaci di nuova generazione, quei difetti di trasmissione di segnali tra i vari tipi di cellule che sono la base di partenza dei processi neoplastici. Ma tutto ciò avviene senza che il nostro corpo avverta alcunché: niente febbre, dolori, dimagramento, stanchezza. Questi sintomi si notano quando ormai il tumore ha raggiunto dimensioni tali che la diagnosi non è più precoce e la terapia è quindi meno efficace. Ciò spiega perché da qualche tempo si sottolinea la necessità di un’adeguata educazione sanitaria, di una divulgazione fatta con un linguaggio che risulti comprensibile ed induca la popolazione a sottoporsi a controlli periodici ben mirati, insieme a mutamenti di quegli stili di vita che sappiamo essere corresponsabili nello sviluppo dei tumori. Non dobbiamo pensare infatti che i progressi della genetica risolveranno da soli il problema. I tumori che si sviluppano per l’azione predominante di un gene sono rarissimi. Frequente è invece una predisposizione genetica, su cui agisce un comportamento nocivo dell’uomo che ne è portatore. Il 95 per cento dei tumori del polmone sono dovuti al fumo di sigarette; spesso l’obesità contribuisce allo sviluppo dei tumori del seno e del colon. Ecco quindi l’invito non soltanto a finanziare la ricerca di base, ma anche a stabilire una comunicazione adeguata tra mondo scientifico e popolazione. Questa battaglia sarà vinta soltanto così, rendendo coscienti i cittadini del compito che anche loro spetta e finanziando correttamente la ricerca di base. Tassi di sopravvivenza sui principali tipi di tumori Mammella 81% Linfoma di Hodgkin 79% Corpo dell’utero 78% Melanoma 78% Prostata 66% Colon 53% Retto 50% Polmone 10%

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