La Giunta azzerata

Alemanno congeda i suoi assessori per avviare una nuova fase che dia maggior impulso alla governabilità della Capitale. Luci e ombre di una decisione
Gianni Alemanno

Che sia stato un fulmine a ciel sereno è difficile affermarlo. Che sia stato un fulmine di forte potenza è sicuramente ammissibile. Parliamo dell’azzeramento della Giunta Alemanno di Roma che come si può facilmente immaginare ha riempito le cronache di tutti i media, grandi e piccoli, perché è la “giunta Capitale”, visto che il comune di Roma ha recentemente cambiato nome e funzione, divenendo appunto Roma Capitale, in attesa del completamento della riforma che prevede la nascita delle Città metropolitane.

 

E’ difficile districarsi nella ridda di congratulazioni o polemiche seguite all’andate tutti a casa impartita dal primo cittadino capitolino. E’ sicuramente un atto di coraggio, visti i tempi dove la poltrona è divenuta il totem più adulato delle assisi politiche e, del resto Gianni Alemanno mostra sicurezza e determinazione: «Ora – dice il sindaco – è necessario lavorare per fare in modo che i progetti e i nuovi poteri di Roma Capitale vengano rapidamente calati sul territorio con una grande attenzione alla qualità della vita dei cittadini e dei quartieri. Per questo motivo è necessario avviare un cambiamento della Giunta che fissi per ogni assessore, le deleghe, gli obiettivi prioritari che garantiscano la piena sintonia con le categorie sociali e produttive della città». 

 

Ma al di là del conosciuto ed apprezzato decisionismo di Alemanno, che peraltro da vari mesi mandava segnali chiari ai suoi assessori e delegati per un cambio di marcia, la decisione di cambiare tutta la squadra, pone qualche domanda che circola sia nei corridoi della politica, come nelle file tra un caffè o l’attesa della metropolitana. Ma la cosiddetta “parentopoli” ha influito nello scossone? Certamente l’affaire emerso di facili assunzioni ha spiazzato lo stesso sindaco che aveva, peraltro, messo da tempo all’ordine del giorno dell’Assemblea Capitolina (nuovo nome del Consiglio comunale romano) un codice etico proprio sulle assunzioni di parenti. Per cui qualche peso la cosa ha avuto.

 

Seconda domanda: la giovinezza e la non forte esperienza amministrativa di tanti collaboratori di Alemanno, ha influito al forte ribasso in gradimento emerso da un recente sondaggio del Sole 24ore (-3,5%) che lo ha fatto piombare, dopo averne toccato i vertici di apprezzamento, al 72° posto? Qualche esponente politico dello stesso centro-destra afferma che «un bravo ammiraglio deve essere bravo, non solo a raggiungere il porto, ma a scegliere il suo equipaggio, senza il quale non si va molto lontano». Qualcun’altro parla di una sottintesa dichiarazione di inadeguatezza a cui il sindaco è costretto a rimediare dando una vera prova di forza. Ma l’analisi non può prescindere anche da altri fattori: anzitutto la questione nazionale e i conseguenti equilibri di forza che entrambi gli schieramenti sono impegnati a risolvere. Poi c’è il ruolo di Alemanno in uno scenario nazionale, qualora venisse riconfermato il centro-destra, in una possibile tornata elettorale. Qui le polemiche divampano pensando soprattutto all’ingerenza dei partiti o dei loro notabili, nonostante l’elezione diretta del sindaco abbia allontanato questa atavica modalità.

 

Altro elemento che forse è più sottile, ma da non eludere, è la difficoltà di guidare una giunta di centro-destra, che ha trovato la vittoria senza forse aspettarselo, dopo 16 anni di governo di centro-sinistra. E si sa che gli apparati amministrativi-burocratici pubblici, specie quelli dirigenziali, sono spesso tinti del proprio “colore”, per cui prima di trovare la squadra del proprio programma, occorre tempo e una fatica maggiore.  Comunque rimane il fatto che Roma merita di essere governata con obiettivi forti e chiari da raggiungere senza se e senza ma. Ci sono periferie che non devono assolutamente rischiare di sperimentare ciò che avviene od è avvenuto nelle banlieue, a Parigi o a Tunisi, ci sono manifesti o invisibili problemi sociali da affrontare (immigrazione, povertà, Rom, dipendenze, ecc.), la riqualificazione urbana, la cultura, il turismo, ecc.

 

Ci auguriamo che la prova di forza di Gianni Alemanno abbia come risultato l’effettiva fase 2 di un Governo attento al bene comune, alla cosa pubblica, alle esigenze dei cittadini. E auguriamo al sindaco di poter sviluppare una maggiore coesione sociale, una migliore attenzione alla comunità.

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