La famiglia ha parlato

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Iproblemi su cui il Family day sollecitava l’attenzione erano grandi. Non si trattava soltanto di aiuti economici a coppie rese più felici ma più povere dall’arrivo di due o più figli. La preoccupazione profonda viene dall’ansia crescente nel nostro Paese per un domani con pochi riferimenti certi, sia di valori, sia di progetti, perché manca la forza per guardare con fiducia al futuro. Il calo demografico di questi anni lo conferma. Nei tre mesi intercorsi da quando la famiglia è diventata improvvisamente di attualità, di queste analisi se ne sono fatte molte e tutti, chi più e chi meno, ci siamo potuti rendere conto di quanto fosse svantaggioso (per persone senza rendite, senza aiuti dai parenti, con lavori troppo spesso precari) mettere su famiglia. Possiamo dire che sia successo qualcosa di nuovo con questo 12 maggio? Per chi era in piazza non c’è alcun dubbio nel rispondere di sì. Ma anche per chi non c’era: basta leggere i commenti dei media, le interviste ai politici, le dichiarazioni dei leader della finanza. Presentato spesso come il risultato di una polemica fra Stato e Chiesa o tra diversi schieramenti politici, il Family day non si è rivelato tale. La Chiesa ama la famiglia e ce l’ha nel cuore: è bastato sentire Giovanni Paolo II nel video inedito trasmesso in piazza. E lo Stato sta lavorando per trovare idonee soluzioni politiche come è suo compito. Si temeva poi che il tema famiglia potesse essere strumentaliz- zato per fini meno nobili. Questo non è avvenuto, nonostante qualche maldestro tentativo naufragato da solo; perché la famiglia, che della società costituisce la rete di relazioni, che la compone e la rende coesa, ha nel passaparola anche un suo strumento di protezione che la rende meno scalfibile da chi volesse strumentalizzarla. È stato inoltre il giorno in cui abbiamo visto la nascita di un nuovo soggetto collettivo. Le famiglie, da cellule aggregate attorno a tante differenti realtà (parrocchia, associazioni educative, sindacati, ecc.) che pur hanno il merito di dare rilievo alla sua funzione pubblica, con questa giornata si sono manifestate come nuovo soggetto sociale. Pur provenendo da itinerari culturali diversi, esse hanno presentato una unica realtà progettuale di famiglia e di società offrendosi (come ha testimoniato in piazza la famiglia Fabietti di Famiglie Nuove) come singole famiglie e come associazioni, quali interlocutori esperti nei diversi campi del vivere civile. Ora, quel popolo di famiglie aspetta che da tutto questo nascano frutti, dei quali sa di dover ringraziare soprattutto le centinaia di migliaia di bambini che hanno aperto il 12 maggio alla speranza e all’impegno per l’umanità di domani

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