La famiglia comunità di pace

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Il 1° gennaio 1969, quaranta anni fa, si celebrava la prima Giornata mondiale della pace. Un’iniziativa della Chiesa cattolica – poi accolta e fatta propria da tanti Stati – nata dall’intelligente coscienza sociale di Paolo VI. Nel corso degli anni i messaggi pubblicati per la circostanza hanno scandito le tappe di un’intensa e illuminante comprensione della natura e delle esigenze della pace. Quello proposto da Benedetto XVI per il 2008 depone il seme della pace nella famiglia, da dove si può sperare cresca una nuova convivenza sociale. È infatti nella famiglia che vengono assimilati, con naturalezza, l’amore tra fratelli e sorelle, l’attenzione ai membri più deboli perché piccoli o malati o anziani, l’aiuto vicendevole nelle necessità della vita, l’accoglienza e, se necessario, il perdono. È la prima scuola nella quale imparare a costruire rapporti umani autentici e quindi a fare determinanti esperienze di pace. E se la famiglia fosse davvero il segno e l’inizio della grande famiglia umana? Nello sviluppo di questa analogia, il cuore del messaggio del papa. La comunità familiare per prosperare ha bisogno del consenso generoso di tutti i suoi membri? Anche la società non può essere solo un’aggregazione di vicini, ma una comunità di fratelli e sorelle, chiamati a formare una grande famiglia, riconoscendo il Dio la sorgente originaria della comune esistenza. La famiglia ha bisogno di una casa? Anche la famiglia umana ha bisogno di un ambiente a sua misura: la terra, sentita come nostra casa comune, salvaguardata e curata come patrimonio anche alle future generazioni, senza dimenticare i poveri, esclusi in molti casi dalla destinazione universale dei beni del creato. La famiglia fa un’autentica esperienza di pace quando a nessuno manca il necessario, e il patrimonio familiare bene gestito nella solidarietà, senza eccessi e senza sprechi? Quali le conseguenze se questo si portasse sul piano sociale e planetario? Così per le norme comuni che regolano la vita familiare, così da impedire l’individualismo egoistico e a legare insieme i singoli, favorendone la coesistenza armoniosa e l’operosità finalizzata. Ma se la famiglia è la principale agenzia di pace, essa va tutelata e protetta: Chi anche inconsapevolmente osteggia l’istituto familiare rende fragile la pace nell’intera comunità, nazionale e internazionale.

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