La crisi di rappresentatività dei partiti

Scrive Maurice Duverger: «Nel 1850 nessun paese al mondo (tranne gli Stati Uniti) conosceva partiti politici nel senso moderno del termine». In effetti, i partiti si sono sviluppati con l'estensione del suffragio popolare e della democrazia rappresentativa. Nel corso del XX secolo si è avuta la massima affermazione dei partiti politici correlativamente alle ideologie.
La ricerca del consenso è stata vista in funzione dell' affermazione della ideologia. Corrispondentemente i partiti hanno assunto sempre di più la forma di strutture per la conquista e il mantenimento del potere. La fine della "guerra fredda" con la caduta del Muro di Berlino ha segnato il fallimento del sistema economico collettivista e con esso della pretesa di costruire la società secondo una determinata ideologia. Di conseguenza, la fine della contrapposizione ideologica che ha caratterizzato la seconda metà di questo secolo, ha determinato pure la decisiva perdita della rappresentatività politica dei partiti nella forma assunta nel predetto periodo. Oggi emerge sempre di più la necessità di consentire una nuova rappresentanza politica della società "per il bene comune". Punto nodale di questa evoluzione è dunque l'istituto della rappresentanza politica. Lo studio si inoltra nel considerare quali riflessi può avere la "spiritualità dell'unità" vissuta nei rapporti politici e come essa può esprimere un modo nuovo di concepire e attuare la partecipazione politica.

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