La “baracca” di don Gnocchi

Oggi beato "l'angelo dei ragazzi", il "seminatore di speranza", il "sacerdote dei mutilatini". Dopo la guerra, si dedicò con tutto se stesso agli ultimi, ai ragazzi abbandonati e mutilati. La sua Fondazione continua a crescere.
Don Gnocchi
"Amis, ve racumandi la mia baracca". Con queste parole don Carlo Gnocchi consegnò sul letto di morte agli amici più fidati la sua opera, che allora muoveva i primi passi. Era il 28 febbraio 1956.

Minato da un mare incurabile, chiudeva a 54 anni non ancora compiuti la sua intensa giornata terrena questo straordinario e innovativo animatore della carità dei nostri tempi, la cui opera continua ad essere in prima fila sul fronte del disagio e della disabilità. Il suo ultimo gesto profetico fu la donazione delle cornee a due ragazzi non vedenti – Silvio Colagrande ed Amabile Battistello – quando in Italia il trapianto d’organi non era ancora disciplinato daapposite leggi.

 

Nato a San Colombano al Lambro il 25 ottobre 1902, alla fine della guerra ha iniziato ad accogliere ad Arosio, in un istituto per grandi invalidi di guerra di cui era diventato direttore, anche i piccoli mutilati provenienti da ogni parte d’Italia. "Se bisogna ricostruire – sosteneva – la prima e più importante di tutte le ricostruzioni è quella dell’uomo ". Da allora, la "baracca" di don Gnocchi è cresciuta sia in qualità dei servizi che in quantità. Sotto la guida dei suoi amici e successori ha ampliato il proprio raggio di azione a favore soprattutto di ragazzi affetti da complesse e diverse patologie acquisite o congenite, che necessitano dinterventi neurologici, ortopedici, nueuropsichiatrici, cardiologici, repiratori.

 

In questo modo lo spettro di intervento della Fondazione copre la cura ed il trattamento delle più diffuse patologie invalidanti che colpiscono persone di ogni età. Dal 1981, infatti, con una specifica modifica statutaria, anche l’assistenza alle persone adulte ed anziane è compresa nel novero delle sue attività. Attualmente la Pro Juventute ha alle proprie dipendenze oltre 2 mila operatori, eroga le proprie prestazioni in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale e opera in 29 centri in tutta Italia.Il trentesimo centro è in costruzione a Scandicci, vicino Firenze.

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