Kenya. Tutto da rifare

La Corte suprema invalida le elezioni presidenziali : bisogna tornare alle urne. Kenyatta protesta, Odinga esulta
AP Photo/Ben Curtis

Il primo settembre rimarrà una data storica per il Kenya e per l’intera Africa. La Corte suprema del Kenya ha infatti anullato i risultati dello scrutinio presidenziale dell’8 agosto scorso. Una prima volta nella storia della giovane democrazia africana.

Il presidente della Corte suprema, David Maraga, ha dichiarato che le elezioni «non si sono svolte secondo la Costituzione» e quindi i risultatic sono «invalidi e nulli».

Il presidente Uhuru Kenyatta e molti dei suoi sostenitori non hanno ancora metabolizzato la sentenza. Anzi, Kenyatta, in una dichiarazione televisiva, si è detto in totale disaccordo con la sentenza anche se ha accettato di rispettarla.

Al contrario, nel campo del candidato sconfitto, Raila Odinga, l’annuncio è stato accolto con grida di gioia si anel suo partito che nell’alleanza che l’ha sostenuto, la Super Alliance Nationale (Nasa).

Dopo l’8 agosto, la Nasa aveva denunciato le frodi massicce, e il 18 aveva depositato un ricorso alla Corte suprema contestando i risultati. Ma questa volta la sua denuncia era centrata sulla violazione del sistema informatico della Commission électorale indépendante (Iebc), anche perché il suo capo, Chris Msando, era stato ritrovato torturato e ucciso una settimana prima dello scrutinio.

L’opposizione rimproverava egualmente alla Commissione di avere tardato troppo a dare i risultati di numerose circoscrizioni. Questo lasso di tempo aveva permesso di falsificare, secondo la Nasa, di più di 5 milioni di schede elettorali. L’Iebc aveva ammesso deli errori personali, ma li aveva definiti marginali, invitando peraltro la Corte a non rimettere in causa la sovranità del popolo.

Dopo le elezioni, numerose erano state le voci che invitavano Raila Odinga a contestare il risultato nei tribunali e non nelle strade, memori degli incidenti che erano seguiti alle precedenti elezioni del 2007, che avevano provocato ben 1200 morti e 600 mila profughi. Anche nel 2013 c’erano stati morti e feriti, quest’anno 21 persone comunque sono morte negli incidenti post-elettorali.

Il giudice ha sostenuto che l’Iebc «ha fallito, ha trascurato o rifiutato di condurre le elezioni secondo il dettame costituzionale, invocando irregolarità nella trasmissione dei risultati. Delle nuove elezioni debbono essere perciò organizzate nei prossimi 60 giorni». La campagna elettorale quindi è ricominciata.

«E’ un giorno storico per il popolo kenyano e per i popoli dell’intero continente africano», ha dichiarato Odinga, precisando che si tratta del primo caso nel continente. Ed ha messo subito in dubbio la capacità della Commissione elettorale in carica di poter guidare le nuove elezioni. Secondo Justus Nyang’aya, direttore di Amnesty International Kenya, «questa decisione storica testimonia l’indipendenza della giustizia kenyana ed è un esempio per il mondo intero».

Ricordiamo che Kenyatta, 55 anni, eletto già nel 2013, l’11 agosto era stato dichiarato vincitore dall’Iebc col 54,27 % dei voti contro il 44,74 %. Odinga, 72 ans, era stato già battuto nelle elezioni déjà del 1997, del 2007 e del 2013.

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