Incendi nel pisano tra emergenza e solidarietà

Dopo i roghi, probabilmente di origine dolosa, scoppiati sul monte Serra, si è aperto un nuovo fronte di fuoco ad Avane, nel Comune di San Giuliano. 700 gli sfollati, ingentissimi i danni, boschi e coltivazioni distrutti. Il presidente della Regione Rossi ha firmato il decreto per lo stato di emergenza, mentre abitanti e albergatori hanno aperto le porte di casa e degli hotel agli sfollati. L'impegno dei Focolari.

Note e aggiornamenti sull’imperversare dell’incendio che sta mettendo a dura prova l’area pisana si susseguono un’ora dopo l’altra dalla sera di lunedì 24. Le fiamme, appiccate dolosamente in almeno quattro punti, come ipotizzato dagli inquirenti, hanno preso vita nella frazione di Montemagno, sul Monte Serra, ma in meno di 24 ore hanno già raggiunto un altro versante, oltrepassando anche il fiume Arno, a causa del portentoso vento, mai cessato in queste ore.

Se i danni stimati superano i 4 milioni di euro, i boschi del monte sono stati completamente distrutti, mentre vigili del fuoco e volontari sono al lavoro senza sosta, supportati da quattro Canadair che tuttavia non potranno volare più al buio. Alba difficilissima, oggi, soprattutto per Calci, poi in successione per Vicopisano e Cascina, ma nelle ultime ore anche altri comuni sono stati interessati dalle fiamme, costringendo più di 700 persone ad abbandonare le proprie case, nonostante non si registrino feriti, al di là di qualche intossicazione.

Evacuazioni anche nella frazione di Noce, mentre l’aereoporto dal pomeriggio ha chiuso i battenti, come faranno molte scuole mercoledì 26 settembre. Le fiamme hanno già divorato ettari su ettari, distruggendo polmoni verdi, vigne, oliveti, e coltivazioni, costringendo il presidente della Regione, Enrico Rossi, a firmare lo stato di emergenza, dichiarando: «La situazione è sicuramente migliorata rispetto alla fase più intensa della nottata e della mattina, ma ancora il rogo non è domato».

lincendio-ad-avane-nel-pisano-foto-ansaNel comune di Calci tuttavia il fuoco si è ampliato: il sindaco Massimiliano Ghimenti ha chiesto rinforzi per le pattuglie chiamate a vigilare sulle frazioni evacuate per prevenire eventuali fenomeni di sciacallaggio, oltre a rendere ottimale il rispetto dell’ordinanza di evacuazione.

La situazione sembra sotto controllo per quanto riguarda l’ospitalità, non solo perché il comune di Calci ha aperto le strutture sportive per accogliere le persone che non sapevano dove andare, ma anche perché altre strutture alberghiere in tutta l’area hanno assicurato la propria collaborazione. Da subito pronta anche la risposta solidale del movimento dei Focolari dell’area pisana, con molte persone che hanno messo a disposizione le proprie case per dare un tetto a chi stato costretto a lasciare la propria abitazione.

Mentre la procura di Pisa ha aperto un’inchiesta sul disastro del Monte Serra, le zone già spente lasciano un vero e proprio paesaggio lunare. Benché sia difficilissimo riuscire a spegnere le fiamme in una zona così vasta con raffiche così potenti, 250 volontari più i vigili del fuoco arrivati da tutti i comandi della Toscana, ma anche dall’Emilia e dalla Lombardia, sommano un argine di almeno 500 persone. Inevitabile ma gestibile una serie di interruzioni idriche, che interessano anche le località Ronchi, Spariti e Fontana Diana.

Mentre fonti dei vigili del fuoco affermano che sarà probabilmente necessario dover evacuare altre case nella notte, dato il venir meno dei supporti aerei, il fumo è ben visibile da tutta la piana pisana, invasa da una nube nera che, tuttavia, non lascia nella solitudine nessuno, data la pronta mobilitazione solidale di tante persone.

 

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