In preghiera per l’Italia

Tante famiglie si sono ritrovate nel giorno di San Giuseppe per recitare il Rosario. Un’occasione per riscoprire l’unità nelle famiglie. Boom di ascolti su Tv2000. Il videomessaggio del papa.

Tutta l’Italia in preghiera, per una sera unita. Con le candele e un drappo bianco in balcone per dare un segno di visibilità. Quarantacinque minuti per rivolgersi a Colei che non passa, mentre scorre presto la scena di questo mondo e vale la pena ancorarsi a ciò che è eterno. Il Rosario guidato dal segretario generale della Cei monsignor Stefano Russo è stato animato da alcuni rappresentanti della comunità parrocchiale, tra i quali un medico, della chiesa romana di San Giuseppe al Trionfale. Boom di ascolti su Tv2000 con l’11% di share e 3,6 milioni di telespettatori. Terza rete più vista dopo Ra1 1 e Canale 5.

È stato introdotto da un video messaggio di papa Francesco. Ecco il testo integrale.

Cari fratelli e sorelle,

mi unisco alla preghiera che la Conferenza Episcopale ha voluto promuovere, quale segno di unità per l’intero Paese.

In questa situazione inedita, in cui tutto sembra vacillare, aiutiamoci a restare saldi in ciò che conta davvero. È un’indicazione di cammino che ritrovo in tante lettere dei vostri Pastori che, nel condividere un momento così drammatico, cercano di sostenere con la loro parola la vostra speranza e la vostra fede.

La preghiera del Rosario è la preghiera degli umili e dei santi che, nei suoi misteri, con Maria contemplano la vita di Gesù, volto misericordioso del Padre. E quanto bisogno abbiamo tutti di essere davvero consolati, di sentirci avvolti dalla sua presenza d’amore!

La verità di questa esperienza si misura nella relazione con gli altri, che in questo momento coincidono con i familiari più stretti: facciamoci prossimo l’uno dell’altro, esercitando noi per primi la carità, la comprensione, la pazienza, il perdono.

Per necessità i nostri spazi possono essersi ristretti alle pareti di casa, ma abbiate un cuore più grande, dove l’altro possa sempre trovare disponibilità e accoglienza.

Questa sera preghiamo uniti, affidandoci all’intercessione di San Giuseppe, Custode della Sacra Famiglia, Custode di ogni nostra famiglia. Anche il falegname di Nazareth ha conosciuto la precarietà e l’amarezza, la preoccupazione per il domani; ma ha saputo camminare al buio di certi momenti, lasciandosi guidare sempre senza riserve dalla volontà di Dio.

Proteggi, Santo Custode, questo nostro Paese.

Illumina i responsabili del bene comune, perché sappiano – come te – prendersi cura delle persone affidate alla loro responsabilità.

Dona l’intelligenza della scienza a quanti ricercano mezzi adeguati per la salute e il bene fisico dei fratelli.

Sostieni chi si spende per i bisognosi: i volontari, gli infermieri, i medici, che sono in prima linea nel curare i malati, anche a costo della propria incolumità.

Benedici, San Giuseppe, la Chiesa: a partire dai suoi ministri, rendila segno e strumento della tua luce e della tua bontà.

Accompagna, San Giuseppe, le famiglie: con il tuo silenzio orante, costruisci l’armonia tra i genitori e i figli, in modo particolare i più piccoli.

Preserva gli anziani dalla solitudine: fa’ che nessuno sia lasciato nella disperazione dell’abbandono e dello scoraggiamento.

Consola chi è più fragile, incoraggia chi vacilla, intercedi per i poveri.

Con la Vergine Madre, supplica il Signore perché liberi il mondo da ogni forma di pandemia.

Amen.

 

È stata un’occasione per riscoprire l’unità nelle famiglie, anche perché «nelle case – spiega Vincenzo Corrado a Vatican News – c’è una vitalità» e si può portare conforto agli ammalati, alle persone che stanno soffrendo, a chi sta portando soccorso.

Lo aveva anche affermato qualche giorno fa il cardinal Angelo De Donatis che questi tempi sono un’occasione per «ritrovare il gusto della preghiera. Sono questi i giorni in cui infondere speranza, in cui trasmettere fiducia, in cui metterci in ginocchio per intercedere per il mondo». Non solo preghiere, sono tante le iniziative in corso.

Domenica 15 marzo il papa all’Angelus ha ringraziato tutti i sacerdoti per l’impegno e la creatività. «Sacerdoti – ha detto – che pensano mille modi per essere vicini al popolo, perché il popolo non si senta abbandonato; sacerdoti con lo zelo apostolico, che hanno capito bene che in tempi di pandemia non si deve fare il “don Abbondio”. Grazie tante a voi sacerdoti».

Televisioni, radio, piattaforme digitali sono gli ambienti che la Chiesa italiana sta usando per cercare di restare in contatto con i propri fedeli. La creatività è la più varia. Si va da una scuola di preghiera online a Vo’ Euganeo, centro del focolaio da coronavirus veneto, fino alla filodiffusione nell’isola di Ustica. In tutti i modi i parroci con commenti al Vangelo via WhatsApp, oratori virtuali, catechesi per bambini, iniziative di Caritas diocesane, parrocchie, associazioni giovanili, Misericordie, Confraternite, cercano di stare vicini alla gente e ai più poveri.

Ad Asti i ragazzi si sono resi disponibili per andare a fare la spesa ai più anziani. Il tam tam è partito via social dalla diocesi. A Cremona esiste un oratorio web per intrattenere i ragazzi. L’Ufficio per il tempo libero e lo sport della Cei ha proposto degli esercizi particolari per imparare ad educarsi a vivere il tempo in modo efficiente. Radio Codogno, una radio di ispirazione cattolica, offre un servizio ai cittadini della zona lombarda messa in isolamento che offre bollettini medici, orari di chiusura e comunicazioni ufficiali per la popolazione.

Dalla Lombardia alla Sicilia si riscontra un aumento dei volontari nelle Caritas, di persone che vogliono aiutare, anche anziani in salute che sostengono altri anziani ad affrontare questo momento. Alla Caritas Ambrosiana si sono distribuiti circa 3,5 quintali di derrate alimentari, con un sistema ordinato che ha evitato l’affollamento delle persone a fare la spesa. A Catania le mense sono chiuse per sicurezza ma i pasti vengono comunque distribuiti, d’accordo con le autorità, in modalità di sicurezza. A Roma le mense continuano, e alcune parrocchie sono attive soprattutto per la solidarietà con malati e anziani, anche attraverso il telefono, per non farli sentire soli.

In Umbria si sono organizzate esposizioni del Santissimo in tante chiese, con occasioni di preghiera nelle case e assistenza degli anziani. In Calabria, la Diocesi di Reggio ha approntato un sistema per trasmettere meditazioni quotidiane del vescovo su streaming, per sostenere spiritualmente le persone coinvolte.

Sono vari modi in cui Cristo è presente nella Chiesa. È opportuno, forse, rileggere il pensiero del papa Paolo VI: «Tutti ben sappiamo che vari sono i modi secondo i quali Cristo è presente alla sua Chiesa. (…) Cristo è presente alla sua Chiesa che prega, essendo egli colui che “prega per noi, prega in noi ed è pregato da noi: prega per noi come nostro Sacerdote; prega in noi come nostro Capo; è pregato da noi come nostro Dio”; è lui stesso che ha promesso: “Dove sono due o tre riuniti in nome mio là sono io in mezzo a loro”. Egli è presente alla sua Chiesa che esercita le opere di misericordia non solo perché quando facciamo un po’ di bene a uno dei suoi più umili fratelli lo facciamo allo stesso Cristo, ma anche perché è Cristo stesso che fa queste opere per mezzo della sua Chiesa, soccorrendo sempre con divina carità gli uomini. È presente alla sua Chiesa pellegrina anelante al porto della vita eterna, giacché egli abita nei nostri cuori mediante la fede, e in essi diffonde la carità con l’azione dello Spirito Santo, da lui donatoci. (…) Queste varie maniere di presenza riempiono l’animo di stupore e offrono alla contemplazione il mistero della Chiesa» (Mysterium fidei, 36-40).

 

 

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