In Ecuador giovani da tutto il mondo nel segno della fraternità

Comincia la Settimana mondo unito: giovani di diverse nazionalità sono accorsi in Ecuador, Paese sconvolto, nei giorni scorsi, da un devastante terremoto, per portare segni di pace
Giovani per un mondo unito in Ecuador

La sveglia è suonata alle 4, ma in realtà l’entusiasmo per la partenza non mi ha fatto chiudere occhio! Dopo 16 ore, eccoci arrivare a Quito, la capitale dell'Ecuador. Sono le 17:30 ora locale e, anche se il sonno è tanto, il sorriso e l’accoglienza di Himena e Gallo sono coinvolgenti. In questi giorni, la comunità si sta facendo in quattro per accogliere tutti i giovani che stanno arrivando… nei prossimi giorni, infatti, saranno circa 300 dal Sud America e 60 dal resto del mondo. Dall’Italia alla Korea, dal Burundi alle Filippine… giovani di tutto il mondo si stanno ritrovando qui, in occasione della Settimana mondo unito.

 

Durante il viaggio, mi raccontano un po’ della loro vita: Gallo, ad esempio, ha conosciuto il Movimento dei Focolari negli anni ’60 ed è stato il primo gen dell’Ecuador. Poi l’argomento si sposta sul terremoto… mi dicono che sono stati attimi davvero terribili. Al momento, sono mille le famiglie senza una casa: «ma la solidarietà di tutto il mondo ci ha commosso e non ci ha fatto sentire soli!». Mi confessano che nei giorni precedenti, i giovani ecuadoriani sono stati in procinto di annullare tutta l’evento: «ma poi si sono lanciati perché hanno capito che poteva essere una occasione per vivere concretamente la Regola d’Oro (non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te, ndr) e trasformare il dolore in amore».

 

Himena mi racconta che «una volta deciso di continuare, abbiamo capito perchè Chiara Lubich (fondatrice dei Focolari, ndr) aveva lanciato ai giovani le sfide più grandi: perché con il loro entusiasmo e la loro capacità a lanciarsi immediatamente, riescono ad accogliere le sfide più difficili!».

 

Prima di arrivare al Centro Mariapoli di Quito, dove dormiremo, l’occhio si ferma a contemplare l’orizzonte: le ande solcate dalle nubi sono un paesaggio così meraviglioso da mozzare il fiato… Ci accolgono Sandra e Marcela, entrambe colombiane. Marcela è mamma di 4 figli e ogni mattina si alza alle 2:30 perché, insieme al marito, sfornano mille panini da vendere per poter sostenere il Centro Mariapoli. Sandra è arrivata in Ecuador da 3 anni dopo una esperienza di 7 a Bogotà. In realtà, la sua storia inizia molto prima: quando aveva 15 anni, a scuola, ha incontrato una suora che le ha parlato di un nuovo modo di vivere il Vangelo, di un modo di amare mettendo al centro il prossimo… Era l’incontro con il carisma dell'unità di Chiara Lubich. E quell’incontro fu così ardente che dopo pochi anni decise di partire per Loppiano, per scoprire qualcosa di più sui Focolari. Mi confessa di essere un po’ stanca perché «gli ultimi giorni sono stati davvero intensi. Ma è bello che ciascuno che arriva si sente a casa, accolto come in una famiglia»… ed è proprio così! Durante tutto il pomeriggio continuano ad arrivare giovani: è incredibile con quanta cura le persone vengono accolte, fatte sentire volute bene immediatamente.

 

A cena varie specialità di Quito. Finiamo con il “cannelazo”, una tisana buonissima alla cannella, limone e zucchero di canna. Dopo cena si corre a dormire… domani ci aspetta un workshop sull’interculturalità. E poi, domenica, si parte alla volta della prima tappa… ma non aggiungo altro. Seguiteci nei prossimi giorni per continuare a vivere insieme questo viaggio attraverso la “metà del mondo”!

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