In dialogo

EBREI E CRISTIANI I giovani del futuro

 

«La storia bussava alla porta di quell’edificio e noi avevamo le chiavi per farla entrare». È il commento a caldo di uno dei cinquanta giovani cristiani ed ebrei presenti alla prima Conferenza per leader emergenti, organizzata a Castelgandolfo a fine giugno dal Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani e da varie istituzioni ebraiche. Il convegno mirava a coinvolgere giovani nell’impegno al dialogo ebraico-cristiano.

 

La formazione delle nuove generazioni a valori condivisi e ad una conoscenza reciproca nella diversità e ricchezza, che contraddistinguono le due tradizioni, è infatti avvertita come una delle priorità fondamentali da tutti coloro che sono impegnati nel non sempre facile dialogo fra ebraismo e cristianesimo.

L’incontro, scandito da presentazioni sulla storia dei rapporti fra ebrei e cristiani, sullo storico documento conciliare Nostra aetate, da laboratori su tematiche di attualità e da visite alla sinagoga di Roma e alla basilica di San Pietro, ha aiutato a maturare un’amicizia profonda fra tutti. Si è preso coscienza della necessità di un vero ascolto e rispetto reciproco onde promuovere una cultura del dialogo. Il programma si è concluso con un saluto della presidente del Movimento dei focolari, che ha ospitato il convegno, ed un vivace scambio dei giovani con il card. Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani.

 

EBREI A BRUXELLES

Il ringraziamento al cardinal Danneels

 

Il presidente della comunità israelitica di Bruxelles, Philippe Markiewicz, ha definito «un evento storico» la cerimonia svoltasi domenica 14 giugno nella grande sinagoga della capitale belga. Il card. Danneeels, arcivescovo di Malines-Bruxelles, è stato salutato e ringraziato per «il suo costante contributo alle relazioni tra ebrei e cristiani». Da parte sua, il cardinale ha rivolto un incoraggiante invito ai presenti: «Costruiamo un futuro nuovo, nel quale non vi siano più sentimenti antiebrei fra i cristiani e sentimenti anticristiani fra gli ebrei, ma piuttosto il rispetto reciproco richiesto a coloro che adorano lo stesso Creatore e Signore e che considerano Abramo nostro padre comune nella fede».

«Se l’uomo ha potuto provare un così grande disprezzo per l’uomo in questo periodo nero della nostra storia – ha aggiunto il presule con riferimento alla Shoah –, non è anche perché egli era arrivato a disprezzare Dio?». Di qui il richiamo conclusivo: «Insieme, ebrei e cristiani, preserviamo il vero Dio fra tutti gli idoli che spesso occupano la scena della nostra epoca». Particolarmente apprezzata la prospettiva futura presentata dal leader cattolico: «Il nostro passato è importante – ha concluso –, ma il futuro che ci attende, in Europa e nel mondo, è ancora più importante e urgente».

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