Il vecchio computer? Te lo rigenero io…se tu ne rigeneri un altro

Un italiano e un israeliano hanno avviato il progetto Keepod: un sistema per recuperare i pc obsoleti, sostenendo al tempo stesso progetti che aiutino a superare il digital divide nei Paesi in via di sviluppo
Logo di Keepod

L'obsolescenza tecnologica è un problema ben noto: il computer che acquistate oggi potrebbe essere (e si spera che sia) ancora perfettamente funzionante tra due o tre anni, ma pressoché inutilizzabile perché non risponderà più ai requisiti necessari per installare nuovi software o aggiornare quelli già presenti. Con il risultato che questi macchinari finiscono in discarica, perché – almeno così sembra – non rimane altro da fare. C'è però chi s'è ingegnato per risolvere la questione: nella fattispecie, l'italiano Francesco Imbesi e l'israeliano Nissan Bahar.

Partendo dal paradossale dato di fatto che oltre cinque miliardi di persone al mondo non hanno un computer né potrebbero permetterselo, mentre ogni giorno nei soli Stati Uniti ne vengono dismessi 85 mila, un paio d'anni fa i due hanno avviato il progetto Keepod: un modo per prendere due piccioni con una fava, affrontando al tempo stesso anche il problema del digital divide – ossia il mancato accesso alle tecnologie informatiche nei Paesi in via di sviluppo, con relative ripercussioni sull'economia e sull'istruzione.

Keepod è una semplice chiavetta usb, all'interno della quale è installato un sistema operativo open source – non protetto da licenze o brevetti e aperto alle modifiche degli utenti – basato sul kernel Linux: collegandola ad un computer vecchio di anche dieci anni si può lavorare su un sistema operativo completo avviato appunto da usb, «aggirando» i limiti posti da quello precedentemente installato sul macchinario. Certo l'hardware deve soddisfare alcuni requisiti minimi – primo tra tutti, poter avviare il sistema dalla chiavetta e non dalla scheda madre -, ma il passo avanti è comunque notevole.

Però, c'è un però – come si suol dire. Chi volesse «riesumare» il vecchio pc, ordinando una chiavetta dal sito keepod.org, deve sottostare ad una condizione: donarne almeno un'altra, tramite le ong collegate all'iniziativa che curano progetti di istruzione o di sostegno all'economia locale nei Paesi in via di sviluppo. Così con 11 euro e 30 centesimi si può ricevere una Keepod a casa e regalarne un'altra, con 33 euro e 89 riceverne una e donarne 5, e con 173 euro e 48 centesimi provvedere a 25 chiavette e un computer (rigenerato, naturalmente). Se poi non aveste bisogno di Keepod, nessun problema: è sempre possibile donare una chiavetta per 5 euro e 65, o un computer per appena 32 euro e 28.

I progetti finanziati sono diversi: dall'insegnamento dell'informatica nelle scuole e agli adulti nello slum di Mathare a Nairobi – con sostegno alla creazione di iniziative imprenditoriali grazie alla disponibilità di computer e al microcredito -, alla scolarizzazione dei piccoli siriani rifugiati in Libano. Il sito, inoltre, permette di essere «propositivi»: oltre a contribuire ai progetti già in corso, è possibile registrarsi per aprire un punto di distribuzione Keepod nel proprio quartiere e avviare piccoli progetti a sostegno della comunità. Per saperne di più, non vi resta che fare un giro su keepod.org (in inglese).

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons