Il segreto dei nuovi sindaci

I nuovi eletti sono punto di riferimento per la comunità e un collegamento importante con gli altri livelli di governo.
Elezioni - spoglio

La tornata elettorale quindi si è chiusa (piuttosto in sordina, bisogna dire) con i ballottaggi per l’elezione dei sindaci. Il risultato finale suggella la vittoria del centro-destra, segnata dalla conquista di molte città-simbolo della sinistra, a partire da Mantova. Con buona pace della dirigenza del centro-sinistra, che ha dichiarato il pareggio.

 

Altro dato politicamente rilevante: la Lega ha la meglio nei comuni in cui ha corso da sola, dissociata dal Pdl. A Vigevano, addirittura, lo scarto tra il candidato della Lega Nord e il candidato del Pdl è passato dai mille voti del primo turno ai diecimila del ballottaggio. Casi che dimostrano (come già Lecco, ad esempio, dove invece il candidato del centro-sinistra si è affermato al primo turno contro il vice-ministro Roberto Castelli, sostenuto da tutto il centro-destra), quanto sia fondamentale la scelta della persona e la sua capacità di ispirare fiducia e raccogliere consenso.

 

Elementi che per l’elezione del sindaco si dimostrano sempre più qualificanti, al di là dell’alto astensionismo che il ballottaggio fa registrare. Sono proprio i sindaci, infatti, le figure istituzionali che più fungono da riferimento per i cittadini e si pongono come collegamento con i livelli di governo superiori, finalmente rompendo gli schemi e superando le contrapposizioni partitiche.

 

È importantissima quindi la scelta della persona. Del resto, lo si capisce anche dal voto “dissociato” che non di rado gli elettori hanno espresso nell’urna: con più schede in mano, il voto per la Regione non ha necessariamente trascinato anche la scelta del candidato sindaco, che è stata più libera.

 

Ancora una volta, un monito per la classe politica. Scegliere i candidati “giusti” può significare muovere di nuovo la partecipazione dei cittadini e pian piano invertire la tendenza: dall’allontanamento progressivo al progressivo riavvicinamento della politica e delle istituzioni al “territorio”, da riscoprire come comunità locale.

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