Il rosso e il blu

Ispirandosi al romanzo omonimo, Giuseppe Piccioni ci parla della scuola.
Una scena del film

Ispirandosi al romanzo omonimo, Giuseppe Piccioni ci parla della scuola. Non per denunciarne l’impoverimento inflittogli dalla politica, ma per mostrarlo luogo adatto, anche se carente nelle strutture, a far incontrare i giovani con gli adulti, in momenti di vita vera e, perciò, davvero formativi. Certo, la ritrae con realismo sconcertante. Insegnanti preparati, ma disillusi (come il bravo Herlitzka, umorista mordace nelle sue stranezze beffarde e provocatorie), ambienti decadenti e sguarniti, alunni svogliati e distratti da gravi problemi personali. Ma una preside (M. Buy), ligia ai doveri in modo scrupoloso, arriva a provare tenerezza per un alunno senza genitori. E un supplente (Scamarcio) riesce a poco a poco a rianimare con il suo entusiasmo professionale i rapporti con alunni e colleghi. Perfino il professore cinico comincia a sorridere per la gratitudine nostalgica e ingenua di una ex alunna, tornata a trovarlo. Un film originale che, anche con toni sereni da commedia, fa rivivere l’anima antica della scuola.
Regia di Giuseppe Piccioni; con Roberto Herlitzka, Margherita Buy, Riccardo Scamarcio.
 
Valutazione della commissione nazionale film: consigliabile, problematico (prev.).

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