Il ponte della solidarietà

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Kinshasa, otto milioni di abitanti. Le strade sono piene di buche e completamente dissestate. A partire da settembre fino a maggio, con la stagione delle piogge, si trasformano in fiumi di fango. Le case sono fatte di rifiuti, i tetti di lamiera. Si muore per una qualsiasi infezione, influenza, disturbo intestinale. Paulin (sette anni) e la sorellina (nove) sono picchiati e abbandonati con l’accusa di essere stregoni dalla mamma e dal secondo marito. Anche se i figli sono considerati ricchezza umana ed economica nella cultura africana, quando il nucleo familiare diventa troppo numeroso e le condizioni di vita drammatiche chi paga sono loro: i più deboli. Così, per un motivo o per un altro, sono circa 20 mila i bambini di strada. Il centro sociale Petite flamme è la piccola fiamma di speranza per molti di loro. Da 13 anni, l’aiuto del sostegno a distanza (Sad) garantisce il necessario per il cibo, il vestiario e le cure mediche. Salva dalla droga, l’alcol e la prostituzione. Ridona un futuro. Voliamo a Manila. Louie (diciassette anni) e Tirso (dodici) abitano in una stanza di legno appesa sotto un ponte che scavalca un fiume: può crollare in qualsiasi momento, quando passano i mezzi di trasporto. Durante la notte i fratelli vanno in giro a cercare oggetti riciclabili per un misero guadagno che dividono con il padre, la nuova moglie e un suo figlio epilettico. Adesso però, aiutati dal centro sociale A mani aperte (Bukas Palad), fanno del loro meglio per studiare nella speranza di realizzare il loro sogno: uscire dal tunnel della povertà. Troppo tempo ci vorrebbe per raccontare tutte le storie: trentamila bambini di tante parti del mondo hanno riscattato la loro vita in venticinque anni di lavoro di Azione per Famiglie Nuove-Onlus (Afn) per l’infanzia svantaggiata. I novantanove progetti nei luoghi più difficili di cinquantadue Paesi diversi consentono attualmente la sopravvivenza e lo sviluppo a 18.600 minori, ma ne beneficiano le famiglie, il quartiere, la città, come i cerchi concentrici creati da un sasso lanciato nell’acqua. Da grande sarò come te, dicono ai volontari: persone che seguono i bambini con pazienza e insegnano con la testimonianza a costruire relazioni di fratellanza, sanando piaghe e organizzando con programmi di emancipazione risposte adeguate ai bisogni del posto. Il Centro unidad a Laferrere (Buenos Aires) nato nel 2003 progetta una aziendina di pasta e una pizzeria. Risolvendo il problema lavoro, si migliorano quelli della salute, dell’educazione dei figli e si dà dignità alla gente e futura autonomia. Le famiglie sono incoraggiate a reagire contro la povertà, a mettercela tutta nel fare qualsiasi lavoro per un’entrata. Danno anch’esse quello che possono. Con la messa in atto di una rete per il lavoro, corsi di formazione professionale, sostegno scolastico e alimentare per i bambini, azione e prevenzione per la tossicodipendenza e consultori familiari, rinasce un tessuto sociale di 7 mila abitanti. Promotori Il fenomeno del Sad ha conosciuto negli ultimi dieci anni un clamoroso sviluppo. Oltre 60 associazioni che operano nel campo della solidarietà e della cooperazione internazionale, tra cui Afn, aderiscono al Forum nazionale per il sostegno a distanza. Riunitosi a Brescia dal 28 febbraio al 1° marzo scorso, ha sottolineato le potenzialità di questo nuovo ed efficace modo di fare solidarietà e cooperazione internazionale; e allo stesso tempo, come ciò crei rapporti di amicizia multiculturale e migliori il senso civico in chi vi collabora. Ne è testimonianza quanto è successo a Capanne (Pisa), dove tutte le famiglie hanno ricevuto dal comune una lettera nella quale si propone una piccola quota per il sostegno ai bambini svantaggiati del sud del mondo. Avevo un’adozione a distanza – mi racconta Raffaele -, ma ho sentito la spinta a fare qualcosa di più. Ho convocato un’assemblea straordinaria dell’associazione culturale di cui faccio parte. Da qui è nata la lettera. È l’inizio di una avventura che al momento coinvolge trecento adottanti e si è estesa anche ai comuni di Montopoli Valdarno e Torella De Lombardi (Av) a favore di 50 bambini e 8 universitari (ex allievi che hanno superato il test dell’università, però non se lo possono permettere) del progetto Santa Teresinha, a Recife. L’ufficio postale, la parrucchiera, la palestra, la banca, la macelleria fungono da punti raccolta. Inoltre per contributi straordinari nascono: un premio nazionale narrativa Renato Fucini alla quarta edizione, circa 400 partecipanti da tutta Italia; l’iniziativa Degustazione e solidarietà grazie a ristoranti e produttori di vino; infine serate musicali organizzate dall’Accademia. Il frutto più importante però è che partecipare a un unico grande progetto solidale ha cambiato interiormente le persone, le ha unite. Ora lo chiamano il paese della solidarietà. Troppi hanno bisogno perlomeno di un pasto al giorno e altrettanti di sperimentare, con la generosità, la gioia profonda del cuore. Laddove le nuove generazioni crescono spesso senza il parametro dei bisogni reali e lo shopping il più delle volte è attività ricreativa, qualcuno che beve e si lava nella pozzanghera d’acqua fangosa e patisce la fame, a cui possiamo salvare la vita, paradossalmente salva la nostra. Arriveranno papà e mamma L’adozione è un atto d’amore. Ne parliamo con Marzia Rigliani, coordinatrice del settore adozioni internazionali di Afn. Cos’è l’adozione internazionale? È un percorso burocratico complesso, che va dall’ottenimento del decreto di idoneità all’adozione internazionale, alla scelta dell’ente autorizzato. Però è anche un cammino, per così dire interiore che la coppia fa, una presa di coscienza sempre più forte della loro scelta adottiva. Attraverso personale esperto, seguiamo le coppie per tutto il periodo dell’attesa mediante momenti formativi, colloqui psicologici, corsi dove si approfondiscono tematiche specifiche. E ciò per assicurare che l’incontro con il bambino avvenga nel modo più armonioso possibile ed egli possa crescere in un clima di serenità e comprensione. Qual è l’esperienza di Afn? Dal 2000 ad oggi, da quando Azione per Famiglie Nuove-onlus’ è ente autorizzato per l’adozione internazionale, sono state concluse duecentoquarantasei pratiche adottive nei Paesi accreditati. Purtroppo in molti altri del sud del mondo sono ancora tanti i bambini che non possono contare su concrete opportunità per un futuro sereno e dignitoso. Uno degli obiettivi di Afn è dare sostegno ai genitori, come prevenzione all’abbandono, e dare opportunità di sviluppo nella propria terra. Laddove questo non è possibile, l’adozione internazionale dà una risposta concreta al diritto insostituibile di ogni bambino di essere figlio e crescere in una famiglia. Con che spirito avvicinarsi? Occorre mettersi dalla parte del bambino. L’obiettivo è dare a lui una famiglia, non viceversa. Molte coppie riescono a fare un grande lavoro dentro di sé e una scelta profondamente ragionata. Ne ricordo una di Roma che proprio prima di partire per il Brasile, dove andava per accogliere tre bambini, di cui due grandicelli, ha scoperto di aspettare un figlio proprio. Con lei incinta di pochissime settimane, non hanno avuto il minimo dubbio. Sono partiti comunque. Una tra le difficoltà, i costi? Certamente non sono bassi e variano da Paese a Paese. Però la Commissione per le adozioni internazionali si sta attivando per renderla completamente gratuita. Al momento, la coppia che torna dall’estero può recuperare metà delle spese. Come vivere i tempi di attesa? Sono lunghi: vanno dai 12-18 mesi del Vietnam, da quando viene consegnato il dossier della coppia all’autorità centrale, ai 3-4 anni della Colombia. Però, per l’esperienza fatta, ci siamo resi conto che sono tempi preziosi e da sfruttare al meglio, senza l’ansia di giungere al traguardo, ma come un cammino per maturare la scelta adottiva. Tra l’altro è nostro dovere ricordare alla coppia che le stesse ansie, lo stesso stato d’animo li vive un bambino che sa di dovere essere adottato e attende la notizia che presto arriveranno un papà e una mamma da molto lontano. Ricordarlo alla coppia non significa non tutelare i suoi interessi, ma serve affinché lei stessa decentri l’attenzione su di sé e affini le sue capacità di accoglienza. Un ente autorizzato pertanto deve occuparsi e agire, non tanto per accorciare i tempi delle coppie, ma semmai quelli della permanenza del bimbo in istituto. Penso agli 11 anni che ha atteso una bambina colombiana. Dopo un viaggio in Colombia per il servizio civile, la figlia di una coppia sarda confida ai genitori che quella bimba lontana gli era proprio rimasta nel cuore. Per una felice combinazione che molto difficilmente si ripete poiché non si può scegliere il bambino da adottare, è stato possibile a questa ragazzina che l’autorità colombiana aveva rinunciato a far adottare, essere accolta in una famiglia. MIKE BONGIORNO Fatelo, mi raccomando! Sono molto contento di poter parlare dell’iniziativa di Afn-Azione per Famiglie Nuove. Come tanti sapranno, nel 2006 sono stato in Libano a visitare alcuni progetti di Afn. Sono andato in un momento molto delicato perché dopo due o tre settimane purtroppo è scoppiata la guerra. È stata una bella esperienza visitare Beirut, una città meravigliosa, ma ancor più conoscere i bambini dei progetti sostenuti a distanza da Afn. È stato commovente. Mi sono trovato in mezzo a decine di loro che si afferravano alle mie gambe. Come la piccola Nour, che mi guardava con due occhioni, mi guardava… allora io l’ho presa in braccio e ho detto alle persone di Afn che mi accompagnavano: Voglio adottare a distanza questa bambina! Come si fa?. Loro me l’ hanno spiegato. Pensate che basta meno di un euro al giorno per sostenere un bambino in uno dei progetti di Afn sparsi in quasi tutto il mondo, ma personalmente penso che dovremmo contribuire con molto di più per aiutare questi bambini bisognosi. Allora adesso sapete che la mia bambina si chiama Nour, che significa Luce. Tengo la sua fotografia sulla scrivania dove lavoro, e ogni tanto chiamo Beirut per avere notizie. Quando è scoppiata la guerra ero molto in pensiero, però i volontari di Afn sono riusciti a portare tutti i bambini sulle montagne intorno alla capitale. Alla fine della guerra sono tornati in città e ora stanno tutti molto bene. Non so se tra voi c’è qualcuno che ha adottato un bambino a distanza come abbiamo fatto io e migliaia di altre persone, ma se non l’avete fatto, fatevi dare tutte le informazioni da Azione per Famiglie Nuove-Onlus. Perché iniziare un sostegno a distanza significa poter salvare la vita di questi bambini. Quindi fatelo, mi raccomando. COME AVVIARE UN SOSTEGNO A DISTANZA Per avviare un sostegno a distanza occorre anticipare la quota annuale di: 336 euro (divisibile in quote semestrali di euro 168 o trimestrali di euro 84) intestando a: AZIONE PER FAMIGLIE NUOVE-ONLUS VIA ISONZO, 64 00046 – GROTTAFERRATA (ROMA) Specificando utilizzando uno dei seguenti conti: Per bonifici Banca prossima • C/C bancario n.1000/1060 – CIN K – ABI 03359 – CAB 01600 • Cod.IBAN IT55K0335901600100000001060 Pagamento on-line con carta di credito all’indirizzo • www.pay.famiglienuove.org Banco Posta • C/C postale n. 48075873 – CIN X – ABI 07601 – CAB 03200 • Cod.IBAN IT47X0760103200000048075873 Per bollettini postali Usare il C/C n. 48075873 Per le spese di gestione e organizzazione Afn trattiene il 9 per cento dei contributi. L’ art. 14 D.L. 14/3/2005 n. 35 – L. 14/5/2005 n.80 riconosce dal 17/3/2005 per offerte alle Onlus la deducibilità fino al 10 per cento del reddito complessivo dichiarato e con il limite massimo di euro 70 mila annui. Per poter effettuare tale deducibilità (nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo) conservare le ricevute dei versamenti. Ricordiamo che quanto recuperato può diventare prezioso se reinvestito in solidarietà.

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