Il Dio sognatore

Quando la felicità ha il sapore della croce. Una riflessione del responsabile della pastorale familiare Cei

Si racconta che padre Giovanni Nicolucci, vissuto nel XVI sec. e definito l’apostolo della Maremma, un giorno si recasse dai nobili locali. Quando gli offrirono cibi succulenti, tirando fuori dalla bisaccia un vecchio panino ammuffito, esclamò: «Non mangio pane che gronda sangue». È questa la sensazione che ho avvertito in cuore parlando dell’Amoris Laetitia (l’esortazione del papa sulla famiglia) ai sacerdoti di Iglesias, mentre mi raccontavano della RWM, un’industria dove lavorano 74 operai (con l’indotto 200), in una zona di forte disoccupazione. La RWM nel 2015 ha venduto 54 milioni di euro di armi a Paesi europei e all’Arabia Saudita, impegnata nella guerra in Yemen. Quelle bombe all’uranio impoverito, del costo di 125 mila euro l’una, caricate con esplosivo PBX prodotto nel territorio sardo, hanno causato migliaia di morti tra i civili. Il Movimento dei Focolari sta coordinando una rete di associazioni per cercare di intervenire. Ma è possibile riconvertire la fabbrica senza perdere posti di lavoro? Cosa rispondere ai papà e alle mamme che soffrono il dramma di un impiego terribile, pur di portare il pane a casa? C’è un industriale che vuole investire in questa zona, interrompendo il processo di morte? Non possiamo restare impassibili! «Il nostro Dio non è inerte, il nostro Dio è un sognatore: sogna la trasformazione del mondo, e l’ha realizzata nel mistero della Risurrezione» (papa Francesco, Udienza generale, 17/5/2017). Per i discepoli di Gesù la felicità ha spesso il sapore della croce. Con questo orizzonte, la pastorale familiare in Italia sta cercando di riflettere sul tema “Strade di felicità (AL38) nell’alleanza uomo- donna”, per accogliere l’Amoris Laetitia e trasformare le ferite delle famiglie in feritoie di luce.

Lo fanno quotidianamente Pierluigi e Gabriella, del Centro Betania di Roma. Ambedue vengono da un matrimonio fallito e dal lungo percorso per la dichiarazione di nullità; oggi sono sposi felici e come consulenti familiari accompagnano altre coppie in crisi, con la competenza, ma anche la tenerezza di chi ha sofferto direttamente le spine della solitudine. In questa linea si muove a Modena il servizio pastorale “Amoris Laetitia” sorto per volontà del vescovo Erio Castellucci, per andare incontro ai separati assetati di speranza: la vera spiritualità trasforma l’esperienza del fallimento nell’incontro con il Risorto.

«Il principio del realismo spirituale» (AL 320), lo troviamo incarnato anche presso la parrocchia dei S.S. Filippo e Giacomo a Capua. Lì i gruppi famiglia hanno realizzato la “Casa della Divina Misericordia”, dove per 365 giorni all’anno servono pasti e ospitano fratelli senza tetto. A Otranto il vescovo Donato Negro ha offerto delle «linee pastorali per un accoglimento gioioso e creativo dell’Amoris Laetitia», e a Cosenza in questa luce si è reimpostato il percorso di accompagnamento alle nozze. A Grosseto sta partendo un percorso per i fidanzati che desiderano riflettere sul “per sempre”: «una sorta di iniziazione al sacramento» (AL 207). A Ravenna è stato creato un iter di sostegno al compito genitoriale e alla trasmissione della fede tra le nuove generazioni. Il Forum delle associazioni familiari, su scala nazionale, ha dedicato l’intero anno al progetto “Immischiati”, ricostruendo l’alleanza fra scuola e responsabilità genitoriale. A Parma il vescovo Solmi da alcuni mesi accompagna «famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale» (AL 250). Tra i baraccati di Fondofucile, in periferia di Messina, è sorto un Centro gratuito di consulenza giuridica, per custodire i diritti della povera gente.

Ma l’Amoris Laetitia richiede soprattutto di vivere le stagioni della famiglia come una festa, da celebrare insieme nella comunità. È la freschezza dell’umanità autentica che respiravo l’estate scorsa nella festa diocesana delle famiglie di Iashi in Romania, dove i cattolici sono il 5% della popolazione. 1500 persone, pur nella povertà economica, esprimevano la gioia della fraternità. Presto, come Ufficio per la pastorale della famiglia, andremo in Irlanda per preparare il IX Incontro mondiale delle famiglie previsto l’anno prossimo a Dublino (21-26 agosto) col titolo: “Il Vangelo della Famiglia: gioia per il mondo”. È bello sapere che il nostro cuore e quello di tante famiglie battono all’unisono con quello del Santo Padre, alla ricerca della vera gioia.

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