I debiti dell’immondizia

L'azienda municipalizzata del capoluogo sta scivolando nella discarica e rischia di trascinarvi pure la giunta Doria

Sono settimane di fuoco, l’apice di una crisi che coinvolge da tempo la ditta che raccoglie l’immondizia nella città della lanterna tanto da far sbottare il sindaco Doria che afferma: «Oggi Amiu ha debiti con il comune e con le banche perché la Tari non bastava a sopportare i costi aumentati per il trasporto fuori Genova dei rifiuti. Oggi Amiu ha una prospettiva di vita che termina nel 2020 quando ci sarà una gara per affidare il servizio di spazzamento e raccolta. Oggi Amiu non ha un euro per realizzare quegli investimenti in impianti industriali del ciclo dei rifiuti che possono e debbono servire per Genova e per la città metropolitana». Per Doria l’unica soluzione è quella proposta dal comune e cioè  «l’aggregazione industriale con Iren – consente di : a) ottenere una proroga del contratto di servizio ( altrimenti impossibile) garantendo ad Amiu di continuare a lavorare oltre il 2020; b) Iren può portare soldi per fare quegli investimenti (con creazione di lavoro) che Amiu non è in grado di fare; c) la sopravvivenza di Amiu oltre il 2020 consente di poter restituire il debito in un periodo lungo e in modo sostenibile finanziariamente. Dunque l’aggregazione con Iren (società controllata da comuni italiani, tra cui il comune di Genova) delinea un percorso, l’unico oggi possibile, per affrontare una situazione drammatica».

Ma non è detta l’ultima parola. Il Pd non s’arrende anzi sta lavorando per lanciare una campagna in grande stile per spiegare ai cittadini della “superba” oltre a tutte le associazioni di categoria e agli stessi lavoratori di Amiu le conseguenze della mancata approvazione della delibera comunale sull’aggregazione dell’azienda dei rifiuti con Iren Ambiente. Una iniziativa in grande stile e  poi entro il prossimo mese di marzo, fare l’ultimo tentativo da parte della giunta Doria, e cioè ripresentare la delibera in consiglio, con una serie di modifiche che consentano di ottenere i voti che sono mancati nella precedente seduta. «Con la bocciatura della delibera – spiega il segretario del Pd genovese Alessandro Terrile – l’aumento della Tari per il prossimo anno sarà del 20% e non del 4% come preventivato in caso di aggregazione. I 31 precari non saranno assunti e ai dipendenti di Amiu non sarà più pagata la parte dello stipendio legata al contratto integrativo, per non parlare del fatto che l’azienda andrà a gara nel 2020 e senza un partner rischia di non vincerla».

Sarà l’ultimo disperato tentativo della giunta Doria, quella di ripresentare la delibera in consiglio comunale contemporaneamente alla discussione sul bilancio che deve essere approvato entro il 31 marzo. Nel progetto della giunta, condiviso dal Pd, non si tratterà più però di una delibera di indirizzo che autorizza a trattare con Iren, ma della delibera che sancisce l’aggregazione societaria nella sua prima fase, dove il Comune manterrà il 51% e Iren il 49%. Il lavoro dei prossimi giorni sarà su come recuperare i sei voti che sono mancati la volta scorsa. Certamente se dovesse essere respinta la delibera anche questa volta significherebbe l’affossamento per la giunta Doria del governo a guida Pd e queste in vista delle elezioni prossime sarebbe davvero un brutto schiaffo alla sinistra che in questi anni non ha brillato per nulla.

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