I bambini nostri maestri

Vivere ogni momento come fosse il primo.
Bambini

Nella mia esperienza di pediatra non finisco mai di stupirmi nel vedere quanto i bambini siano capaci di vivere “naturalmente” attimo per attimo. Realmente “non sanno né il giorno né l’ora” e non si preoccupano del futuro né pensano al passato. Questa condizione neuro-evolutiva è un autentico stato di grazia peculiare di quella realtà sorgiva che è l’infanzia, in cui il tempo sembra scorrere solo al presente. Ovvio che il funzionamento della mente di un bambino – affascinante spazio di ricerca – è ben più complesso, ma possiamo senz’altro parlare, fin dall’età neonatale, di competenze raffinatissime permesse proprio da questa fase irripetibile della vita.

 

Che i bambini piantino grane all’ora di andare a dormire è risaputo. «Ma certe sere è roba da esaurimento nervoso, dottò! – mi dice il babbo di una bimba che ha solo tre anni, ma con un carattere da futura presidente di Confindustria –. Ma lo sa che a volte siamo così fusi che molliamo la bimba di fronte a un cartone? Tanto il lettore cd lo manovra meglio di noi. Oh, però non lo dica in giro, che poi arriva il Telefono azzurro». Il piccolo gufo stava appunto sfruttando al meglio quel magico momento della vita in cui tutto appare “nuovo”. E vi pare che un bambino arrivato di fresco nel grande show della vita voglia perdersi lo spettacolo?

 

Ambulatorio del bambino immigrato. Arriva Fatima, dieci anni, da poco catapultata in Italia. La madre c’è –due occhi grandi e spaesati circondati dallo chador – ma italiano zero. Fatima mi ascolta, capisce abbastanza il suo problema, traduce con dolcezza alla mamma. Concentrata e vigile, apertissima alla relazione, dimostra una fiducia che fa impressione e ride di gusto. Quella bambina non sapeva “né il giorno né l’ora” e poco anche del luogo dove era capitata – le sue radici ancora nel vento del Maghreb da poco abbandonato –, ma ha dato dei punti a tutti noi. Anche nel dolore o a fronte di una malattia importante i bambini diventano spesso nostri maestri.

 

Per questo, di fronte alla sapienza del vivere ogni momento “come fosse l’ultimo”, se penso a come “naturalmente” vivono i bambini e prendo sul serio che dobbiamo ritornare come loro per entrare nel regno dei cieli, mi dico che possiamo far di meglio. E cioè affrontare ogni momento non tanto come fosse l’ultimo, ma piuttosto come fosse il primo. Le parole chiave: stupore, curiosità, fiducia, gusto insaziabile per le novità, spirito d’avventura, “modalità-gioco”, humour, futuro e passato declinati sempre al presente.

 

Il Mahatma Gandhi diceva: «Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre».

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