Harry Potter e l’Ordine della Fenice

Il quinto episodio della saga ci presenta un Harry Potter nel pieno di un’adolescenza inquieta e ombrosa, schiacciato sotto il peso di una responsabilità tangibile, ma ancora misteriosa che lo vede, giocoforza, principale antagonista del malvagio Voldemort e per questo al centro di uno scontro di potere tra il Ministero delle Arti Magiche e Albus Silente, preside della scuola per giovani maghi di Hogwarts. Abbandonate definitivamente le atmosfere fanciullesche che ancora affioravano negli ultimi episodi, Harry Potter e l’Ordine della Fenice è certamente il capitolo più cupo e gotico della saga, e decisamente il più adulto, sotto molti punti di vista. La storia, innanzitutto, non lascia spazio alla giocosità e alla spensieratezza: sin dalle prime battute il film ci precipita in un atmosfera tesa e dalle decise tinte horror.Ma sono rilevanti anche le sottotrame che si intrecciano sin troppo fittamente, rivelando interessanti chiavi di lettura. Come ad esempio lo scontro tra la stolida buro- Cinema crazia ministeriale e l’illuminata saggezza degli studiosi, a cui si accompagna un attacco niente affatto velato a certi metodi pedagogici, nel film definiti medievali (parliamo di punizioni corporali e di crudeltà mentale verso gli studenti), proprio quando sembrano suscitare nuovo fascino in una parte dell’opinione pubblica, anche d’Oltremanica. Un film maturo, quindi, fruibile a più livelli e il cui limite più evidente è di aver voluto mettere troppa carne al fuoco. Personaggi, situazioni, ambientazioni, luoghi si susseguono a ritmo vertiginoso ma, nonostante le quasi due ore e venti di durata del film, rimangono spesso solo accennati e quasi mai approfonditi adeguatamente. Un lavoro di forbici più deciso avrebbe garantito maggiore coerenza narrativa e un risultato più consono all’eccellente materiale a disposizione. Regia di David Yates; con Robbie Coltrane, Rupert Grint, Ralph Fiennes, Emma Watson, Daniel Radcliffe, Imelda Staunton, Helena Bonham Carter.

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