Halal e l’Italia delle imprese

Durante l’ultima edizione della Borsa internazionale delle imprese italo-arabe, a Bari, si è mostrato interesse soprattutto per il mercato dei prodotti agro-alimentari e cosmetici “leciti” secondo le prescrizioni islamiche

Si è conclusa nei giorni scorsi a Bari l’ultima edizione della Borsa internazionale delle imprese italo-arabe, organizzata da Regione Puglia e Camera di cooperazione italo-araba, un organismo internazionale fondato nel 1972 per collegare il commercio italiano con quello dei 22 Paesi membri della Lega Araba. Nei quasi mille incontri bilaterali di questi giorni a Bari, gli imprenditori arabi presenti hanno mostrato interesse soprattutto per edilizia, meccanica avanzata, green e blue economy, healthcare e cosmetica.

Ma c’è un altro aspetto che da qualche anno viene sempre più in evidenza: è il mercato dei prodotti certificati halal, cioè leciti secondo le prescrizioni islamiche. A Bari si è dedicata una giornata proprio a questo settore, perché cresce ormai da parecchi anni il numero di imprese italiane, soprattutto agro-alimentari, che offrono prodotti certificati halal.

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In un mercato globale dove un terzo della popolazione mondiale è di religione musulmana, poter offrire prodotti halal apre grandi opportunità alle imprese. Il mercato halal mondiale è stimato intorno ai 2.300 miliardi di dollari, di cui 700 miliardi nel comparto alimentare. Il solo mercato europeo vale circa 70 miliardi. I prodotti agro-alimentari italiani, in particolare, sono molto apprezzati in Medio Oriente per la loro qualità. Una cospicua offerta di prodotti italiani a seria certificazione halal, ambito in cui l’Italia sta diventando leader tra i produttori europei, è una carta vincente per l’export italiano non solo in Medio Oriente, ma anche in tutta Europa e nei Paesi del Sud-Est asiatico. Tanto più che gli acquirenti europei non islamici di questi prodotti sono in continuo aumento. Nel campo della cosmetica, per esempio, il dato che viene in evidenza dalle statistiche è che il mercato dei cosmetici certificati halal cresce del 15% l’anno da 10 anni, e che il 30% degli acquirenti di questi prodotti non è musulmano.

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Cosa significa che un prodotto è halal e di quali prodotti si tratta?

La parola araba halal è un aggettivo e significa lecito. Così si esprime il Corano alla sura 16 (114-115): «Mangiate delle cose lecite (halal) e buone che la provvidenza di Dio vi ha donato, e siate riconoscenti, se adorate Lui! Perché Dio vi ha proibito gli animali morti, e il sangue e la carne di porco, e animali macellati invocando un nome diverso da Dio. Quanto a chi vi è costretto, senza desiderio e senza intenzione di peccare, ebbene, Dio è indulgente e clemente».

La definizione di halal non riguarda solo il cibo, gli alimenti e i prodotti usati per la conservazione, ma anche tutto ciò che in qualche modo entra o viene a contatto con il corpo o è connesso con la cura della persona. E per estensione anche i modi di produzione e la filiera dei trasporti e della conservazione. Naturalmente vi sono differenze di interpretazione fra le varie scuole sull’estensione del concetto halal, ma un buon esempio di cosa stiamo parlando lo indicano gli ambiti di attività di Hia (Halal Italy Authority), una delle aziende sorte in Italia (a Bari, ma ora con sede anche a Milano) e che opera in campo internazionale per la certificazione halal: agroalimentare, cosmesi, cura del corpo, chimica farmaceutica, sanità e assistenza, ristorazione e catering, alberghiero, logistica dei prodotti, ecc. Soltanto Hia certifica 9783 prodotti di 446 aziende italiane. Gli altri enti certificatori italiani sono attualmente Halal Italia, collegata al Coreis (Comunità religiosa islamica italiana), il piccolo Halal Global (Bologna) e ICB Quality (Milano), un’azienda che lavora da 10 anni nel settore delle certificazioni di qualità secondo le normative europee e che da 3 anni opera anche in quello delle carni halal, in collaborazione con Ucoii (Unione Comunità Islamiche d’Italia).

Sono numerosi i cibi made in Italy che, forniti di certificazione halal, trovano un mercato in vari paesi esteri, in Europa, e non ultimi, tra i musulmani presenti in Italia che, dal punto di vista della fede professata sono la seconda comunità come numero di stranieri residenti (la prima è costituita dai cristiani ortodossi). Tra i prodotti halal italiani, i più richiesti sono: carne fresca e prodotti a base di carne; semilavorati di frutta e verdura; prodotti caseari (latte, yogurt, formaggi); integratori alimentari, aromi e additivi; acqua, bevande, succhi; riso, pasta, pizza, snack; prodotti da forno; olio evo; piatti pronti; gelati, dolci e caramelle; caffé; oltre a cosmetici e prodotti per la pulizia.

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