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Gli africani e il concetto di prosperità

di Liliane Mugombozi

Liliane Mugombozi Autore Citta Nuova

Psicologi e scienziati sociali hanno esplorato un nuovo concetto, il flourishing, uno stato di benessere che trascende la semplice felicità o il successo. Esso abbraccia la totalità della vita, comprese le interazioni con gli altri e con la comunità. Quindi, come si posizionano gli africani in termini di flourishing?

The Conversation (23 giugno 2025) ha messo in evidenza la ricerca di Victor Counted, uno scienziato-psicologo i cui studi condotti in 40 nazioni africane forniscono una rivalutazione ricca di dati sul flourishing, ovvero lo stato di benessere, di prosperità presente nel continente africano. I suoi risultati sfidano la narrativa prevalente secondo cui l’Africa è “in ritardo” nello sviluppo, presentando una comprensione più ampia e variegata di cosa significhi condurre una vita appagante.

«Il benessere va oltre il semplice progresso economico o la felicità personale», ha spiegato il professor Counted. Rappresenta uno stato complesso dell’esistenza che indica come gli individui percepiscano la propria vita e la qualità effettiva di essa. Inoltre, riflette i valori che le persone hanno all’interno delle loro comunità.

«Il concetto di benessere – spiega Counted – spesso enfatizza un approccio eurocentrico incentrato sull’individuo: realizzazione personale, indipendenza e successo. Il flourishing considera la completezza di una persona in relazione al suo ambiente ‒ tiene conto quindi dell’ambiente sociale, spirituale ed ecologico in cui vivono gli individui ‒. Non si tratta solo di sentimenti personali, ma anche di vivere pienamente, in modo significativo e mantenere un rapporto appagante con il mondo che ci circonda».

La ricerca identifica 6 dimensioni essenziali del flourishing-prosperità: felicità e soddisfazione di vita, salute mentale e fisica, significato e scopo, carattere e virtù, legami sociali, stabilità finanziaria e materiale. I partecipanti allo studio hanno valutato la loro situazione in ciascuna di queste aree su una scala da 0 a 10. Ulteriori domande hanno raccolto informazioni relative a fiducia, solitudine, speranza, resilienza e ad altri fattori associati al benessere.

Tra i primi 22 Paesi della classifica globale, 5 sono africani: Nigeria, Kenya, Sudafrica, Tanzania ed Egitto. Counted sostiene che «questa ricerca ha fornito una comprensione più sfumata e culturalmente sensibile di come gli africani percepiscono e danno priorità alla prosperità. I nostri risultati indicano che le comunità africane spesso ottengono punteggi elevati in termini di significato, carattere e relazioni sociali, anche in presenza di difficoltà economiche. Ciò costituisce un significativo contrappunto alle ipotesi occidentali sul benessere».

Su cosa dovrebbero concentrarsi le nazioni africane per prosperare?

Secondo Counted, la strada verso una maggiore prosperità passa attraverso «l’adozione delle conoscenze indigene e l’investimento in priorità di sviluppo culturalmente pertinenti. Anziché aderire ai modelli occidentali, incentrati sul successo personale, l’Africa può stabilire percorsi alternativi di prosperità che rispecchino i valori fondamentali della sua popolazione». Egli raccomanda di dare priorità ai sistemi di conoscenza locali. I concetti africani di comunità connessa, come ubuntu (Africa meridionale), ujamaa (Africa orientale), teranga o wazobia (Africa occidentale) e al-musawat wal tarahum (Africa settentrionale), incoraggiano gli individui a sostenersi a vicenda e a coesistere pacificamente. Questi principi consentono agli individui di condurre una vita appagante e possono guidare le leadership e gli sforzi legislativi.

L’Africa dovrebbe ridefinire i propri parametri sul concetto di sviluppo.

«I modelli di sviluppo occidentali pongono l’accento sul successo individuale, sui risultati economici e sul consumo materiale. Il Pil pro capite non rappresenta adeguatamente le esperienze quotidiane e le aspirazioni delle società africane».

Counted sottolinea che «dovremmo anche considerare fattori come la felicità degli individui, il loro ottimismo per il futuro, la forza e la resilienza delle loro comunità, oltre alla pulizia, alla sicurezza e alla dignità delle loro condizioni di vita».

Questo concetto non è nuovo, «da molti anni, gli studiosi dello sviluppo hanno sostenuto la necessità di passare da indicatori economici limitati a un’attenzione alla dignità umana, all’azione e alle opportunità reali disponibili per gli individui per perseguire una vita significativa. La novità risiede nella crescente disponibilità di dati e nel crescente impulso a considerare seriamente questi parametri alternativi nella definizione delle politiche e delle priorità nazionali».

L’Africa dovrebbe anche investire nell’istruzione finalizzata allo sviluppo del carattere.

Un’istruzione di qualità è essenziale per liberare il potenziale di prosperità del continente africano. Tuttavia, «l’Africa ha bisogno di qualcosa di più della semplice competenza accademica e della preparazione della forza lavoro: necessita di una strategia per la coltivazione deliberata di valori e abitudini che influenzano il modo in cui gli individui pensano, sentono e agiscono con integrità».

Riflettendo sulle sfide, Counted sostiene che «una parte significativa del problema deriva dal fatto che le discipline umanistiche, come la storia, la letteratura, la filosofia e gli studi religiosi, sono frequentemente sottovalutate o insufficientemente finanziate nei contesti educativi. Tuttavia, sono proprio queste discipline a nutrire l’immaginazione morale, il pensiero critico e il senso civico».

Counted afferma che «abbiamo bisogno di ambienti educativi che formino non solo lavoratori, ma individui completi, capaci di pensare in modo etico, agire responsabilmente e guidare con integrità le loro comunità».

Riflettendo su ciò che l’Africa può apportare alla prosperità globale, il ricercatore ha dichiarato che «gli obiettivi di prosperità dell’Africa offrono una prospettiva alternativa sullo sviluppo, che si basa sui punti di forza già presenti nel continente, piuttosto che sulle sue carenze. Si tratta di aspirazioni al benessere radicate a livello locale, influenzate dai sistemi di conoscenza indigeni, dai valori culturali e dalle tradizioni religiose/spirituali dell’Africa. Il perseguimento di questi obiettivi sottolinea la completezza piuttosto che la ricchezza, la comunità piuttosto che il consumo e la resilienza piuttosto che il semplice soccorso».

In conclusione: «Il continente ha molto da offrire al mondo: saggezza, forti valori comunitari e metodi per mantenere la resilienza e vivere pienamente, anche in tempi difficili».

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