I gemelli Dematteis dalla terra occitana

incontro con Bernard e Martin Dematteis, nati il 24 maggio 1986 campioni europei di corsa in montagna, che lo scorso 8 settembre scorso hanno stabilito il nuovo record di ascesa di corsa sul Monviso, la montagna più alta delle Alpi Cozie con i suoi  3841 metri
foto Unione montana Val Varaita

Il fascino di Rore sotto la neve è qualcosa di indescrivibile. Le case della borgata sono un tutt’uno accomunate da ogni rumore che la neve attutisce e impreziosisce di silenzio.

Nell’aria frizzante il profumo del faggio bruciato nelle stufe e nei camini delle abitazioni. Qui tutto è talmente bello che sembra quasi un sogno. Rore con poco più di cento abitanti, è una frazione del Comune di Sampeyre, in Val Varaita, provincia di Cuneo. Siamo in terra occitana, gli abitanti parlano la lingua d’oc, e la frazione è tra le più attive sul piano sociale, economico e culturale della valle. Una caratteristica che lo differenzia dalle attuali realtà di montagna è la costante crescita demografica avvenuta negli ultimi anni che lo hanno reso la più popolata tra le frazioni di Sampeyre.

Tra le iniziative che caratterizzano Rore vi è la “Baìo“, una festa tradizionale che si svolge ogni cinque anni: è una delle più importanti e antiche feste delle Alpi italiane, dalle origini molto antiche, risalenti attorno al 975 o al 980, quando l’orda di saraceni che era penetrata nella valle per saccheggiarla vennero scacciata dalla popolazione locale. Una commemorazione, anche se alcuni hanno messo in dubbio quest’ipotesi, forse diffusa nel XVIII secolo per ragioni turistiche. La tradizione  conserva molti balli e gran parte del folklore musicale che al suono dei violini, dei clarinetti, delle fisarmoniche e degli organetti , i festanti si esibiscono in vivacissimi balli come la courento, la gigo, e molti altri.

 Qui molte famiglie hanno il cognome Dematteis, e proprio in paese incontriamo i gemelli Martin e Bernard, due giovani semplici, nati e cresciuti a Rore. Fin da piccoli hanno praticato sport e dall’età di 13 anni fanno gare di atletica e corsa in montagna. Adesso la loro passione, la corsa, è diventata il loro lavoro e girano l’Italia e un po’ il mondo per partecipare a varie gare e per correre dietro ai loro sogni sportivi e non. «La famiglia Dematteis è sempre stata una famiglia molto sportiva , dallo sci, all’alpinismo al ciclismo e proprio dalla nostra famiglia abbiamo ereditato la grande passione per lo sport, racconta Martin. Abbiamo avuto 4 grandi esempi da seguire nei nostri nonni. Nonno Gigi (Luigi Dematteis) ci ha insegnato la tenacia e il saper far fatica nello sport mentre nostra nonna, nonna Toia (Vittoria Giacosa), ci ha insegnato che l’amore, quello vero, vince su tutto e supera ogni barriera umana e non umana. I nonni materni, Nonno Nuciu e Nonna Neta (Giuseppe Fino e Anna Cuniglio), ci hanno voluto un bene dell’anima e insegnato i valori dell’attaccamento alla terra e alle proprie radici. A Rore saremo circa 25-30 Dematteis e noi in famiglia parliamo occitano e lo facciamo con estremo e profondo orgoglio».

Cosa significa Occitania per voi? com’è il Natale a Rore? «L’Occitania è la terra dove siamo nati e rappresenta la nostra terra, le nostre radici, la nostra cultura e la nostra lingua. Siamo molto orgogliosi di essere occitani. Da noi il Natale è magico come in tutti i posti, ma qui acquisisce un fascino ancora più particolare perché’ c’è spesso molta neve, come quest’anno. Poi ci si riunisce in famiglia, c’è il sapore genuino della festa, dello stare insieme. Rore è la nostra casa e qui ci troviamo benissimo, abbiamo le nostre radici e la nostra famiglia oltre a essere per noi un posto magico e fantastico».

Siamo in compagnia di Bernard e Martin Dematteis, nati il 24 maggio 1986 campioni europei di corsa in montagna, i gemelli che l’8 settembre scorso hanno stabilito il nuovo record di ascesa di corsa sul Monviso, la montagna più alta delle Alpi Cozie con i suoi  3841 metri. Bernard ha impiegato 1 ora 40 minuti e 47 secondi, e subito dopo è arrivato Martin. Il nuovo record stacca di quasi otto minuti il primato precedente, che era stato stabilito nel 1986 da Dario Viale, atleta di Limone Piemonte e pioniere dello ski race, con 1 ora 48 minuti e 54 secondi .

Bernard e Martin sono partiti di corsa dalla sorgente del Po a Pian del Re, a  2.020 metri sul livello del mare e hanno imboccando  la via che percorre la parete Sud del Monviso, il dislivello percorso è stato di 1821 metri impiegando un’ora 40 minuti e 47 secondi. “Cosa avete provato dopo aver battuto il record di Viale?”: «Il record sul Monviso è stato un sogno, il realizzarsi di un sogno e di una giornata perfetta, un qualcosa che soltanto lontanamente immaginavamo e che difficilmente credevamo possibile. Adesso, ogni volta che pensiamo alla scalata dello scorso 8 settembre, appena 3 mesi fa, proviamo forti emozioni e credo che quello che abbiamo vissuto quel giorno sarà per noi sempre una grande ed immensa forza». Come è nata l’idea di correre? «Da bambini giocavamo tantissimo con i nostri amici di Rore, eravamo sempre fuori casa, sia col bello che col cattivo tempo e correvamo tanto nei boschi e nei prati vicini al nostro piccolo paese. Credo che sia proprio da lì che sia nata la nostra passione per la corsa». Prima in pianura e poi in montagna o subito in montagna?. «Subito in montagna, la prima gara di corsa il 25 luglio 1999 ad un campionato regionale giovanile di corsa in montagna sopra Biella, poi abbiamo corso anche molto in pianura, su strada, nelle corse campestri e in pista ma la nostra passione numero uno restano i sentieri in salita e discesa». Qual è nome giusto della vostra disciplina?: «Atletica leggera è il nome dello sport, noi poi siamo mezzofondisti prolungati e la nostra disciplina madre è la corsa in montagna». Bernard ha vinto 2 volte il campionato europeo di corsa in montagna, con 2 argenti e un bronzo, poi un argento mondiale e 4 quarti posti. Martin ha vinto un campionato europeo di corsa in montagna, con un argento e un bronzo, poi un bronzo e un quarto posto mondiali. «Insieme abbiamo vinto 8 volte il titolo italiano di cosa in montagna. Bernard ha partecipato 24 volte a competizioni internazionali (camp. europei o mondiali) con la maglia azzurra dell’Italia (21 nella corsa in montagna, 3 nella corsa campestre) e Martin 22 volte ( 15 nella corsa in montagna, 7 nella corsa campestre ». In gioventù Bernard ha frequentato l’istituto agrario e Martin il liceo scientifico, poi hanno lavorato per alcuni anni, Bernard come muratore nella cooperativa edile dove lavorava papà Cecco, Martin invece ha fatto il falegname in una ditta di Rore e poi il commesso in un negozio di articoli sportivi, ma la passione per la corsa ormai stava prevalendo su qualsiasi altra attività. La montagna, tutte le montagne racchiudono segreti, bellezze da scoprire storie da raccontare quali sono le vostre scoperte.

«Ogni montagna, ogni piccola borgata o luogo custodisce storie da raccontare, le nostre scoperte sono che più vai lontano da casa e poi ci fai ritorno e più forse riesci ad apprezzare anche solo le piccole semplici cose che prima o ti sfuggivano o davi per scontate!». Bernard e Martin, dopo il record sul Monviso, quali sono i progetti? «Adesso, vogliamo allenarci e tornare a correre forte sulle gare, quest’inverno nelle corse campestri, poi sulla mezza maratona e forse sulla maratona e per la prossima estate nella corsa in montagna con campionati europei in Macedonia a luglio e mondiali ad Andorra a settembre, vogliamo lottare e cercare di qualificarci». La straordinarietà di questi due gemelli è la loro normalità, la loro semplicità, la tenacia e alla battuta su chi è il più bravo tra i due, rispondono insieme: «Non esiste un più bravo, ognuno è bravo a fare ciò che fa e ci diamo una grossa mano sia negli allenamenti, che in gara che soprattutto nella vita».

Ma c’è un episodio che dice la grandezza dei Dematteis campioni sportivi, e campioni nella vita. Ad Arco di Trento ai Campionati europei di corsa in montagna nel 2014 Bernard aveva un ampio vantaggio sul fratello in finale ma ha rallentato, cedendo la vittoria a Martin. «Non voglio passare per altruista o generoso. Semplicemente, in quel preciso momento, ho scelto così. Sul rettilineo finale, ho aspettato Martin per arrivare con lui, ma al secondo posto. Dopo trent’anni passati accanto, in questa occasione sentivo che doveva essere così». L’anno prima  Martin aveva perso il figlioletto Matteo, morto a 11 mesi nel maggio 2015. «Ringrazio Bernard. È una medaglia d’oro che voglio condividere, perché se ho vinto io, lo devo a lui: mi ha fatto un grandissimo regalo. Ha fatto diventare realtà la mia speranza di essere campione d’Europa ». «I sogni sono difficili da realizzare. Ma talvolta, per fortuna, si avverano. Ho sempre sperato di arrivare di nuovo sul traguardo insieme a Martin. Avevo provato a immaginarmi una scena del genere agli Europei. Per me il gesto di farlo passare, del tutto naturale e spontaneo, vale molto di più di una medaglia d’oro. Durante la gara ho vissuto tutte insieme, e in pochi minuti, tantissime emozioni».

 

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