Fotogiornalismo italiano

Il nome di Tazio Secchiaroli è legato alla stagione romana dei paparazzi di cui fu protagonista indiscusso. Quello di Mario De Biasi invece richiama il settimanale Epoca della cui linea editoriale il fotografo fu interprete perfetto. E poi Tano D’Amico fra i reporter che fecero la controinformazione nel ’68. Sono solo alcuni dei fotografi della grande mostra torinese che riflette per la prima volta in modo critico e organico sulla storia del fotogiornalismo italiano. Attraverso un percorso di 350 immagini firmate dai più grandi reporter, agenzie e archivi, il curatore Uliano Lucas ci guida in un viaggio nella storia d’Italia degli ultimi cinquant’anni, raccontando l’intreccio tra il modificarsi del paese, i centri di potere, il mondo editoriale, e seguendo l’evolversi del linguaggio dell’informazione in rapporto alle mutate richieste della società: dal neorealismo del dopoguerra al paparazzismo, dal reportage sociale che si afferma negli anni Sessanta insieme ad un nuovo modo di guardare e raccontare, alla foto di cronaca dei fotografi di redazione degli anni del terrorismo e delle stragi di mafia, dalla foto anonima d’agenzia che attraversa tutta la storia degli ultimi anni, ai nuovi stili e messaggi degli scatti degli anni Novanta, strettamente legati alla riorganizzazione del mondo dell’informazione tecnologicizzato, ma anche all’ingresso della fotografia, pure delle news, nel mondo dell’arte e del collezionismo. La mostra si rivolge alla nuova generazione di fotografi e di addetti ai lavori che, talora soffocati dai tecnicismi, rischia di smarrire il legame con il passato; ma anche ai non specialisti sempre più condizionati dalle scelte dei giornali, della televisione, di Internet. Accanto alle immagini dei grandi fotoreporter sono affiancate foto d’agenzia, riproduzioni delle testate e delle pagine dei giornali, stampe dei provini, delle foto non pubblicate, delle diverse immagini su uno stesso argomento scelte dai vari settimanali in funzione della propria politica informativa. Il visitatore potrà allora vedere forse in modo nuovo la sua storia, e prendere coscienza dei diversi messaggi e delle diverse funzioni nascoste dietro un’immagine che all’apparenza si presenta come una riproduzione fedele della realtà.

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