Il fenomeno del “survival sex”

Un rapporto di Save the children parla di minorenni in transito, provenienti per lo più dal Corno d’Africa e dai Paesi dell’Africa-sub-sahariana che vengono indotte a prostituirsi.

Quello che si sospettava e che ultimamente era diventato più che un sospetto ora è stato messo nero su bianco e si trova perfettamente descritto nel rapporto annuale presentato da Save the Children. Il rapporto è molto chiaro e viene descritto come Il fenomeno del “survival sex”. Alla frontiera di Ventimiglia – si legge nel rapporto – il fenomeno del cosiddetto survival sex, ovvero delle minorenni in transito provenienti per lo più dal Corno d’Africa e dai Paesi dell’Africa-sub-sahariana che vengono indotte a prostituirsi per pagare i passeurs,  con somme tra i 50 e i 150 euro, per attraversare il confine o reperire cibo o un posto dove dormire». Si parla di una situazione aggravata anche dopo lo sgombero dello scorso mese di aprile dell’accampamento lungo il fiume Roja. Da allora, gli operatori di Save the Children sul terreno, hanno rilevato la permanenza in strada di molti minori in condizioni degradanti, promiscue e pericolose che vengono alleviate soltanto dalle associazioni che offrono assistenza legale, connessione a Internet e altri beni di prima necessità. «Era prevedibile l’esplosione di questa piaga – spiega il benzinaio sul corso –  da quando il prezioso ricovero che ospitava mamme e minorenni nella parrocchia delle Gianchette è stato costretto a chiudere per il capriccio e l’egoismo di qualcuno. Là c’era don Rito con tante persone che custodivano queste persone, con la carità e l’affetto. Ora questo manca, c’è il campo della Croce Rossa, il presidio dei no border, ma non è più lo stesso. Dovremmo vergognarci tutti perché tutti siamo complici di questa situazione infame».

Secondo il rapporto di Save the children, fino al 31 maggio 2018, 4.570 minori risultano irreperibili nel nostro Paese, mentre il flusso di migranti eritrei a Ventimiglia nei primi mesi dell’anno ha fatto registrare un notevole incremento rispetto all’anno precedente, quando erano appena il 10% dei transitanti. Sono aumentate in Italia anche le ragazze nigeriane e rumene in strada. Tra le ragazze nigeriane che giungono via mare in Italia – emerge dal rapporto – 8 su 10 sarebbero potenziali vittime di tratta a fini di sfruttamento sessuale, un numero che ha fatto registrare, tra il 2014 e il 2016, un incremento del 600%. Molte giovanissime nigeriane sono indotte dagli sfruttatori a dichiararsi maggiorenni per sfuggire al sistema di protezione per minori. In una sola notte, a ottobre 2017, la rete di organizzazioni riunite nella Piattaforma nazionale Anti-Tratta ha rilevato 5.005 vittime in strada, tra cui 211 minori, registrando un incremento del 53% rispetto alla precedente rilevazione a maggio dello stesso anno.

«Si tratta di ragazze giovanissime – afferma Raffaella Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the children – e particolarmente a rischio che fanno parte del flusso invisibile dei tanti minori migranti non accompagnati in transito alla frontiera Nord italiana i quali, nel tentativo di ricongiungersi ai propri familiari o conoscenti in altri Paesi europei, privati della possibilità di percorrere vie sicure e legali, sono fortemente esposti a gravissimi rischi di abusi e sfruttamento, in molti casi ritrovandosi a vivere in condizioni di grande degrado e promiscuità. È fondamentale garantire loro tutta la protezione di cui hanno bisogno e per questo, in rete con le organizzazioni attive sul campo, stiamo potenziando i nostri interventi nelle aree di confine settentrionale, con un’unità mobile grazie alla quale, a partire dai prossimi giorni, i nostri operatori raggiungeranno i minori più vulnerabili per offrire loro supporto e assistenza e tutelarli dai gravi rischi in cui incorrono».

Ventimiglia è anche questo: una vergogna permessa. Come è una vergogna negare da parte dell’amministrazione comunale l’accesso all’acqua potabile, ai servizi igienici alle cure mediche, con la scusa di scoraggiare i migranti a installarsi in città. Ma chi costringe queste persone a fermarsi a Ventimiglia è solamente la frontiera chiusa. Lasciamo ancora una volta la città di confine con l’amaro in bocca che aumenta ancora di più quando vediamo sul muro di una casa questo foglio con su scritto: «Ricorda, non sei straniero, sei solo povero. Se fossi ricco, non saresti straniero in nessun luogo» e più avanti un’altra scritta dove ci si domanda: «Quanto vale la vita di un immigrato?».

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