Farmaci e libero mercato

Frontalieri che vanno a comprare il vaccino antinfluenzale in Francia perché costa il 50 per cento in meno rispetto all’Italia. Mamme che si recano in Svizzera o in Austria ad acquistare il latte in polvere al prezzo quattro volte inferiore a quello italiano. E poi l’aspirina, il paracetamolo, solo per citare alcuni altri farmaci. Di fronte a queste speculazioni è intervenuto il Messaggero con una meritoria campagna di stampa, cui ha fatto seguito un decisivo intervento del ministro della Salute. Risultato: da oggi il vaccino antinfluenzale costa il 26 per cento in meno. Per il latte si sta provvedendo. L’Antitrust è stato chiamato in causa, ma paradossalmente, nessun organo istituzionale si è ricordato di una direttiva europea degli anni Ottanta che invitava i vari governi nazionali a tener conto della media dei prezzi all’interno della Comunità. In Italia, dove la Costituzione afferma che la salute è un diritto del cittadino ed un dovere della comunità (art.32) e la riforma sanitaria pone in primo piano la prevenzione, le multinazionali delle case farmaceutiche, nonostante la precaria situazione economica, continuano indisturbate a speculare. E, si badi bene, ciò è possibile in Italia, ma non in Francia o in Svizzera o in Austria, dove il cartello delle multinazionali è ugualmente operante. Questo fenomeno speculativo si aggiunge a quanto è avvenuto con l’entrata in vigore dell’euro e con i costi di alcuni generi alimentari. Dobbiamo dedurre che la vigilanza in proposito deve essere migliorata. Insomma, c’è qualcosa, nella macchina burocratico-amministrativa, che non va. Bene ha fatto quindi il ministro ad intervenire, anche se taluni farmacisti di provincia da qualche tempo criticavano che il vaccino antinfluenzale non fosse compreso tra i farmaci a prezzo amministrato, cioè sottoposti al controllo del Cipe (Comitato interministeriale prezzi). Si comprende, visto il deficit generale dello stato, l’erogazione gratuita del vaccino soltanto alle categorie più deboli (bambini, anziani, malati cronici); non giustificato invece l’atteggiamento in sordina del ministro della Salute riguardo alla necessità che il provvedimento vaccinale sia esteso a tutta la popolazione per essere veramente efficace. Chi ci legge sa che già l’anno scorso lamentammo questo silenzio su una regola medicopreventiva ben nota a tutti, compreso il ministro Sirchia, medico qualificato e stimato. Ma così stanno i fatti. Oggi il presidente della Federfarma si dichiara soddisfatto della richiesta d’inserimento del vaccino nel prontuario farmaceutico in fascia A, ad un prezzo contrattato con il servizio sanitario nazionale. Peccato però che fino a pochi giorni fa fosse venduto ad un prezzo superiore del 50 per cento rispetto alla Francia.

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