Famiglie con figli, prove di disobbedienza civile

Con la finanziaria non ce la faranno più. E stanno organizzando proteste eclatanti. Intervista a Mario Sberna, presidente dell’Associazione famiglie numerose.
Famiglia Sberna

Fate la prova in questo tempo di crisi. Una catenina d’oro di buona maglia, con tanto di crocifisso, pesa 16 grammi: uno dei tanti negozi specializzati nell’acquisto del metallo raro la può valutare fino a 300 euro. Nelle case degli italiani, secondo gli esperti, si trova un vero giacimento diffuso. Stime diffuse da Il Sole 24 ore parlano di 25 mila tonnellate in oreficeria, l’equivalente di quanto custodito nella Federal Reserve statunitense. Ma quanto oro potranno vendere le famiglie con almeno tre figli a carico che, di media, subiranno dalla manovra – secondo i calcoli dell’Associazione famiglie numerose – un costo aggiuntivo di 400 euro al mese? «Noi non abbiamo tutti questi soldi da versare allo Stato», affermano i coordinatori dell’associazione, che hanno programmato una serie di iniziative clamorose.

 

Il prossimo appuntamento è per giovedì 22 settembre davanti al Parlamento, con tanto di passeggini e biberon, con l’intenzione di “incatenarsi” fino al momento in cui non sarà emanato un decreto che recepisca alcune istanze diventate ormai vitali: dal raddoppio immediato degli assegni familiari, alla rivisitazione dell’Isee (il criterio che dovrebbe abbattere i costi dei servizi in base ai carichi familiari), all’introduzione di sconti per le famiglie sulle imposte comunali e regionali, alla salvaguardia del lavoro per i lavoratori e le lavoratrici con 3 e più figli in caso di licenziamento. In pratica si richiede il riconoscimento dello status di categoria protetta nelle assunzioni presso le aziende. Nel pacchetto delle richieste si trova, infine, il riconoscimento a ogni donna di tre anni di contributi figurativi ai fini pensionistici per ogni figlio messo al mondo. Importi da cominciare a recuperare eliminando i costi di un «inutile sottosegretariato alla famiglia», il cui titolare è invitato a restituire la delega.

 

Presidente Sberna, sembra che il fitto dibattito interno, reso pubblico tramite il vostro sito, sia arrivato a qualche risultato: ma per avere visibilità ci vorrebbe una manifestazione di grandi numeri o di gesti estremi. In una città che avvolge e relativizza tutto, sapete bene quante categorie di persone stazionano davanti al Palazzo gridando, digiunando o anche incatenandosi? Mentre, intorno, i turisti passano indifferenti….

 

«Ma noi abbiamo deciso. La misura è colma, riceviamo ogni giorno lettere e mail di famiglie che non sanno come fare pensando a cosa sta per succedere contro di noi e contro i nostri figli. E non ci fermeremo al presidio davanti alle Camere».

 

Cosa potete fare ?

 

«Come atto di disobbedienza civile abbiamo deciso di intasare la sede di un tribunale con istanze di separazione consensuale per iniquità di trattamento fiscale, così come i nostri associati manderanno migliaia di lettere alle prefetture chiedendo giustizia. Mentre le Agenzie delle entrate riceveranno ricorsi fiscali con le richieste di restituzione delle inique trattenute subite per anni in disprezzo dell’articolo 31 della Costituzione».

 

E cosa afferma questo articolo ?

 

«Che “ la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose”».

 

Sembra una norma che ricorda i riconoscimenti per le famiglie prolifiche durante il ventennio, in cui si celebrava la potenza del numero per avere milioni di baionette. Non vi sembra di fare una battaglia di retroguardia di carattere per lo più confessionale ?

 

«A dire il vero, dai lavori dell’Assemblea costituente risulta che il particolare sulle famiglie numerose fu chiesto da Palmiro Togliatti per motivi di equità sociale. Non si trattava certo di un cattolico reazionario. La nostra associazione ha sempre fatto un discorso laico, aperto a tutti. Se poi molti tra noi sono cristiani praticanti e attivi lo si deve ad una fiducia e apertura alla vita, che è un dono per tutti. Ci troviamo nel cuore del patto costituzionale. E ora è il momento di resistere e noi lo facciamo con le sole nostre forze, senza finanziamenti o protezioni dall’alto».

 

Come dicono alcune voci del vivace dialogo interno alla vostra associazione, non è forse adesso il momento per un family day che non faccia sconti a nessuno?

 

«Già, questo sarebbe il momento giusto. E infatti noi ci proviamo».

 

Non avete avuto alcun riscontro dal governo ?

 

«Tremonti non ci ha mai voluti ricevere. Gianni Letta ci ha cortesemente ospitati per ben tre volte impegnandosi a facilitare un confronto diretto con Berlusconi che, evidentemente, non ha trovato posto nell’agenda per noi. Ma anche negli enti locali la scarsa attenzione si nota quando si aumentano del 100 per cento le spese interne o sedi all’estero e si riducono della metà i buoni sconto per i trasporti degli studenti».

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