Eurispes: ricostruire un’idea di comunità

Nel rapporto annuale sullo stato del Paese emergono le conseguenze della svalutazione dei corpi intermedi e la mancanza di un progetto strategico condiviso capace di affrontare le vere priorità del Paese

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«Il tratto distintivo dell’Italia di questo 2019 sembra consistere nella difficoltà di affermare la propria identità, di sapere scegliere i percorsi ai quali affidare il proprio cammino, di dimostrare la capacità di decidere e di operare per poter stare ai tempi della complessità e della globalizzazione». Così il presidente dell’Eurispes, Istituto di ricerca, studi politici, economici e sociali, Gian Maria Fara fotografa la situazione del Paese che emerge dal 31° Rapporto Italia. Un Paese nel quale si può osservare una tale “capacità di indecisione” da poter esser definito un “Paese del Ni”, che non riesce mai ad esprimersi in maniera definitiva con un “No” o con un “Sì”. A ciò corrisponde una caduta della cultura della programmazione, osserva il Rapporto, sulle grandi questioni che attraversano la vita del Paese. Per questo va riscoperta, sostiene Fara, «una idea di comunità e di un senso stesso dello Stato».

Il Rapporto Eurispes interpreta l’Italia attuale attraverso 6 dicotomie tematiche, che spaziano dall’economia, pubblico/privato, alla politica, sovranismo/mondialismo, alla comunicazione, realtà/rappresentazione, insieme a quelle costituite da lavoro/tecnologia, identità/differenza e sicurezza/insicurezza.

L’edizione 2019 ruota attorno al concetto di qualità, scelto come “parola chiave”, per sottolineare in particolare la sua mancanza che contraddistingue le tendenze sociali, economiche, politiche e culturali in atto nel Paese.

Secondo il presidente Fara «si sta affermando nella società italiana una nuova patologia, la “qualipatia”, intesa nella accezione negativa, ovvero l’avversione ed il rifiuto per tutto ciò che richiama la qualità. Una patologia che archivia l’essere e santifica l’apparire, che esalta il contenitore a discapito del contenuto, che premia l’appartenenza e mortifica la competenza.

La strada da seguire è un’altra per l’Eurispes: occorre ricostruire un progetto e un’idea condivisa di Paese. Un compito che riguarda tutti, oltre le divisioni politiche e ideologiche. Anche i corpi intermedi, che, ricorda l’Eurispes «hanno dato un sostanziale contributo alla crescita culturale ed economica del Paese», e che oggi «sono considerati  alla  stregua di anticaglie da mercatino dell’usato». La proposta, secondo Fara, «è quella di mettere insieme, intorno a un tavolo, l’imprenditoria pubblica e quella privata, con il compito di elaborare un progetto strategico che metta, una dietro l’altra, le vere priorità del Paese». Da questa via passa anche il recupero di credibilità delle istituzioni.

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Il Rapporto segnala un aumento del numero dei cittadini che esprimono maggiore fiducia nei confronti delle istituzioni rispetto al 2018, e tre volte superiore rispetto a due anni fa (20,8% contro il 13% del 2018 e il 7,7% del 2017). Parallelamente, diminuiscono gli sfiduciati dal 34,4% al 29,4%. Spicca in particolare l’apprezzamento nei confronti del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che si “impenna” dal 44,5% al 55,1%. I consensi nei confronti del Parlamento arrivano al 30,8%, quelli verso la magistratura raggiungono il 46,5%. Si conferma il sentimento di fiducia nei confronti delle forze dell’ordine. Tra le altre istituzioni, aumenta la fiducia per le associazioni dei consumatori (dal 51,2% al 53%), le associazioni degli imprenditori (dal 41,1% al 43,2%), i partiti, che registrano il miglior risultato dal 2009 (dal 21,6% del 2018 al 27,2%);, la scuola (dal 63,2% al 67,4%), la Protezione civile (dal 76,3% al 79,2%), l’università (dal 69,8% al 73,5%) e il Sistema sanitario (dal 61,2% al 62,3%). In calo invece la Chiesa cattolica (dal 52,6% al 49,3%) e i sindacati (40,2% al 37,9%).

Interessante la lettura che viene data della stagnazione, divenuta ora recessione tecnica dell’economia italiana: «Non corrisponde alla realtà, ma segnala, a nostro parere, come pezzi sempre più consistenti dell’economia formale stiano progressivamente occultandosi alimentando il sommerso e dando l’idea, almeno in termini statistici ufficiali, di una crescita minore di quanto auspicato. Un fenomeno, questo, che potrà essere frenato solo attraverso un sostanzioso abbassamento della pressione fiscale, la semplificazione dei processi amministrativi, la modernizzazione del nostro obsoleto apparato burocratico, anche attraverso un veloce ricambio generazionale e, finalmente, la digitalizzazione del Paese».

Nel Rapporto vengono, inoltre, affrontati diversi altri temi di stretta attualità come, ad esempio, il caporalato e la tratta degli esseri umani, i fenomeni migratori visti attraverso i media, lo stato del sistema delle reti museali, la capacità di innovazione del Made in Italy, il digitale nei beni museali, gli sprechi alimentari, lo sviluppo del microcredito, il riciclo creativo, i temi del lavoro, il volontariato, l’uso dei farmaci, le fake news e le ricadute sui consumi, l’economia della bellezza e, ancora, il business del calcio, i vaccini, i Big Data, l’alcolismo, il tabagismo e la sugar tax.

Un lavoro documentatissimo, interamente disponibile sul sito Eurispes, che fa di questo Rapporto uno strumento assai utile non solo per i decisori, ma per tutti coloro che hanno a cuore l’avvenire del Paese.

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