Essere fuoco

Il documentario su Chiara Lubich prodotto da TV2000. La facilità di sorriso e di immaginare bellezza. La passione contagiosa per l’altro. Custode della fiamma dell’amore di Dio

Ieri Tv2000 ha messo in onda Essere fuoco, un bel documentario dedicato a Chiara Lubich in occasione dei cento anni dalla nascita di questa donna straordinaria, fondatrice del Movimento dei Focolari. Contiene tante interviste, vedendo le quali non si riesce facilmente a stabilire se ci sia più bellezza nelle sue parole o nella gioia con cui le pronuncia.

Probabilmente sta qui la grandezza di Chiara Lubich: nella profonda verità e convinzione che anima e riempie di energia ogni concetto da lei espresso. Si avverte sempre con chiarezza la sua totale, assoluta, inattaccabile, instancabile fiducia in parole come unità, amore, pace e soprattutto Dio.

Per questo arriva sempre limpida, immediata, travolgente, la forza del suo ideale. È contagiosa la sua passione per l’altro, la sua inclinazione e apertura all’ascolto, all’incontro, la sua fiducia nel dialogo tra popoli, culture e persone; il suo desiderare il mondo come un’unica immensa famiglia e lavorare ogni giorno per questo altissimo obiettivo.

Persino De Gasperi rimase colpito da tanta personalità e tanta fede, da questa miscela di dolcezza e vigore. Alle nove di sera di un giorno del 1948, faticoso come tanti altri in quel duro dopoguerra italiano, era ancora lì che l’ascoltava. Gli aveva parlato di lei, del suo Movimento, Igino Giordani, allora deputato in parlamento. All’inizio De Gasperi non sembrò molto interessato a parlare, ma alla fine di quel lungo pomeriggio estivo, a sole ormai tramontato, disse: «Stamattina mi ero alzato disperato, voi mi avete ridato la speranza».

Era impossibile non lasciarsi scaldare dal fuoco di Chiara: quello che dà il titolo al documentario di Monica Mondo (diretto da Sofia Rinaldo) e che va inteso come slancio, passione, entusiasmo, ma anche come fiducia in quel calore che nasce dalla relazione autentica e dalla solidarietà tra esseri umani. Da quell’unità, appunto, in cui è presente lo spirito di Gesù con tutti i suoi frutti.

«Ha lo Spirito Santo chi sa cogliere il divino negli altri», amava dire Chiara, riprendendo questa definizione da uno dei Padri della Chiesa. Lo stesso Giordani, cofondatore con lei del Movimento dei Focolari, in uno straordinario repertorio in bianco e nero – tra i tanti di questo documentario, messi a disposizione dal Movimento stesso –, ricorda che rimase «sbalordito, capovolto, incantato» da Chiara Lubich, dal suo cristianesimo nuovo e dal suo amore per la vita e le persone, dalla sua facilità di sorriso e di immaginare bellezza. Racconta come lavorarono insieme, in una sorta di fertile complementarietà: «Il sacro e il profano – ricorda Giordani –, la religione e la politica, la Chiesa e lo Stato».

Una dialettica, una sinergia sintetizzate dalla testimonianza di Lucia Fronza Crepaz, del Movimento Politico per l’Unità: «Chiara ci diceva che la nostra generazione doveva prendersi su la storia dell’umanità e portarla verso l’unità; Igino Giordani diceva che in questa prospettiva era importante la politica».

Il racconto di Chiara parte dal suo viaggio a Loreto, a 19 anni, in questa città «lontana» per lei che veniva da Trento. Durante le crociate fu portata qui, da Nazareth, la casa di Maria, e qui Chiara fu presa da una grande commozione. Si sentì come «schiacciata dal divino» e capì che il Signore la voleva custode della fiamma. «Ecco la vocazione del Focolarino – ricorda lei stessa – ti ho messo a custodire la fiamma di Dio dentro di te e la fiamma di Cristo in mezzo».

Poi la guerra, a Trento, con le bombe che facevano crollare le cose e impedivano di afferrare gli obiettivi prefissati. Ma la ferita divenne feritoia e lasciò entrare «un’idea, un’ispirazione, un ideale che nessuna bomba poteva far crollare. Quest’ideale era Dio», ricorda Chiara, che con altre ragazze iniziò a interrogarsi su questo ideale che non passa e insieme ne fecero l’ideale della propria vita.

Fu l’inizio di un viaggio tradotto col tempo in dialogo ecumenico e interreligioso, fu un camminare sempre più collettivo, dalla giovinezza alla maturità, giunto alla costruzione di una politica al servizio del bene comune e di un’Economia di Comunione basata sulla ripartizione dei beni. Tutto sempre sorretto dalla fede, illuminato dal Vangelo. Fu un viaggio transitato per Loppiano, ovviamente, prima cittadella del Movimento, e ben riassunto, nel documentario Essere fuoco, oltreché dalla potente voce di Chiara anche da diverse testimonianze di persone a lei vicine fisicamente, negli anni, oppure più giovani che rinnovano oggi la sua grande lezione.

Jena, ad esempio, delle Filippine, studia economia alla Sophia: l’università del movimento dei Focolari che «guarda all’umano e allo sviluppo della persona in un’azienda». Ha lasciato il suo lavoro per entrare in questa prospettiva più soddisfacente, perché «fuori c’è bisogno di cambiare il nostro sistema di economia e di politica, e aggiungervi elementi di unità e fraternità». Vuole essere protagonista di questo cambiamento, Jena, così come Pietro Comper, imprenditore che aveva puntato tutto sul denaro, credendo di far felice sua moglie. Che invece gli fece conoscere il Movimento e quando Chiara lanciò l’Economia di Comunione dal Brasile, suo marito rimase emozionato e tutto cambiò. A partire dai rapporti col personale, che «non erano più dipendenti ma collaboratori». Quella di Pietro è rimasta una storia di utili: le cose sono anche migliorate, perché «lavorare così porta qualità elevata».

Ecco due testimonianze di quanto Chiara sia viva ancora oggi, come spiega Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari: «Lo è in tutto quello che ha scritto, detto, registrato. Nella sua esperienza in giro per il mondo, stabilendo contatti con tutti, aprendo dialoghi senza nessuna limitazione, con grandi personalità, con poveri, ricchi, persone di altre fedi, di altre Chiese, di altre religioni o senza religione». È la grande eredità di Chiara Lubich, che però precisava: «Se dovessi lasciare un’eredità, lascerei a tutti “Gesù in mezzo”. Amatevi a vicenda come Gesù ci ha amati. Siate pronti a morire uno per l’altro, siate una famiglia». Per lei questo era tutto. Tutto partiva da qui.

 

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