Elemental per l’uguaglianza, nuova frontiera Disney

Ancora una volta la Disney stupisce con l’ultimo film uscito nelle sale, Elemental, che raccoglie ed esprime concetti forti contro la marginalizzazione a partire dalla rappresentazione della disabilità, dell’omosessualità, della lotta alla disparità di genere contro gli stereotipi, ma più di tutti si pone contro il razzismo.
(AP Photo/Daniel Cole)

Si parta dalla trama, una storia avvincente ovviamente dipinta in uno scenario fantastico e immaginifico quale Element city, la città degli elementi. Difatti in questa grande metropoli dai tratti molto simili alla moderna New York vivono degli esseri dagli aspetti simpatici fatti o di terra, o di acqua, o di aria (delle nuvole). I piccoli esseri di fuoco sembrano però rimanere esclusi dagli agi della grande città perché ritenuti pericolosi e distruttivi. Magari un po’ lo sono anche, proprio per questa etichetta che gli è stata attribuita.

Sta di fatto che vivono in una zona periferica di Element city. Si racconta che arrivino in realtà da molto lontano, una terra dove il clima non più favorevole li ha costretti a migrare. La prima coppia ad arrivare porta con sé una bambina, Flam, che cresce e diventa una giovane responsabile e forte, le cui certezze però iniziano a infrangersi dopo aver incontrato un dolce giovane di acqua, Flack, propenso sempre al pianto, che le addolcirà il cuore e le insegnerà ad inseguire i propri sogni…

Frontiera dell’animazione, senza dubbio il film è un piacere per gli occhi. Stupisce pensare a come i frutti delle tecnologie informatiche possano migliorare visibilmente di anno in anno, creando personaggi e mondi realistici in cui ci si perde ad osservare i dettagli delle scenografie, guardandoli con la stessa attenzione che si pone al seguire la narrazione.

Colori sempre più brillanti e una notevole bravura a rendere elementi come l’aria e l’acqua in un modo così realistico e sensoriale, ma anche buffo, che fa simpatia. Un progresso, quello dell’industria Disney-Pixar, che sembra non avere fine. Ce lo auguriamo, da un lato: chissà in quali altri modi potrà stupirci.

Lo stupore, lecito nell’osservare questo film, nasce anche nel constatare con quanta naturalezza e umanità troviamo la rappresentazione di una coppia con la fidanzata in sedia a rotelle o una coppia omosessuale. Chiaro leggere tra le righe che la Disney si pone come mediatrice di cultura per i più piccini, ed educatrice.

L’azienda di dimensioni ciclopiche, di fatto, educa grandi e piccini; i suoi film sono formativi per tutte le età, non a caso al cinema ci sono famiglie, coppie, anche persone adulte che scelgono di regalarsi una serata rilassante in piacevole solitudine. Forse perché il mondo che dipinge la Disney è un mondo in cui il bene vince sempre sul male, in cui ci si sente accolti e compresi nelle proprie debolezze. Ritornando ogni tanto in quel mondo ci si prende cura di quella parte di sé bambina.

Chiaro il messaggio contro il razzismo e la ghettizzazione, trasformato e non esplicitato, ma ben presente e comprensibile a qualunque adulto veda il film. Ecco, quindi, la funzione educativa che non si riduce ai bambini, un valore da tutelare.

Walt Disney World (AP Photo/John Raoux)
Walt Disney World (AP Photo/John Raoux)

Flam, la ragazza di fuoco, è sostanzialmente una giovane figlia di immigrati, che si ritrova a vivere in una parte della città con altre fiamme come lei, mentre il centro di Element city le è precluso. Gli elementi lì la guardano minacciosi, la giudicano, hanno timore di lei. Tante le scene rappresentative del fenomeno, come quando il papà di Flam la voleva portare da piccina a vedere questo fiore meraviglioso, la vivisteria, ma all’ingresso dell’edificio dove era custodito c’era un cartello che ricordava molto i “white only” della segregazione razziale USA.

Ancora il divario sociale: la concezione per gli elementi della ricca metropoli che tutti i sogni siano raggiungibili da un lato, dall’altro la visione di Flam, di più umili origini, per cui bisogna concentrarsi sul lavoro presente senza poter permettersi di fantasticare o partire lontano dalla propria famiglia per raggiungere dei sogni astratti.

Poi comprenderà come invece i suoi stessi genitori abbiano lasciato un posto lontano per seguire le proprie speranze di una vita migliore, e come anche lei, nonostante tutto, si possa permettere ancora di sognare. Un messaggio evergreen di speranza e capovolgimento in positivo, quello della Disney, tra i più preziosi, alla base di una società forte e pacifica.

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