Educare le emozioni

«Mio figlio di 4 anni si arrabbia spesso e fatica a controllare le sue emozioni. Cosa posso fare?». Lucia - Verona

Le emozioni sono una energia straordinaria che può determinare comportamenti diversi. Ed è importante saper gestire le proprie emozioni come la rabbia e la tristezza perché, se ben gestite, possono contribuire a costruire rapporti sociali stabili e duraturi e a valorizzare il bene e il positivo di tutti.
Occorre innanzitutto ritenere che l’essere umano può, se ben addestrato, diventare padrone di sé stesso e delle proprie emozioni. Tutto infatti si educa. È stato soprattutto Daniel Goleman che ha approfondito gli studi sulle emozioni, scoprendone un nesso fondamentale con l’intelligenza emotiva da lui definita come «la capacità di monitorare i propri sentimenti e quelli altrui, al fine di raggiungere obbiettivi».
Insomma l’intelligenza emotiva è un aspetto della intelligenza basato sulla capacità di riconoscere, valutare e gestire in modo consapevole le proprie e altrui emozioni.
L’educazione alle emozioni deve iniziare sin da quando il bambino è molto piccolo. Sia in famiglia che nella scuola dell’infanzia è importante aiutare a sviluppare nei bambini la capacità di gestire le proprie emozioni. Sarà importante dapprima saper dare un nome alle emozioni. E i genitori possono, mentre si rapportano col bambino, comunicare le loro emozioni. Per esempio: «Sono molto contento che hai fatto quella cosa». «Sono triste perché ti sei comportato male».
Nella scuola materna si possono strutturare programmi appositi di riconoscimento delle proprie emozioni. (l’editrice Erickson ha pubblicato una serie di testi utili per tutte le scuole).
Così il bambino comprenderà che il suo comportamento dovrà tener conto degli altri e che può recare gioia o tristezza alle persone che ama.
Le emozioni sono fonte di gioia e, se ben  gestite, anche di maturità. Penso proprio che in Paradiso le emozioni saranno al massimo e piene di luce. Di tanta luce.

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