Ecumenici da cinquant’anni

Il Centro Uno da mezzo secolo si dedica al dialogo tra cristiani di varie Chiese. Stralci di una storia e prospettive per il futuro, mentre a Trento si sta svolgendo la 58ma settimana ecumenica.
trento ecumenismo

Quando chiedevano a Chiara Lubich se il Movimento dei focolari intendesse dedicarsi agli altri cristiani, il suo diniego era deciso. Erano gli anni Cinquanta e la giovane trentina che attorno a sé aveva riunito persone di ogni condizione sociale e di diverse nazioni non pensava assolutamente all’ecumenismo. Poi si sono allacciati contatti con persone di altre Chiese e, come sempre nella storia del movimento, sono stati proprio questi incontri ad aprire strade impensate, soprattutto nel campo dei dialoghi. Quest’anno è il dialogo ecumenico a festeggiare il mezzo secolo: sono infatti 50 anni che il Centro Uno, espressione dei Focolari dedita a quest’aspetto, lavora instancabilmente nel tessere rapporti con appartenenti a varie Chiese cristiane attraverso momenti di preghiera, settimane di studio, convivenze amichevole.

 

Riprendiamo allora qualche tappa della sua storia, alla scoperta delle radici e anche delle nuove prospettive. Torniamo quindi al 1961 hanno di fondazione del Centro Uno.Il 14 gennaio di quell’anno Chiara Lubich si trovava a Darmstadt, in Germania. Davanti a lei un gruppo di suore evangeliche e di pastori luterani interessati ad ascoltare la storia di questo gruppo di ragazze che “viveva il Vangelo”. Fatti, episodi, storie che avevano innescato nella piccola Trento una vera e propria rivoluzione e che lasciarono quei pastori e quelle suore favorevolmente impressionati, al punto da decidere di fondare, nel 1968, in una cittadella ecumenica abitata da evangelici, luterani e cattolici nei pressi di Augsburg. Il 1961 è anche l’anno del Concilio Vaticano II e dello sprone del card. Agostino Bea che, appassionato di ecumenismo, incoraggia i focolarini a proseguire su questa via. Intanto la Chiesa anglicana in Inghilterra e gli arcivescovi di Canterbury e York mandarono a Roma un loro uomo, Bernard Pawley, per vedere «cosa combinava Giovanni XXIII». Inaspettatamente Chiara Lubich lo incontra il 19 maggio 1961, assieme alla moglie.

 

Dopo appena cinque giorni, il 24 maggio, la Lubich decide di fondare il Centro Uno per l’unità dei cristiani. Parte da quel giorno un’esperienza d’incontri, scuole di formazione, momenti di quotidiana condivisione dove è l’amore evangelico vissuto a farla da padrone, quasi una medicina che comincia a risanare le rotture di secoli consumatesi tra le Chiese. Primo direttore del Centro Uno è Igino Giordani, scrittore, giornalista, deputato alla Costituente, che lavora a quest’espressione ecumenica del movimento fino al 1980,anno della sua morte. Innumerevoli i ponti gettati tra le diverse confessioni cristiane, sulla scia delle strade sempre nuove aperte dagli incontri di Chiara. Al Centro Uno, poi hanno lavorato tanti dei primi e delle prime compagne della fondatrice dei Focolari.

 

Per mantenere in contatto i nuovi aderenti alla spiritualità, provenienti dalle Chiese della Riforma in Svizzera, in Olanda, Ungheria, Medio Oriente il Centro Uno organizza delle “Settimane ecumeniche”. Oggi siamo a quota 58, e proprio Trento sta ospitando la 58ma con 400 partecipanti di 40 nazioni e 17 lingue. Nel 1981 nascono “scuole di ecumenismo” anche in Germania, Gran Bretagna, Svizzera, Brasile, Argentina e negli Usa, dopo quelle italiane: docenti sono metropoliti, patriarchi, vescovi di differenti Chiese.

 

Altra tappa fondante è il 1996, a Londra. Chiara Lubich incontra un migliaio fra anglicani, cattolici, metodisti e battisti, e propone loro di iniziare un “dialogo del popolo”, avendo compreso che la condivisione della spiritualità dell’unità e del Vangelo vissuto “insieme” avevano fatto nascere una comunità unita, che si stimava e apprezzava oltre le differenze tra le rispettive Chiese di appartenenza. Inizia per il movimento una nuova fase di consolidamento e diffusione nelle Americhe, in Asia, Australia e Africa, che culminerà con una laurea honoris causa a Chiara Lubich per l’ecumenismo consegnata dall’università di Liverpool nel 2008, l’ultima ricevuta dalla fondatrice dei Focolari. Un segnale di amicizia importante è stata anche la visita tributata a Chiara mentre si trovava all’Ospedale Gemelli di Roma, dal patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. Con la Chiesa ortodossa la familiarità è di lunga data: risale alle visite di Chiara al patriarca Athenagoras negli anni Sessanta, appuntamenti che aprirono una via di comunione tra Roma e Costantinopoli.

 

In questo mezzo secolo accanto però agli incontri importanti e al crollo di tanti pregiudizi, non sono mancate incomprensioni e dolori tra le Chiese, legati a documenti ufficiali o a prassi non proprio ecumeniche. Gabri Fallacara, che al Centro Uno ha lavorato fin dalle origini, racconta che per loro un momento difficile è stata sicuramente la morte del direttore Igino Giordani: «Con lui veniva meno un patrimonio di conoscenza, di rapporti, di intuizioni felici. Raccoglierne l’eredità ci sembrava impossibile. Poi anche in questo caso Chiara ci ha spronati a continuare e questo ha significato imparare ad accogliere anche il disagio, anche i dolori seguiti a rotture per prese di posizione da parte delle rispettive Chiese e non sempre di comprensione immediata. Ma abbiamo puntato al dialogo della vita, come base per quello teologico».

 

Questo dialogo ha fruttato svolte impensate. «Indubbiamente la firma tra cattolici e riformati del documento sulla Dottrina della giustificazione, nel 1999 ad Augsburg, ha segnato una tappa storica per la Germania e per tutto il mondo ecumenico; ma ciò che mi è sembrato veramente interessante è stato quello che ne è seguito – prosegue la Fallacara –. La sera stessa dei rappresentanti dei movimenti cattolici ed evangelici presenti si sono ritrovati per capire quale contributo potevano dare alla società civile e soprattutto all’Europa. È nato il progetto “Insieme per l’Europa”, un appuntamento che da dieci anni lavora per dare un contributo cristiano all’edificazione di un’Europa più unita. L’appuntamento di quest’anno si terrà a Bruxelles».

 

E intanto il Centro Uno sta festeggiando il suo 50° a Trento, con vari percorsi nella città, che ha visto le origini dei Focolari, celebrazioni aperte in varie chiese trentine, workshop di dialogo, scambi di testimonianze per consolidare questo “dialogo del popolo” e mostrarlo come esempio di convivenza felice, che non annulla le difficoltà ma offre possibilità sempre più ampie di conoscenza e comprensione.

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