Economia circolare: Italia prima in Europa

Per il terzo anno consecutivo, sommando i punteggi di ogni settore dell’economia circolare, l’Italia è in cima alla classifica europea.

L’economia circolare è un’economia dove il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse è mantenuto più a lungo possibile anche cambiando l’uso del prodotto in esame. Questo comporta la riduzione del consumo di materiali vergini e di conseguenza la riduzione della generazione di rifiuti.

L’Italia per il terzo anno consecutivo si conferma la più virtuosa in Europa nel campo dei vari settori dell’economia circolare. Lo rivela il terzo “Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021“, prodotto dalla rete CEN-Circular Economy Network – promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile insieme ad un gruppo di aziende – e da Enea.

I DATI
In classifica, l’Italia è al primo posto con 79 punti (il totale dei punteggi dei vari settori). A seguire la Francia con 68, Germania e Spagna con 65 e Polonia con 54.

Nella produzione circolare il nostro Paese ottiene 26 punti, con un distacco di 5 punti dai cugini d’oltralpe, i francesi. Per la produttività delle risorse siamo in testa alla classifica. Ogni kg di risorsa consumata genera in Italia 3,3 euro di Pil, contro una media europea di 1,98 euro. Per quanto riguarda il riciclo dei rifiuti urbani nel 2019 siamo al secondo posto dopo la Germania. Secondo i dati Ispra infatti nel 2019 il riciclo dei rifiuti urbani è arrivato al 46,9% in linea con la media europea. La percentuale di riciclo di tutti i rifiuti è invece al 68%, un dato molto più alto rispetto alla media europea (57%), al primo posto fra le principali economie europee.

Il tasso di utilizzo circolare di materia – la percentuale di risorse materiali utilizzate, provenienti da prodotti riciclati o da materiali recuperati – in Italia nel 2019 è stato del 19,3%, superiore alla media dell’Ue27 (all’11,9%), inferiore a quello francese (20,1%), ma superiore a quello tedesco (12,2%).

OCCUPAZIONE
Per quanto riguarda i posti di lavoro, solo nei settori del riciclo, della riparazione e del riutilizzo, il nostro Paese arriva al secondo posto, dietro alla Polonia, ma davanti a Francia, Germania e Spagna. Sono da registrare oltre 25.000 aziende di riparazione di beni elettronici, ma anche di altri beni personali (vestiario, calzature, orologi, gioielli, mobilia, ecc.).

Invece se consideriamo tutti i settori dell’economia circolare, in Europa (27 Paesi membri) ci sono stati oltre 3,5 milioni di posti di lavoro. L’Italia spicca con 519.000 occupati, al secondo posto dopo la Germania (680.000 occupati).

CONSUMO DI MATERIALI
Dal dossier Cen-Enea emerge però un dato preoccupate: il consumo di materiali nel mondo cresce a un ritmo doppio di quello della popolazione mondiale. Ogni abitante della Terra utilizza più di 11.000 chili di materiali all’anno. Un terzo di essi in breve tempo diventa rifiuto e finisce per lo più in discarica, mentre solo un altro terzo è ancora in uso dopo appena un anno. C’è bisogno di invertire la rotta e – come si legge nel report – andare oltre questa economiaresponsabile di buona parte della crisi climatica e ambientale, a cominciare dall’invasione dell’usa e getta”. Bisogna quindi puntare sull’economia circolare, su materiali e oggetti che possono essere riciclati e riutilizzati più e più volte.

Noi consumatori possiamo fare la nostra parte quando dobbiamo acquistare un prodotto e verificare se proviene da materiali di riciclo, se è un prodotto rigenerato o ancora, prima di gettare un prodotto nei rifiuti, capire se può avere una seconda vita.

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