Dubai: al via Expo 2020

Posticipato di un anno a causa della pandemia, ieri il sipario si è alzato su Expo 2020 Dubai, per la prima volta allestito in un Paese Arabo del Medio Oriente
Dubai

Si è alzato il sipario su Expo 2020 Dubai. Uno tra gli eventi più attesi dell’anno, sia per il turismo che ha scatenato l’inizio dell’Esposizione Universale (in 6 mesi sono attesi 20 milioni di visitatori), sia perché per la prima volta l’Expo viene organizzato in un Paese arabo, più precisamente nell’area ME.NA.SA. (Medio Oriente, Nord Africa, Asia meridionale).

Posticipato di un anno a causa della pandemia, l’evento è un po’ il simbolo del ritorno alla normalità, l’area di 438 ettari a Jebel Ali è infatti attrezzata per accogliere oltre 150 mila visitatori al giorno provenienti da oltre 190 Paesi, che avranno il privilegio di visitare 192 padiglioni. Il tema non è cambiato rispetto a quello originale: “Collegare le menti, Creare il futuro”, ai Paesi partecipanti è stato chiesto di progettare un futuro all’insegna di opportunità, mobilità e sostenibilità, con un’attenzione particolare a temi come l’intelligenza artificiale e i big data, scienza, lavoro, ambiente, culture, diritti e religioni.

L’area è divisa in 3 distretti: Sostenibilità, Mobilità e Opportunità, all’interno dei quali si potranno visitare i Padiglioni tematici. Proprio nel distretto delle Opportunità si trova una delle più grandi novità dell’Expo 2020: il Padiglione Israele, è infatti la prima volta che Israele partecipa ad un evento così importante in un Paese arabo. Il padiglione è una tenda aperta, simbolo di ospitalità, il pavimento è color sabbia, come il deserto che unisce i Paesi in Medio Oriente e in alto la parola “Verso il domani” in una crasi, il linguaggio Aravrit, che è un misto tra arabo ed ebraico. L’opportunità è quella del dialogo e della conoscenza, perché solo attraverso l’incontro si può creare un futuro migliore.

Tra i distretti Opportunità e Sostenibilità si trova invece l’Italia, rappresentata dallo slogan “La bellezza unisce le persone”, con un programma di iniziative capaci di connettere popoli e culture attraverso la bellezza, coinvolgendo piccole, medie e grandi imprese. Il progetto architettonico firmato da Carlo Ratti, Italo Rota, Matteo Gatto e F&M Ingegneria, è pensato non solo come spazio espositivo, ma come luogo per raccontare all’estero i talenti e le competenze multidisciplinari italiane, con progetti che guardano al futuro, impegnati nella sostenibilità, nell’economia circolare e nell’architettura digitale. Al centro del percorso espositivo, ci sono le bellezze artistiche e paesaggistiche delle 15 Regioni partecipanti e non può mancare il Made in Italy, l’eccellenza degli artigiani e delle aziende manifatturiere di tutto il Paese. Uno sforzo che ha portato l’Italia a ricevere il premio come miglior progetto imprenditoriale dell’anno, durante i prestigiosi Construction Innovation Awards negli Emirati Arabi Uniti.

Non va poi sottovalutato che la partecipazione ad Expo 2020 potrebbe rappresentare un punto di svolta per rilanciare l’economia del Paese, in particolare delle piccole e medie imprese che potranno sfruttare l’occasione per aumentare la propria visibilità e migliorare le condizioni di accesso ai mercati esteri. La stima, in termini di fatturato e investimenti, è che le imprese italiane potranno beneficiare di un incremento di 1,67 miliardi di euro all’anno. Investendo inoltre sulla bellezza e sul Made in Italy, è previsto un aumento del turismo proveniente dal Medio Oriente di oltre il 5%. Un’occasione che si è trasformata anche in una nuova sfida, con la candidatura di Roma all’Expo 2030.

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